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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Controllo della posta elettronica aziendale del dipendente
Nel caso in cui il datore di lavoro non riesca a fornire la prova che i dati di matrice tecnologica posti a fondamento della procedura disciplinare siano stati legittimamente acquisiti, la sanzione prevista dall’ordinamento discende dalla previsione generale in materia di protezione della privacy secondo cui i dati personali trattati in violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali non possono essere utilizzati.
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Concordato con continuità aziendale
Il requisito della continuità aziendale, per l’ammissione della proposta alla relativa procedura concorsuale di soluzione della crisi di impresa, richiede che l’azienda, in relazione alla quale si propone ai creditori la “prosecuzione” dell’attività per ricavarne reddittività, sia comunque “in esercizio”, al momento della proposta di concordato, non rilevando invece come cause ostative all’ammissione della proposta al predetto concordato la modificazione di una parte dell’attività produttiva ovvero la diminuzione del numero dei dipendenti.
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Concordato preventivo per differire il fallimento
La domanda di concordato preventivo presentata dal debitore non per regolare la crisi dell'impresa attraverso un accordo con i suoi creditori, ma con il palese scopo di differire la dichiarazione di fallimento, è inammissibile in quanto integra gli estremi di un abuso del processo.
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Divorzio, figlio studente universitario fuori sede
Separazione e divorzio, quantificazione del contributo ordinario e del contributo straordinario con riferimento alle concrete esigenze del figlio ed in ragione della collocazione della spesa per la residenza fuori sede del figlio – studente universitario fuori sede. In osservanza di un principio di proporzionalità, che non va attuato considerando esclusivamente la capacità economica del soggetto obbligato al versamento dell'assegno perequativo, ma che va perseguito sia comparando le condizioni economiche dei genitori, sia focalizzando le esigenze del figlio che l'assegno è volto a soddisfare, alla luce dei criteri indicati dall'articolo 337 ter c. c. , per la corretta commisurazione del contributo.
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Contribuente dichiarato fallito e atto impositivo
XXX proponeva ricorso per la cassazione della sentenza n. 2361/16 con la quale la Commissione Tributaria Regionale della Campania, a conferma della prima decisione, aveva ritenuto inammissibile il ricorso da lui proposto contro due avvisi di accertamento con i quali l'Agenzia delle Entrate aveva disconosciuto costi non documentati e recuperato l'Iva con riguardo ad altrettanti periodi di imposta. Tanto più alla luce della soluzione che si è indicata in ordine al presupposto della legittimazione sostitutiva del fallito in ambito tributario (inerzia semplice), si ritiene che debba essere preferita questa seconda interpretazione, del resto già argomentabile da Cass.
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Licenziamento per numerose assenze per malattia
YYY impugnava il licenziamento intimatogli dalla datrice di lavoro XXX s. p. a. in data 14. Le Sezioni Unite hanno chiarito che il licenziamento intimato per il perdurare delle assenze per malattia od infortunio del lavoratore, ma prima del superamento del periodo massimo di comporto fissato dalla contrattazione collettiva o, in difetto, dagli usi o secondo equità, è nullo per violazione della norma imperativa di cui all'art.
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Adozione di modelli di compliance aziendale
La responsabilità dell'ente deriva dalla valutazione sulla bontà del modello organizzativo (compliance) di prevenzione degli illeciti di cui si è dotato: l'ente che si dota di modelli organizzativi idonei e tendenzialmente efficaci potrebbe, pertanto, andare esente da responsabilità ex D. Lgs. n. 231 del 2001, pur se un reato presupposto sia stato commesso nel suo interesse o a suo vantaggio, con prevedibile effetto virtuoso anche rispetto all'incentivazione dell'adozione di modelli di compliance aziendale.
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Azione di risarcimento nei confronti degli amministratori
1.000.000,00 (poi ridotto, in sede di precisazione delle conclusioni, ad € 47. 2484, comma 3, c. c. , ossia all’iscrizione della dichiarazione di accertamento di tale causa di scioglimento nel registro delle imprese, derivandone, in caso di ritardo od omissione, una loro responsabilità verso la società, i soci ed i creditori per i danni che ne siano derivati.
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Clausola penale, prestazione della parte inadempiente
XXX S. r. l. ricorre in Cassazione nei confronti di YYY S. r. l. , contro la sentenza del 23 agosto 2021, con cui la Corte d’Appello di Bologna ha dichiarato «la nullità delle statuizioni del lodo rituale sottoscritto dall’Arbitro Unico Collegio Arbitrale in data 10 luglio 2014», all’esito di procedimento arbitrale svoltosi tra le parti, nonché «la nullità della clausola penale contenuta nell’art. 5 della scrittura in data 30 novembre 2005», rigettando di conseguenza l’originaria domanda proposta nel procedimento arbitrale dall’odierna ricorrente, volta alla condanna di YYY S. r. l. al pagamento della penale contrattuale prevista in detta scrittura e regolando le spese di lite.
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Infortuni sul lavoro, condotta del lavoratore infortunato
Nel caso esaminato, la Corte di appello di Bari ribaltava l'esito assolutorio della pronuncia resa dal Tribunale di Foggia nei confronti di XXX per il reato di cui all'articolo 589, comma 2, c. p. La vicenda atteneva all'infortunio nel quale perdeva la vita YYY. Lo sviluppo di tali premesse consentiva ai giudici di merito di sostenere, in modo logico e coerente, la ricorrenza del necessario nesso di causalità tra la condotta omissiva del garante della normativa antinfortunistica e l'evento lesivo, rapporto che deve ritenersi interrotto, ai sensi dell'articolo 41, comma 2, c. p. , solo nel caso in cui sia dimostrata l'abnormità del comportamento del lavoratore, evenienza che si escludeva nel presente caso.
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Licenziamento intimato per scarso rendimento
Tali dati sono stati posti a confronto con i dati di produzione (raccolta impieghi) degli altri colleghi - enormemente superiori a quelli del ricorrente - sì da concludere per l'effettività dello scarso rendimento e della sua gravità. Una volta escluse, perciò, le situazioni allegate dal lavoratore (sua condizione di emarginazione e disponibilità di dotazioni e tecnologie insufficienti o diverse da quelle dei colleghi impiegati come lui nel settore sviluppo), che avrebbero potuto quantomeno in parte giustificarlo, correttamente è stato ritenuto dimostrato che il suo scarso rendimento era a lui imputabile a titolo quanto meno di colpa.
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Nullità della delibera assembleare, società per azioni
Il Tribunale di Pistoia, con sentenza del 16/6/2015, rigettava le domande proposte da YYY. n. 20170 del 2022, che ha confermato la decisione impugnata nella parte in cui ha esaminato nel merito la domanda di accertamento della nullità di un contratto quadro di intermediazione mobiliare, contenuta nell'atto di appello e fondata su un motivo di nullità diverso da quello dedotto in primo grado, escludendone l'inammissibilità), in dispositivo, la nullità della delibera stessa.
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Art. 168 ter c.p. – Effetti della sospensione del procedimento con messa alla prova –
Durante il periodo di sospensione del procedimento con messa alla prova il corso della prescrizione del reato è sospeso. L'estinzione del reato non pregiudica l'applicazione delle sanzioni amministrative accessorie, ove previste dalla legge.
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Art. 168 bis c.p. – Sospensione del procedimento con messa alla prova dell’imputato –
Nei procedimenti per reati puniti con la sola pena edittale pecuniaria o con la pena edittale detentiva non superiore nel massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria, nonché per i delitti indicati dal comma 2 dell'articolo 550 del codice di procedura penale, l'imputato, anche su proposta del pubblico ministero, può chiedere la sospensione del processo con messa alla prova. La prestazione è svolta con modalità che non pregiudichino le esigenze di lavoro, di studio, di famiglia e di salute dell'imputato e la sua durata giornaliera non può superare le otto ore.
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Ammissione alla prova, responsabilità degli enti
Avverso la suddetta sentenza, comunicata alla Procura generale presso la Corte di appello di Trento in data 23 dicembre 2019, è stato proposto dal Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Trento. Le Sezioni Unite hanno ritenuto di privilegiare l'interpretazione, secondo cui l'istituto della messa alla prova, di cui all'articolo 168-bis c. p. , non può essere applicato agli enti in relazione alla responsabilità amministrativa dipendente da reato, di cui al Decreto Legislativo n. 231 del 2001.
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Assegno divorzile in favore del marito
La Corte di appello di Ancona accoglieva parzialmente l'appello della moglie riducendo parzialmente l'assegno divorzile in favore del marito ad Euro 200,00 mensili. Il giudice del merito ha infatti messo in risalto il fatto che il completamento del ciclo di studi e della fase di specializzazione seguita dal dottorato era avvenuto grazie al contributo economico del marito giacché le somme percepite dalla moglie per la loro entità non coprivano gli esborsi connessi alla professione (affitto di studio, assicurazione professionale).
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Corrispettivo a corpo e parziale inadempimento
In data 25 maggio 2010 veniva concluso un contratto di noleggio a freddo dei ponteggi (con tutta la relativa attrezzatura), stipulato con riferimento a tre diversi cantieri. In conformità all'orientamento della giurisprudenza della Suprema Corte, invece, va affermato il principio secondo cui, in caso di pattuizione contrattuale del pagamento "a corpo", qualora il contratto di noleggio a freddo sia eseguito parzialmente, il corrispettivo dovuto per le opere realizzate deve sempre essere calcolato con il criterio "a corpo" e non può essere computato "a misura", rimanendo irrilevante l'elenco dei prezzi contenuti nel computo metrico estimativo.
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Assegni postdatati e privi di copertura
In tema d'insolvenza fraudolenta, la prova del preordinato proposito di non adempiere alla prestazione dovuta sin dalla stipula del contratto, dissimulando lo stato di insolvenza, può essere desunta anche da argomenti induttivi seri e univoci, ricavabili dal contesto dell'azione e dal comportamento successivo all'assunzione dell'obbligazione, ma non esclusivamente dal mero inadempimento che, in sé, costituisce un indizio equivoco del dolo (sez. 2, n. 6847 del 21/01/2015, in fattispecie, del tutto analoga a quella rappresentata nella sentenza impugnata, in cui, la Corte ha ritenuto che l'acquisto della merce tramite assegni postdatati e privi di copertura fino al giorno precedente la scadenza dei titoli, fosse espressione del successivo inadempimento ma non della preordinata dissimulazione dello stato di insolvenza).
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Legale rappresentante società, beneficio dal reato
In tema di reati commessi nell'interesse di un'impresa dal suo legale rappresentante, il sequestro e la confisca diretta possono colpire le somme nella disponibilità della società e non già quelle in possesso del legale rappresentante. L'ordinamento consente di colpire direttamente il legale rappresentante di una società, che abbia tratto beneficio economico dal reato commesso nel suo interesse dalla persona fisica, ma lo fa attraverso il diverso strumento della confisca (e del sequestro) per equivalente - sempre che risulti impossibile o insufficiente il sequestro diretto del profitto del reato nei confronti dell'ente che ha tratto vantaggio dalla commissione del reato - misura ablatoria questa di natura sanzionatoria (Sez.
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Concetto di scoperta del vizio della merce acquistata
Ai fini della decorrenza del termine breve di otto giorni previsto dall'articolo 1495 c.c. per l'azione di garanzia dei vizi della cosa venduta, il dies a quo coincide con il giorno di ricevimento della merce soltanto per il vizio apparente, mentre per gli altri vizi, ossia per quelli non rilevabili attraverso un rapido e sommario esame del bene, utilizzando una diligenza inferiore a quella ordinaria, decorre dal momento dell'effettiva scoperta degli stessi (Cass., Sez. 2, 03/08/1994, n. 7202), che si ha quando il compratore ne abbia acquistato certezza obiettiva e completa (e non dalla data in cui i vizi avrebbero potuto essere astrattamente conosciuti)(vedi Cass., Sez. 2, 16/3/2011, n. 6169), sicché, ove la scoperta del vizio avvenga gradatamente ed in tempi diversi e successivi, in modo da riverberarsi sulla consapevolezza della sua entità, occorre far riferimento al momento in cui si sia completata la relativa scoperta (Cass., Sez. 2, 27/5/2016, n. 11046; Sez. 6-2, 20/12/2021, n. 40814).
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