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Giurisprudenza Civile

Apertura della liquidazione controllata per ex imprenditore

La sentenza chiarisce che la cessazione dell’attività e la cancellazione dal registro delle imprese non consentono l’apertura della liquidazione giudiziale ma permettono l’accesso alla liquidazione controllata, qualora sussistano i presupposti, come nel caso di specie. Tale strumento è riservato a diverse categorie di debitori, tra cui gli ex imprenditori, e si applica in presenza di sovraindebitamento.

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Misure protettive per start-up innovativa in crisi

Il Tribunale ha accolto il ricorso di una società in crisi che ha richiesto misure protettive per evitare azioni esecutive individuali da parte dei creditori. La decisione si basa sul principio della tutela dell’operatività aziendale durante le trattative per il risanamento e sulla necessità di evitare un pregiudizio irreparabile alla società.

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Liquidazione controllata di una startup innovativa

La sentenza affronta la disciplina della liquidazione controllata per le startup innovative, evidenziando come la verifica dei requisiti di legge sia essenziale per l’applicazione di tale procedura. Viene inoltre analizzata la sussistenza del sovraindebitamento come condizione necessaria per l’accesso alla procedura.

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Adempimento parziale e determinazione del quantum debeatur

La sentenza analizza un caso di parziale adempimento di obbligazioni contrattuali. Vengono esaminate le condizioni per la restituzione di una somma data a garanzia e i criteri di determinazione del quantum debeatur in caso di sopravvenuta impossibilità parziale. La Corte si sofferma anche sulla distribuzione delle spese legali in caso di soccombenza reciproca.

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Contestazione di un credito riguardo alla fornitura di beni

La sentenza conferma il principio per cui la contestazione di un credito, in particolare riguardo alla fornitura di beni, necessita di una tempestiva denuncia delle difformità rispetto al documentato. La mancata tempestiva contestazione rende il credito esigibile nella sua interezza, salvo prova contraria a carico del debitore.

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Onere probatorio in merito alle spese legali stragiudiziali

La sentenza chiarisce la portata della personalizzazione del danno biologico e l’onere probatorio in merito alle spese legali stragiudiziali.

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Incidente stradale e concorso di colpa

La sentenza affronta il tema della responsabilità in caso di incidente stradale, evidenziando come la presunzione di colpa prevista dall’art. 2054 c.c. possa essere superata in presenza di un concorso di colpa. In tal caso, il giudice deve valutare attentamente le condotte dei conducenti coinvolti per determinare l’incidenza di ciascuno nella causazione del sinistro.

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Mancata impugnazione licenziamento e difetto d'interesse

La mancata impugnazione del licenziamento disciplinare, neppure se effettuata nel termine successivo alla produzione in giudizio, determina la cessazione definitiva del rapporto di lavoro e rende priva di utilità la domanda di reinserimento in graduatoria, essendo carente un interesse giuridicamente rilevante del ricorrente ad ottenere pronunzia di annullamento.

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Determinazione invalidità per militare in missione

La sentenza chiarisce i principi relativi al riconoscimento dello status di soggetto equiparato alle vittime del dovere per i militari impiegati in missioni internazionali, con particolare attenzione alla presunzione di nesso causale tra patologie e servizio prestato in presenza di esposizione a fattori di rischio. Viene inoltre affrontata la questione della quantificazione dell’invalidità e del danno biologico.

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Concorso di colpa in caso di investimento pedonale

La sentenza affronta il tema della responsabilità civile da sinistro stradale in caso di investimento pedonale, ribadendo il principio della presunzione di colpa a carico del conducente e la necessità di provare l’assenza di possibilità di evitare l’evento. La Corte, pur riconoscendo il comportamento imprudente del pedone che ha attraversato la strada col rosso, ha ritenuto che tale condotta non fosse imprevedibile e che il conducente, in ragione della situazione dei luoghi (traffico intenso, strada urbana con attraversamenti pedonali), avrebbe dovuto tenere una condotta più prudente e prevedere la possibilità di comportamenti anomali da parte dei pedoni. Per questo motivo, la Corte ha ritenuto sussistente un concorso di colpa nella misura del 50%

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Preliminare di compravendita sottoposto a condizione sospensiva

La sentenza conferma che in caso di preliminare di compravendita immobiliare sottoposto alla condizione sospensiva del mutuo, il mancato ottenimento dello stesso, se non imputabile alla parte promissaria acquirente, legittima il recesso dal contratto e il diritto alla restituzione della caparra confirmatoria.

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Appalto per illuminazione pubblica

La Corte d’Appello, in accoglimento del gravame, ha riformato la sentenza di primo grado che aveva accolto la domanda di pagamento del corrispettivo di un contratto di appalto per la manutenzione di un impianto di illuminazione pubblica, ritenendo che la prova del credito non fosse stata fornita in quanto la fattura prodotta era successiva alla stipula del contratto di appalto. Inoltre, ha ritenuto inammissibile la domanda subordinata di arricchimento senza causa, in quanto il rapporto dedotto in giudizio aveva natura contrattuale.

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Mancata copertura assicurativa RCT e RCP

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza del tribunale che rigettava la domanda di indennizzo assicurativo per responsabilità civile e ritiro di prodotti difettosi in un caso in cui l’assicurato aveva già provveduto alla sostituzione gratuita dei prodotti in adempimento di un accordo transattivo con l’acquirente. I giudici hanno ritenuto che l’oggetto dell’assicurazione non fosse il rischio di impresa per la sostituzione dei prodotti, bensì i danni effettivamente subiti da terzi a causa dei prodotti difettosi.

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Legittimazione all'azione di cancellazione dell'ipoteca

La sentenza conferma il principio di diritto secondo cui è legittimato ad agire per la cancellazione di un’ipoteca chiunque vi abbia interesse, anche se non più proprietario del bene ipotecato, e ciò in quanto la mancata cancellazione potrebbe ostacolarne la libera circolazione giuridica. Inoltre, si evidenzia come l’obbligo di cancellazione dell’ipoteca giudiziale non insorga automaticamente a seguito della sospensione dell’esecutività del titolo, ma solo a seguito di una pronuncia di accoglimento dell’opposizione passata in giudicato.

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Clausola risolutiva espressa, mancato pagamento di una sola rata

In caso di clausola risolutiva espressa, il mancato pagamento del prezzo, anche di una sola rata, comporta la risoluzione di diritto del contratto. La mancata costituzione in giudizio del convenuto contumace non consente di provare eccezioni al diritto del ricorrente.

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Accettazione tacita eredità e irrevocabilità

La sentenza ribadisce il principio di irrevocabilità dell’accettazione di eredità, anche quando tacita. L’intervento in un giudizio di esecuzione immobiliare con richiesta di divisione ereditaria configura accettazione tacita, indipendentemente da successivi comportamenti.

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Difformità tra il bene promesso in vendita e quello consegnato

La sentenza conferma il principio per cui in caso di difformità sostanziale tra il bene promesso in vendita e quello consegnato, l’acquirente ha diritto di rifiutare la consegna e recedere dal contratto, ottenendo la restituzione del doppio della caparra confirmatoria, soprattutto quando siano stati concordati termini essenziali per la consegna.

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Diritto alla provvigione per l'agenzia immobiliare

La sentenza afferma il diritto alla provvigione per l’agenzia immobiliare anche se la conclusione dell’affare è avvenuta con l’intervento di un’altra agenzia, purché sia dimostrato un nesso causale tra l’attività dell’agenzia e la conclusione del contratto.

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Nullità sentenza per mancata interruzione del processo

La sentenza affronta il tema dell’interruzione automatica del processo a seguito della morte di una parte non costituita, con conseguente declaratoria di nullità della sentenza di primo grado per violazione del contraddittorio.

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Responsabilità per danni da infiltrazioni

La sentenza conferma il principio di diritto secondo cui, in tema di responsabilità per danni da infiltrazioni, grava sul danneggiato l’onere di provare il nesso causale tra la condotta del presunto responsabile e l’evento dannoso. In particolare, la Corte ha ritenuto che, in assenza di un accertamento tecnico svolto in prossimità dell’evento, il danneggiato non avesse fornito la prova del nesso eziologico tra la condotta omissiva del condominio e le infiltrazioni subite, non potendosi escludere altre cause alternative.

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