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Codice Civile
Codice Penale

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

L’appaltatore è tenuto a controllare la bontà del progetto

L’appaltatore, invero, deve assolvere al proprio obbligo di osservare i criteri generali della tecnica relativi al particolare lavoro affidatogli, ed è perciò tenuto a controllare, nei limiti delle sue cognizioni, la bontà del progetto o delle istruzioni impartite dal committente e, ove queste siano palesemente errate, può andare esente da responsabilità soltanto se dimostri di avere manifestato il proprio dissenso e di essere stato indotto ad eseguirli, quale “nudus minister”, per le insistenze del committente ed a rischio di quest’ultimo.

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Nullità del licenziamento perché ritorsivo

La Corte d’Appello di Roma, nell’ambito di un procedimento ex lege n. 92 del 2012, ha riformato la pronuncia di primo grado ed ha dichiarato la nullità del licenziamento intimato, in data 27 febbraio 2017, condannando il datore di lavoro alla reintegrazione nel posto di lavoro del dipendente ed al pagamento di una indennità risarcitoria pari a tutte le retribuzioni globali di fatto dal recesso all’effettiva reintegra, oltre accessori e spese.

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Assegnazione della casa coniugale, figlio maggiorenne

Con l’ulteriore corollario che l’assegnazione della casa coniugale è “uno strumento di protezione della prole e non può conseguire altre e diverse finalità” e che “detta assegnazione non ha più ragion d’essere soltanto se, per vicende sopravvenute, la casa non sia più idonea a svolgere tale essenziale funzione” (Cass. , I principi di diritto richiamati hanno trovato applicazione nel caso in esame, avendo la Corte territoriale affermato, con un accertamento di merito non sindacabile in sede di legittimità, che l’assegnazione della casa doveva comportare una stabile dimora e un collegabile stabile con l’abitazione del genitore, e che, nel caso in esame, il figlio attualmente stava svolgendo un corso per pilota di linea in Gran Bretagna (cfr.

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Ritenute previdenziali, omesso versamento

Avverso la sentenza l’imputato proponeva ricorso per cassazione In particolare, si sosteneva che, ai fini della sussistenza dell’elemento soggettivo della fattispecie delittuosa di omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali sarebbe imprescindibile analizzare, oltre che il dolo generico, la situazione contingente dell’impresa.

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Addebito della separazione, azioni violente

La decisione espressa dalla Corte di merito riguardo agli elementi rilevanti per la pronuncia di addebito della separazione e per ravvisare una piena riconciliazione non era conforme ai principi di legittimità elaborati in materia. Inoltre, non è sufficiente, per provare la riconciliazione tra coniugi separati, considerati gli effetti da essa derivanti, che i medesimi abbiano ripristinato la convivenza a scopo sperimentale e provvisorio, essendo invece necessaria la ripresa dei rapporti materiali e spirituali, caratteristici della vita coniugale (Cass.

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Controlli del datore di lavoro, agenzia investigativa

La Corte di Appello riteneva infondati, inoltre, i rilievi attinenti al mancato rispetto dell’obbligo di consegna della documentazione richiesta dal lavoratore e all’intempestività della contestazione dell’addebito. Ne resta giustificato l’intervento, pertanto, solo per l’avvenuta perpetrazione di illeciti e l’esigenza di verificarne il contenuto, anche laddove vi sia un sospetto o la mera ipotesi che illeciti siano in corso di esecuzione (v. Cass.

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Trasferimento del lavoratore e richiesta dei motivi

La comunicazione del trasferimento del lavoratore, come pure la richiesta dei motivi e la relativa risposta, in difetto di una diversa previsione, sono assoggettate al principio generale di libertà delle forme (Cass. Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, Ordinanza n. 20691 del 28 giugno 2022

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Revisione assegno divorzile, morte del coniuge ricorrente

La L. 10 dicembre 1970, n. 898, articolo 4, commi 12, 13 e 14, (articolo sostituito dal Decreto Legge 14 marzo 2005, n. 35, conv. A sua volta, la L. n. 898 del 1970, articolo 9, prevede che, qualora sopravvengano “giustificati motivi”, dopo la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il tribunale, con procedimento in camera di consiglio, può, su istanza di parte, disporre la revisione delle disposizioni sulla misura e sulle modalità dell’assegno.

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Mediatore, diritto alla provvigione

L’articolo 1755 c. c. , comma 1, prevede che il mediatore ha diritto alla provvigione se l’affare è concluso per effetto del suo intervento. Con riferimento alla vendita, il ruolo determinante della agenzia è stato desunto dalla deposizione testimoniale della stessa venditrice, secondo cui grazie all’intervento dell’agenzia di mediazione l’affare è stato concluso.

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Trasferimento dipendente, assistenza persona invalida

Trasferimento del dipendente, diritto di scelta della sede più vicina alla persona invalida da assistere, non è un diritto soggettivo assoluto. La L. n. 104 del 1992, articolo 33, comma 5, disciplina, in sostanza, uno strumento indiretto di tutela in favore delle persone in condizione di handicap, attraverso l’agevolazione del familiare lavoratore nella scelta della sede ove svolgere l’attività lavorativa al fine di rendere quest’ultima il più possibile compatibile con la funzione solidaristica di assistenza del soggetto invalido, ma non è l’unico strumento posto a tutela della solidarietà assistenziale.

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Diritto della ex-moglie all'assegno di mantenimento

Nel caso esaminato, il ricorrente si duole che la Corte di appello abbia ritenuto sussistere il diritto della ex-moglie di ricevere l’assegno di mantenimento, senza una prova positiva dell’impossibilità di quest’ultima di procurarsi i mezzi adeguati per vivere autonomamente, per ragioni oggettive, avendo escluso la effettiva attitudine lavorativa della ex-moglie con un richiamo al fatto notorio, di cui però non vi sarebbe riscontro, all’età e alla mancanza di titolo di studio.

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Separazione dei coniugi, trasferimento in altra città

Il coniuge separato che intenda trasferire la sua residenza lontano da quella dell’altro coniuge, non perde – per ciò solo – l’idoneità ad avere in affidamento i figli minori o ad esserne collocatario, in quanto “stabilimento e trasferimento della propria residenza e sede lavorativa costituiscono oggetto di libera e non coercibile opzione dell’individuo, espressione di diritti fondamentali di rango costituzionale”. In definitiva, la soluzione adottata dalla Corte di appello aveva inteso operare un bilanciamento fra gli interessi e le esigenze dei due genitori che teneva conto, da un lato, delle prospettive lavorative della madre e, dall’altro, della possibilità per il padre di regolare in modo elastico gli incontri col minore, ormai ben inserito nel nuovo contesto territoriale e scolastico.

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Illecita accumulazione patrimoniale

Detta in altri termini, la presunzione relativa di illecita accumulazione patrimoniale, prevista nella speciale ipotesi di confisca di cui al L. n. 356 del 7 agosto 1992, articolo 12-sexies, non opera nel caso in cui il cespite sequestrato sia formalmente intestato ad un terzo ma si assume si trovi nella effettiva titolarità della persona condannata per uno dei reati indicati nella disposizione menzionata.

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Affidamento condiviso, elevata conflittualità tra i genitori

L’affidamento condiviso è da ritenersi il regime ordinario, anche nel caso in cui i genitori abbiano cessato il rapporto di convivenza, ed il grave conflitto fra gli stessi non è, di per sé solo, idoneo ad escluderlo (cfr. La mera conflittualità, infatti, non preclude il ricorso al regime preferenziale dell’affidamento condiviso, ove si mantenga nei limiti di un tollerabile disagio per la prole, mentre può assumere connotati ostativi alla relativa applicazione ove si esprima in forme atte ad alterare e a porre in serio pericolo l’equilibrio e lo sviluppo psico-fisico dei figli, e, dunque, tali da pregiudicare il loro interesse (cfr.

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Società cancellata, obbligazioni non assolte

Responsabilità dei soci in ordine alle obbligazioni non assolte dalla società cancellata, presupposto di un attivo nel bilancio di liquidazione. La responsabilità dei soci, ex articolo 2495 c. c. , comma 2, in ordine alle obbligazioni non assolte dalla società cancellata, è limitata alla quota (eventualmente) riscossa in base al bilancio finale di liquidazione.

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Il contratto derivante dal delitto di estorsione è nullo

Il contratto derivante dalla condotta penalmente rilevante del delitto di estorsione è nullo, perché viola norme imperative. In conclusione, deve riaffermarsi che il contratto derivante dalla condotta penalmente rilevante del delitto di estorsione è nullo, perché viola norme imperative, è contrario all’ordine pubblico e costituisce il profitto del reato, così assumendo un chiaro connotato di illiceità.

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Patteggiamento, l'intesa non implica immodificabilità

La non modificabilità unilaterale e la non revocabilità, una volta raggiunta l’intesa, del consenso già espresso non implicano, tuttavia, l’immodificabilità dell’accordo, che resta, comunque, nella disponibilità delle parti sino alla ratifica da parte del giudice ed alla pronuncia della sentenza. E’ chiaro, tuttavia, che la modifica della volontà deve essere bilaterale affinché al patto precedentemente concluso, si sostituisca il nuovo accordo, posto che, perfezionato il primo, solo un nuovo incontro delle volontà consente di farne decadere gli effetti per sostituirli con quelli successivamente voluti, da presentare al giudice per la ratifica.

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Disdetta del contratto di locazione

L’accertamento che l’atto sia pervenuto nella sfera di conoscibilità del destinatario, quando, come nel caso esaminato, è richiesto che la comunicazione abbia luogo mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento, presuppone che si possa identificare il soggetto cui l’atto è stato consegnato.

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Straining, comportamenti stressogeni scientemente attuati

E’ configurabile lo straining quando vi siano comportamenti stressogeni scientemente attuati nei confronti di un dipendente, anche se manchi la pluralità delle azioni vessatorie (Cass. 29 marzo 2018, n. 7844), ma anche nel caso in cui il datore di lavoro consenta, anche colposamente, il mantenersi di un ambiente stressogeno fonte di danno alla salute dei lavoratori (Cass.

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Fatture per operazioni inesistenti, beni confiscabili

Con sentenza del 25 giugno 2020, la Corte d’appello di Bologna confermava la sentenza del Gup del Tribunale di Reggio Emilia del 7 marzo 2019, con la quale l’imputato, all’esito di giudizio abbreviato, era stato condannato alla pena di anni due di reclusione e alle sanzioni accessorie di cui al Decreto Legislativo n. 74 del 2000, articolo 12, con confisca diretta ovvero, in caso di impossibilità di esecuzione, per equivalente per un importo pari a Euro 197. Quanto, invece, al reato di cui al Decreto Legislativo n. 74 del 2000, articolo 10, lo stesso è stato considerato dai giudici di merito come sostanzialmente strumentale rispetto all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, senza che possa essere identificato per lo stesso un autonomo profitto confiscabile.

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