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Opposizione decreto ingiuntivo: onere della prova

La sentenza del Tribunale di Ancona, n. 1195/2025, chiarisce un punto fondamentale nell’ambito dell’opposizione a decreto ingiuntivo: l’onere della prova. Un’azienda si è opposta a un’ingiunzione di pagamento per quasi 30.000 euro, contestando specificamente numerose fatture. Il Tribunale ha accolto parzialmente l’opposizione, revocando il decreto e riducendo il debito a circa 9.700 euro. La decisione si fonda sul principio che, a fronte di contestazioni specifiche, la fattura da sola non basta; spetta al creditore (in questo caso una società di factoring) dimostrare con ulteriori prove la fondatezza del proprio credito.

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Pubblicato il 8 luglio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Opposizione a Decreto Ingiuntivo: A Chi Spetta l’Onere della Prova?

Quando un’azienda riceve un decreto ingiuntivo, la prima reazione può essere di preoccupazione. Tuttavia, è fondamentale sapere che questo atto non è una condanna definitiva. Esiste uno strumento di difesa cruciale: l’opposizione a decreto ingiuntivo. Una recente sentenza del Tribunale di Ancona (n. 603/2023) offre un’analisi chiara e dettagliata su uno degli aspetti più importanti di questo procedimento: l’onere della prova. Vediamo come una contestazione ben argomentata possa ribaltare l’esito di una richiesta di pagamento.

I Fatti di Causa: la Contestazione del Debito

Il caso ha origine da un decreto ingiuntivo di quasi 30.000 euro emesso su richiesta di una società di factoring nei confronti di un’altra società. Il debito derivava da 39 fatture per forniture non pagate.

La società debitrice non si è limitata a negare il debito, ma ha presentato un’opposizione dettagliata, sollevando diverse eccezioni:

* Alcune fatture erano già state pagate.
* Altre erano state annullate tramite note di credito.
* Un gruppo consistente di fatture (per circa 15.000 euro) veniva specificamente contestato per errori nella quantificazione dei corrispettivi rispetto agli accordi.
* Una fattura non era mai stata ricevuta tramite il Sistema di Interscambio (SDI).

Questa strategia difensiva si è rivelata decisiva per l’esito del giudizio.

La Sentenza: Ribaltato l’Onere della Prova nell’Opposizione a Decreto Ingiuntivo

Il Tribunale ha accolto in parte l’opposizione, riducendo drasticamente il debito. Il principio cardine applicato è stato quello relativo all’onere della prova.

Nel procedimento di opposizione, si apre una vera e propria causa ordinaria in cui i ruoli processuali si invertono: il creditore, che aveva ottenuto facilmente il decreto, assume la veste di attore e deve dimostrare pienamente la fondatezza della sua pretesa. Il debitore, opponendosi, diventa il convenuto.

Le Contestazioni Specifiche e la Prova del Credito

Il punto più interessante della decisione riguarda le fatture contestate. Il giudice ha stabilito che, di fronte a contestazioni precise e non generiche da parte del debitore, la sola fattura non è più una prova sufficiente del credito. Essendo un documento formato unilateralmente dal creditore, il suo valore probatorio viene meno se il rapporto sottostante è messo in discussione.

Nel caso specifico, il creditore non è riuscito a fornire prove ulteriori (come contratti, documenti di trasporto o prove di esecuzione della prestazione) per superare le contestazioni del debitore. Di conseguenza, il Tribunale ha escluso dal conteggio l’intero importo relativo a queste fatture, pari a quasi 15.000 euro.

Fatturazione Elettronica e Altri Aspetti

La sentenza ha toccato anche altri punti rilevanti:

* Mancata trasmissione via SDI: Il giudice ha ritenuto che l’omessa trasmissione di una fattura tramite il canale ufficiale non annulla il credito, ma lo rende semplicemente ‘inesigibile’ fino a quando la formalità non viene rispettata. Pertanto, l’importo è stato considerato dovuto.
* Pagamenti parziali: I pagamenti effettuati dal debitore dopo la notifica del decreto sono stati correttamente detratti dall’importo finale.
* Interessi: Sul debito residuo accertato, il Tribunale ha riconosciuto sia gli interessi di mora (secondo il D.Lgs. 231/2002) sia gli interessi anatocistici, maturati sugli interessi scaduti da oltre sei mesi.

le motivazioni

La motivazione del Tribunale di Ancona è cristallina: l’opposizione a decreto ingiuntivo non è una semplice difesa, ma l’inizio di un giudizio di cognizione piena. In questo contesto, il creditore non può più beneficiare della prova semplificata (la fattura) che gli ha permesso di ottenere l’ingiunzione. Se il debitore solleva eccezioni specifiche e circostanziate, il creditore ha l’onere di provare, con tutti i mezzi a sua disposizione, ogni singolo elemento costitutivo del proprio diritto. La passività del creditore su questo fronte porta inevitabilmente al rigetto, anche parziale, della sua domanda.

le conclusioni

Questa sentenza offre due lezioni pratiche fondamentali.

Per i debitori: ricevere un decreto ingiuntivo non è la fine della storia. Un’opposizione ben argomentata, basata su contestazioni specifiche e documentate, è uno strumento potente per difendere le proprie ragioni. Non basta un generico ‘non devo nulla’.

Per i creditori: ottenere un decreto ingiuntivo è solo il primo passo. Se il debitore si oppone, bisogna essere pronti a sostenere un vero processo, fornendo una documentazione probatoria completa che vada oltre la semplice fattura. Affidarsi unicamente a quest’ultima può rivelarsi una strategia perdente, con conseguente riduzione del credito e condanna al pagamento di parte delle spese legali.

Chi deve provare il credito in un’opposizione a decreto ingiuntivo?
La prova spetta al creditore. Con l’opposizione si apre una causa ordinaria in cui il creditore (opposto) deve dimostrare pienamente i fatti a fondamento della sua pretesa, non potendo più fare affidamento sulla sola prova scritta usata per ottenere l’ingiunzione.Basta la fattura a provare un credito se il debitore la contesta in modo specifico?
No. Secondo la sentenza, se il debitore solleva contestazioni specifiche e circostanziate (es. errori di importo), la fattura, in quanto documento di formazione unilaterale, perde la sua efficacia probatoria. Il creditore deve fornire prove aggiuntive, come il contratto o i documenti di consegna.Cosa succede se una fattura non viene inviata tramite il Sistema di Interscambio (SDI)?
Il mancato invio tramite SDI non annulla il debito sottostante. Tuttavia, secondo questa decisione, rende il credito ‘inesigibile’, ovvero non si può pretendere il pagamento fino a quando la procedura formale di invio non viene regolarizzata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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