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Diritto Civile

Produttori assicurativi gestione commercianti: No obbligo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che i produttori assicurativi che lavorano direttamente per le compagnie di assicurazione non sono obbligati a iscriversi alla Gestione Commercianti dell’INPS. La Suprema Corte ha chiarito che l’obbligo, previsto da una specifica norma, riguarda esclusivamente i produttori collegati ad agenzie e sub-agenzie, come definito dal contratto collettivo del 1939. Di conseguenza, è stata annullata la richiesta di contributi previdenziali nei confronti di un produttore ‘libero’, poiché la sua posizione non rientrava nell’ambito di applicazione della legge.

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Compenso curatore eredità giacente: la decisione

Il curatore di un’eredità giacente ha contestato il compenso liquidatogli, ritenendolo inadeguato rispetto alla complessa attività svolta, comprensiva di uno ‘stralcio divisionale’. Il Tribunale ha parzialmente accolto l’opposizione, aumentando il compenso curatore eredità giacente in virtù della particolare attività di gestione patrimoniale, pur rigettando la richiesta per l’intero importo poiché ritenuta eccessiva e non sufficientemente motivata.

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Divieto casa vacanza: il regolamento può prevalere?

Una sentenza della Corte di Appello di Roma ha confermato il divieto di destinare un appartamento a casa vacanza, in base a un regolamento condominiale del 1975. La Corte ha stabilito che la clausola che vietava attività di ‘albergo e locanda’ deve essere interpretata estensivamente, includendo anche le moderne forme di ospitalità extra-alberghiera. Secondo i giudici, l’intento originario del regolamento era quello di precludere qualsiasi attività che comportasse l’alloggio temporaneo a terzi dietro corrispettivo, in quanto potenziale fonte di disturbo. La decisione sottolinea come i regolamenti di natura contrattuale, se correttamente trascritti, siano pienamente vincolanti per tutti i condomini, anche per i successivi acquirenti.

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Indennità di occupazione: condanna e calcolo del danno

Il Tribunale di Bergamo ha condannato un soggetto, rimasto contumace, al rilascio di un immobile e al pagamento di un debito residuo di 2.800 €. La decisione stabilisce anche il versamento di una indennità di occupazione mensile di 225 € per il periodo successivo alla data fissata per il rilascio, fino all’effettiva riconsegna. La sentenza chiarisce i criteri per la condanna al pagamento di somme future e le condizioni per l’esclusione di interessi e rivalutazione monetaria.

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Prova cessione credito: onere e conseguenze legali

Un debitore si oppone a un decreto ingiuntivo. Una società finanziaria interviene sostenendo di aver acquistato il debito, ma non fornisce una prova adeguata. Il Tribunale, accogliendo l’opposizione, revoca il decreto ingiuntivo perché la prova della cessione del credito non è stata fornita. Di conseguenza, condanna la società cessionaria e il creditore originario a pagare le spese legali.

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Pignoramento fondo pensione: quando è nullo

La sentenza del Tribunale di Bergamo, N. R.G. 7147/2024, ha accolto l’opposizione di una compagnia assicurativa, dichiarando nullo un’ordinanza di assegnazione su un fondo pensione. Il caso verteva sul pignoramento fondo pensione di tipo complementare individuale (PIP). Il Giudice ha stabilito la sua assoluta impignorabilità ai sensi dell’art. 1923 c.c., in quanto le somme, a seguito del decesso del titolare, erano destinate all’erede minore (che aveva accettato con beneficio d’inventario) e non potevano essere aggredite dai creditori del defunto.

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Sovracanone idroelettrico: quando è dovuto?

Con la sentenza n. 34475 del 27/12/2019, le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che il sovracanone idroelettrico è dovuto dalle società concessionarie per il solo fatto che le opere di presa ricadano nel territorio di un comune, anche solo parzialmente incluso in un bacino imbrifero montano, a prescindere dall’altitudine. La Corte ha rigettato il ricorso di una società energetica, affermando che la finalità di finanziare opere infrastrutturali è programmatica e non un presupposto per il pagamento, confermando la natura solidaristica e non corrispettiva del tributo.

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Diritto fornitura gratuita: no a diritti senza concessione

Con la sentenza Cass. Civ., Sez. Un., n. 34469 del 27/12/2019, la Corte Suprema ha stabilito che un presunto diritto fornitura gratuita di energia, derivante da antichi diritti di derivazione d’acqua, non può essere opposto alle attuali società energetiche. La Corte ha chiarito che, dopo l’entrata in vigore del Testo Unico sulle Acque del 1933, qualsiasi diritto sull’uso delle acque pubbliche deve fondarsi su un provvedimento di concessione amministrativa. Gli accordi tra privati, anche se transattivi, non sono sufficienti a creare un diritto reale opponibile a terzi, e il ricorrente non ha provato di aver mai ottenuto tale riconoscimento formale.

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Prescrizione crediti tributari: la giurisdizione

La sentenza Cass. Civ., Sez. U, n. 34447 del 24/12/2019 risolve un contrasto sulla giurisdizione in materia di prescrizione crediti tributari. Il caso riguarda un’opposizione allo stato passivo fallimentare in cui la curatela eccepiva la prescrizione di debiti erariali maturata dopo la notifica della cartella di pagamento. Le Sezioni Unite stabiliscono che la giurisdizione appartiene al giudice ordinario (e quindi al giudice fallimentare), e non a quello tributario. La notifica della cartella segna il discrimine: le questioni successive, come la prescrizione, attengono alla fase esecutiva e sono di competenza del giudice ordinario, garantendo piena tutela al debitore.

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Prorogatio imperii amministratore: chi convoca?

La sentenza del Tribunale di Venezia, n. 3045/2024, analizza il principio di prorogatio imperii dell’amministratore di condominio. Il caso riguarda l’impugnazione di una delibera assembleare convocata da alcuni condomini dopo le dimissioni dell’amministratore. Il Tribunale ha annullato la delibera, chiarendo che l’amministratore dimissionario conserva pieni poteri, inclusa la convocazione dell’assemblea, fino alla sua effettiva sostituzione. La facoltà dei condomini di auto-convocarsi è limitata alla sola ipotesi di ‘mancanza’ totale dell’amministratore, non alla semplice cessazione dall’incarico.

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Responsabilità custode: risarcimento per caduta su buca

La sentenza del Tribunale di Ancona, n. 1191/2025, affronta il tema della responsabilità custode di un Comune per la caduta di una cittadina a causa di una buca stradale. Pur riconoscendo la responsabilità dell’ente ex art. 2051 c.c., il giudice ha ridotto il risarcimento di 1/3, ravvisando un concorso di colpa della danneggiata per non aver prestato la dovuta attenzione a un’insidia prevedibile.

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Azione revocatoria: vendita immobile tra familiari

La Corte d’Appello di Brescia, con sentenza n. 926/2018, conferma la revoca di una vendita immobiliare tra madre e figlia. La decisione si fonda sulla prova dei requisiti dell’azione revocatoria: il pregiudizio per il creditore (eventus damni), dato dal prezzo incongruo e dalla minor appetibilità del bene acquistato in sostituzione, e la consapevolezza del danno (scientia damni) in capo alla figlia, provata tramite presunzioni come il legame familiare e la conoscenza della situazione debitoria della madre.

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Continenza di cause: quando si trasferisce il processo

Con ordinanza del 30/06/2025 (N.R.G. 631/2025), il Tribunale di Ancona ha affrontato un caso di potenziale conflitto tra giudicati. Una banca aveva citato un’azienda per l’adempimento di una transazione, mentre l’azienda aveva già un causa pendente a Napoli contro la banca sullo stesso rapporto. Il giudice ha dichiarato la continenza di cause, trasferendo il procedimento a Napoli per garantire una decisione unica e coerente, condannando la banca ricorrente al pagamento delle spese legali.

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Produzione avviso di ricevimento: quando è tardi?

Con la sentenza n. 34591/2019, la Cassazione Civile, Sezione Tributaria, ha ribadito che la mancata produzione dell’avviso di ricevimento della notifica dell’atto di appello comporta l’inammissibilità del ricorso. Anche se è possibile un deposito tardivo fino all’udienza di discussione, la sua totale omissione è un vizio insanabile che impedisce al giudice di esaminare il merito della causa. Il caso riguardava un’impugnazione di cartelle esattoriali e la Corte ha respinto il ricorso della società contribuente, confermando la centralità di questo adempimento processuale.

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Opposizione decreto ingiuntivo: onere della prova

La sentenza del Tribunale di Ancona, n. 1195/2025, chiarisce un punto fondamentale nell’ambito dell’opposizione a decreto ingiuntivo: l’onere della prova. Un’azienda si è opposta a un’ingiunzione di pagamento per quasi 30.000 euro, contestando specificamente numerose fatture. Il Tribunale ha accolto parzialmente l’opposizione, revocando il decreto e riducendo il debito a circa 9.700 euro. La decisione si fonda sul principio che, a fronte di contestazioni specifiche, la fattura da sola non basta; spetta al creditore (in questo caso una società di factoring) dimostrare con ulteriori prove la fondatezza del proprio credito.

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Fideiussione consumatore: nullo il patto anti-1957

Con la sentenza n. 1201/2025 del 03/07/2025, il Tribunale di Ancona ha accolto l’opposizione di alcuni garanti, qualificandoli come consumatori. Il giudice ha dichiarato nulla la clausola di deroga all’art. 1957 c.c. contenuta nel contratto di fideiussione consumatore, ritenendola vessatoria. Di conseguenza, il diritto del creditore è stato dichiarato decaduto per non aver agito tempestivamente contro il debitore principale, con revoca del decreto ingiuntivo opposto.

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Spese custodia pignoramento: come opporsi?

La Cassazione Civile, con la sentenza n. 34751/2019, chiarisce i rimedi per contestare la liquidazione delle spese custodia pignoramento. Un creditore si era opposto, ai sensi dell’art. 170 T.U. Spese di Giustizia, al provvedimento che gli addebitava i costi del custode, sostenendo dovessero gravare sul debitore. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che tale strumento serve solo a contestare il ‘quantum’ (l’importo), non il soggetto obbligato. Per quest’ultima questione, lo strumento corretto è l’opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.).

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Insinuazione al passivo: basta l'estratto di ruolo

Con la sentenza Cass. Civ., Sez. U, n. 34751 del 10/11/2021, la Corte ha risolto un contrasto sull’insinuazione al passivo dei crediti tributari e previdenziali. Si è stabilito che per ammettere il credito non è necessaria la notifica dell’avviso di accertamento esecutivo o dell’avviso di addebito, essendo sufficiente la produzione dell’estratto di ruolo. La Corte ha inoltre confermato che la prescrizione dei crediti previdenziali resta quinquennale anche se la cartella non è stata opposta.

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Rinnovo contratto: quando la proroga è legittima?

La Cass. Civ., Sez. L, n. 34733 del 30/12/2019 analizza il caso di un rinnovo contratto di collaborazione legato a una convenzione esterna. La Corte stabilisce che se la proroga è prevista come condizione in una clausola scritta, non si tratta di un ‘rinnovo contratto’ tacito e illegittimo, anche in ambiti collegati al settore pubblico, bensì di un’integrazione del contratto originale.

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Deducibilità costi transazione: analisi della Cassazione

Con la sentenza n. 34618 del 30/12/2019, la Cass. Civ., Sez. 5, ha stabilito un principio cruciale sulla deducibilità dei costi da transazione. Il caso riguardava una società che, a seguito di un accordo transattivo con un ex socio, aveva dedotto diverse componenti negative, tra cui la perdita di un credito e il pagamento di una somma. L’Agenzia delle Entrate aveva disconosciuto parte di queste deduzioni. La Cassazione ha accolto il ricorso della società, affermando che il giudice di merito ha l’obbligo di esaminare analiticamente ogni singola componente di costo derivante dalla transazione, senza raggrupparle in un’unica categoria. La Corte ha rinviato il caso per una nuova valutazione sulla specifica rilevanza fiscale di ciascun elemento, in particolare della perdita su crediti.

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