fbpx
Generic filters
Parola esatta ...
Cerca nei titolo
Search in excerpt
Filtra per categoria
Codice Civile
Codice Penale

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Abuso del diritto o elusione fiscale

Le pattuizioni contenute in un contratto che siano dirette ad eludere, in tutto o in parte, la normativa fiscale, non implicano di per sé la nullità del contratto stesso, trovando nel sistema tributario le relative sanzioni (Sez. Il divieto di abuso del diritto in materia tributaria si traduce in un principio generale che opera esclusivamente nei confronti del fisco per individuare la base imponibile di una determinata operazione o il reddito di un determinato soggetto o il disconoscimento della possibilità di ottenere determinate deduzioni ma la sua affermazione non incide sulla validità del contratto nei rapporti tra le parti contraenti.

Continua »
Responsabilità del committente in materia di appalto

Nel caso esaminato, la Corte territoriale accertava in fatto che la società committente dei lavori non aveva nominato per il cantiere un suo responsabile della sicurezza. E’ pur vero che è espressamente prevista dalla normativa di settore (prima, il Decreto Legislativo n. 626 del 1994, articolo 7; ora, trasfuso sostanzialmente nel Decreto Legislativo n. 81 del 2008, articolo 26) tutta una serie di obblighi a carico del committente connessi ai contratti di appalto o d’opera o di somministrazione.

Continua »
Licenziamento disciplinare del dirigente

In tema di licenziamento disciplinare del dirigente ciò che viene in rilievo è la giustificatezza che non si identifica con la giusta causa. Nel caso esaminato dalla Suprema Corte, il Tribunale di Padova aveva respinto l’impugnazione del licenziamento intimato a ricorrente a seguito di contestazione disciplinare dell’1.2.2008, quale dirigente della *** spa dal dicembre 2003 con ruolo di assistente/consigliere del Presidente della società e ha conseguentemente rigettato le domande di condanna della società al pagamento di Euro 153.074,07 a titolo di indennità di mancata preavviso e di Euro 476.233,34 a titolo di indennità supplementare ex articoli 19 e 22 CCNL Dirigenti, nonché di quanto spettante per ricalcolo del TFR in ragione di tale indennità.

Continua »
Appalto, atto di consegna e accettazione dell'opera

1665, comma 4° c. c. , è necessario distinguere tra atto di “consegna” e atto di “accettazione” dell’opera. In particolare, il presupposto dell’accettazione tacita è costituito dalla consegna dell’opera al committente (alla quale è parificabile l’immissione nel possesso) e, come fatto concludente, la ricezione senza riserve da parte di quest’ultimo, anche se non si sia proceduto alla verifica (Sez.

Continua »
Rifiuto del lavoratore di eseguire la propria prestazione

In tema di obblighi di prevenzione ex articolo 2087 c. c. , l’adozione di particolari misure di sicurezza (cd. ” Con specifico riferimento alla violazione da parte del datore di lavoro dell’obbligo di sicurezza di cui all’articolo 2087 c. c. , si è considerato legittimo il rifiuto del lavoratore di eseguire la propria prestazione, conservando, al contempo, il diritto alla retribuzione in quanto non possono derivargli conseguenze sfavorevoli ragione della condotta inadempiente del datore (v. Cass.

Continua »
Intermediario finanziario, operazione di investimento

Che un investitore propenda per investimenti rischiosi non toglie, infatti, che egli selezioni tra gli investimenti rischiosi quelli a suo giudizio aventi maggiori probabilità di successo, grazie appunto alle informazioni che l’intermediario è tenuto a fornirgli o altrimenti reperite. Parimenti, la buona conoscenza del mercato finanziario è indizio, semmai, della capacità di distinguere tra investimenti consigliabili e sconsigliabili, sempre che, però, si disponga delle necessarie informazioni sullo specifico prodotto oggetto dell’operazione, che dunque si ha tutto l’interesse a ricevere.

Continua »
Compenso agli amministratori, deducibilità

A norma dell’articolo 49 t. u. i. r. , “sono redditi di lavoro dipendente quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri. . . “. Secondo la giurisprudenza consolidata, deve escludersi la cumulabilità delle qualità di amministratore unico di società di capitali e di lavoratore “dipendente” della medesima società, non potendo, in tal caso, ricorrere l’effettivo assoggettamento al potere direttivo, di controllo e disciplinare di altri, che si configura come requisito tipico della subordinazione (Cass. ,

Continua »
Cessione di ramo d'azienda, autonomia organizzativa

Secondo un risalente principio di legittimità (più recentemente ribadito da Cass. La prova dell’esistenza di tutti i requisiti che ne condizionano l’operatività, non vincolata ad alcuna particolare forma, incombe su chi intenda avvalersi degli effetti previsti dall’articolo 2112 c. c. , quale eccezione al principio del necessario consenso del lavoratore creditore ceduto: in particolare, spetta alla società cedente l’onere di allegare e provare l’insieme dei fatti concretanti un trasferimento di ramo d’ azienda (Cass.

Continua »
Cessione di un ramo di azienda senza corrispettivo

La Suprema Corte ha ribadito il principio secondo cui integra il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale la cessione di un ramo di azienda senza corrispettivo o con corrispettivo inferiore al valore reale; né assume rilievo, al riguardo, il dettato dell’articolo 2560, comma 2, c. c. in ordine alla responsabilità dell’acquirente rispetto ai pregressi debiti dell’azienda, costituendo tale garanzia un “post factum” della già consumata distrazione (Sez.

Continua »
Diritto dei nonni a mantenere rapporti con i nipoti

Il diritto dei nonni a mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni, previsto dall’articolo 317-bis c. c. , coerentemente con l’interpretazione dell’articolo 8 CEDU fornita dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, non ha un carattere incondizionato, ma è subordinato nel suo esercizio a una valutazione del giudice avente di mira l’esclusivo interesse del minore.

Continua »
Conduttore che ha arrecato gravi danni all'immobile

Nel caso esaminato, i giudici del merito hanno ritenuto oggettivamente giustificato il rifiuto della restituzione della cosa locata, da parte della società locatrice, ai sensi dell’articolo 1590 c. c. , comma 1, in quanto il deterioramento dell’immobile offerto in restituzione non poteva ritenersi normale, ma era superiore a quello corrispondente all’uso della cosa in conformità del contratto e richiedeva interventi straordinari di riparazione.

Continua »
Legittimazione ad agire del fallito

La dichiarazione di fallimento, pur non sottraendo al fallito la titolarità dei rapporti patrimoniali compresi nel fallimento, comporta, a norma della L. Fall. , Se, però, l’amministrazione fallimentare rimane inerte, il fallito conserva, in via eccezionale, la legittimazione ad agire per la tutela dei suoi diritti patrimoniali, sempre che l’inerzia del curatore sia stata determinata da un totale disinteresse degli organi fallimentari e non anche quando essa consegua ad una negativa valutazione di questi ultimi circa la convenienza della controversia (Cass.

Continua »
Contratto di compravendita a corpo

Nel caso esaminato, la Corte di Appello, dopo aver dato atto che le parti avevano individuato il bene, tanto nel preliminare che nel definitivo, con riferimento alle sue caratteristiche ed alle planimetrie, ha affermato che l’indicazione dell’estensione del bene stesso avesse valore meramente indicativo, trattandosi comunque di vendita a corpo e non a misura, ed avendo le parti inteso indicare la superficie commerciale del bene compravenduto. La seconda ipotesi, invece, non assicura analoga certezza nella perimetrazione dell’applicabilità del rimedio in esame, poiché fa confluire la verifica dell’intenzione delle parti di assoggettare il loro regolamento negoziale al rimedio di cui all’articolo 1538 c. c. , comma 1, nell’ambito del procedimento di interpretazione del contratto e di ricostruzione della volontà delle parti stesse.

Continua »
Patto di non concorrenza, simbolico o manifestamente iniquo

Al fine di valutare la validità del patto di non concorrenza, in riferimento al corrispettivo dovuto, si richiede, innanzitutto, che, in quanto elemento distinto dalla retribuzione, lo stesso possieda i requisiti previsti in generale per l’oggetto della prestazione dall’articolo 1346 c. c. . Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la Suprema Corte ha ripetutamente affermato che il patto di non concorrenza, anche se è stipulato contestualmente al contratto di lavoro subordinato, rimane autonomo da questo, sotto il profilo prettamente causale, per cui il corrispettivo con esso stabilito, essendo diverso e distinto dalla retribuzione, deve possedere soltanto i requisiti previsti in generale per l’oggetto della prestazione dall’articolo 1346 c. c. (Cass.

Continua »
Illecita concorrenza con minaccia o violenza

Ai fini della configurabilità del reato di cui all’articolo 513 bis c. p. è necessario il compimento di atti di concorrenza che, posti in essere nell’esercizio di un’attività commerciale, industriale o comunque produttiva, siano connotati da violenza o minaccia e idonei a contrastare od ostacolare la libertà di autodeterminazione dell’impresa concorrente (Sez. 6, n. 6055 del 24/06/2014), con la previsione dell’elemento di fattispecie relativo all’ottenimento di un ingiusto profitto con altrui danno, senza tradursi in una violenta manipolazione dei meccanismi di funzionamento dell’attività economica concorrente (Sez.

Continua »
Unico episodio di percosse, addebito della separazione

Le violenze fisiche costituiscono violazioni talmente gravi ed inaccettabili dei doveri nascenti dal matrimonio da fondare, di per sé sole quand’anche concretantisi in un unico episodio di percosse -, non solo la pronuncia di separazione personale, in quanto cause determinanti l’intollerabilità della convivenza, ma anche la dichiarazione della sua addebitabilità all’autore, e da esonerare il giudice del merito dal dovere di comparare con esse, ai fini dell’adozione delle relative pronunce, il comportamento del coniuge che sia vittima delle violenze, restando altresì irrilevante la posteriorità temporale delle violenze rispetto al manifestarsi della crisi coniugale (Cass. 7388/2017; Cass. 3925/2018).

Continua »
Possesso del bene ereditario, usucapione

Il coerede che, dopo la morte del de cuius, sia rimasto nel possesso del bene ereditario può, prima della divisione, usucapire la quota degli altri eredi, senza necessità di interversione del titolo del possesso. A tal fine, però, egli, che già possiede “animo proprio” ed a titolo di comproprietà, è tenuto ad estendere tale possesso in termini di esclusività, godendo del bene con modalità incompatibili con la possibilità di godimento altrui e tali da evidenziare un’inequivoca volontà di possedere uti dominus e non più uti condominus, risultando a tal fine insufficiente l’astensione degli altri partecipanti dall’uso della cosa comune (Cass.

Continua »
Cessione di azienda, successione in tutti i contratti

Il conferimento di un’azienda o di un ramo di essa ad una società rientra nella più ampia e generale figura della cessione di azienda, realizzando il trasferimento e quindi la successione a titolo particolare della stessa (Cass. Ne discende l’applicazione della disciplina conseguente posta dagli articoli 2557 e seguenti c. c. e, nello specifico, dell’articolo 2558 c. c. , in forza del quale, se non pattuito diversamente, il cessionario subentra nei contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda non aventi carattere personale.

Continua »
Contratto di compravendita a corpo

Qualora le parti concludano un contratto di compravendita a corpo indicando, nell’ambito di esso, la misura del bene compravenduto, si applica il rimedio di cui all’articolo 1538 c.c., comma 1, in presenza di una divergenza quantitativa della misura del bene maggiore di un ventesimo di quella indicata nel contratto. Resta salva la facoltà delle parti di escludere l’efficacia della norma dianzi richiamata, mediante specifica clausola negoziale, pur in presenza dei requisiti previsti per la sua applicabilità

Continua »
L’appaltatore è tenuto a controllare la bontà del progetto

L’appaltatore, invero, deve assolvere al proprio obbligo di osservare i criteri generali della tecnica relativi al particolare lavoro affidatogli, ed è perciò tenuto a controllare, nei limiti delle sue cognizioni, la bontà del progetto o delle istruzioni impartite dal committente e, ove queste siano palesemente errate, può andare esente da responsabilità soltanto se dimostri di avere manifestato il proprio dissenso e di essere stato indotto ad eseguirli, quale “nudus minister”, per le insistenze del committente ed a rischio di quest’ultimo.

Continua »