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Cessione di ramo d’azienda, autonomia organizzativa

Secondo un risalente principio di legittimità (più recentemente ribadito da Cass. La prova dell’esistenza di tutti i requisiti che ne condizionano l’operatività, non vincolata ad alcuna particolare forma, incombe su chi intenda avvalersi degli effetti previsti dall’articolo 2112 c. c. , quale eccezione al principio del necessario consenso del lavoratore creditore ceduto: in particolare, spetta alla società cedente l’onere di allegare e provare l’insieme dei fatti concretanti un trasferimento di ramo d’ azienda (Cass.

Pubblicato il 22 January 2023 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile

Secondo un risalente principio di legittimità (più recentemente ribadito da Cass. 4 agosto 2021, n. 22249), la cessione di ramo d’azienda è configurabile ove venga ceduto un complesso di beni che oggettivamente si presenti quale entità dotata di una propria autonomia organizzativa ed economica funzionalizzata allo svolgimento di un’attività volta alla produzione di beni o servizi (Cass. n. 17919 del 2002; Cass. n. 13068 del 2005; Cass. n. 22125 del 2006).

Detta nozione di trasferimento di ramo d’azienda è coerente con la disciplina in materia dell’Unione Europea (direttiva 12 marzo 2001, 2001/23/CE, che ha proceduto alla codificazione della direttiva 14 febbraio 1977, 77/187/CEE, come modificata dalla direttiva 29 giugno 1998, 98/50/CE) secondo cui “è considerato come trasferimento ai sensi della presente direttiva quello di un’entità economica che conserva la propria identità, intesa come un insieme di mezzi organizzati al fine di svolgere un’attività economica, sia essa essenziale o accessoria” (articolo 1, n. 1, direttiva 2001/23); posto che criterio decisivo per stabilire se si configuri un trasferimento ai sensi della Direttiva n. 2001/23/CE, è l’individuazione della circostanza che l’entità economica, indipendentemente dal mutamento del titolare, conservi la propria identità, il che risulta in particolare dal fatto che la sua gestione sia stata effettivamente proseguita o ripresa (Cass. 25 novembre 2019, n. 30663).

La prova dell’esistenza di tutti i requisiti che ne condizionano l’operatività, non vincolata ad alcuna particolare forma, incombe su chi intenda avvalersi degli effetti previsti dall’articolo 2112 c.c., quale eccezione al principio del necessario consenso del lavoratore creditore ceduto: in particolare, spetta alla società cedente l’onere di allegare e provare l’insieme dei fatti concretanti un trasferimento di ramo d’ azienda (Cass. 6 marzo 2015, n. 4601); mentre i limiti alla prova testimoniale, desumibili dall’articolo 2556 c.c., comma 1 (in forza del quale i contratti aventi ad oggetto il trasferimento della proprietà o del godimento di un’azienda debbono essere provati per iscritto), operano solo quando sia dedotto, come fonte di obblighi, direttamente e specificamente il contratto e la parte chieda in giudizio l’accertamento o l’adempimento del suo credito (Cass. 22 marzo 2005, n. 6191; Cass. 18 febbraio 2022, n. 5320) e quindi tra le parti contraenti.

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, Ordinanza n. 33814 del 16 novembre 2022

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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