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Divorzio, figlio studente universitario fuori sede

Separazione e divorzio, quantificazione del contributo ordinario e del contributo straordinario con riferimento alle concrete esigenze del figlio ed in ragione della collocazione della spesa per la residenza fuori sede del figlio – studente universitario fuori sede. In osservanza di un principio di proporzionalità, che non va attuato considerando esclusivamente la capacità economica del soggetto obbligato al versamento dell’assegno perequativo, ma che va perseguito sia comparando le condizioni economiche dei genitori, sia focalizzando le esigenze del figlio che l’assegno è volto a soddisfare, alla luce dei criteri indicati dall’articolo 337 ter c. c. , per la corretta commisurazione del contributo.

Pubblicato il 11 June 2023 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile

Separazione e divorzio, quantificazione del contributo ordinario e del contributo straordinario con riferimento alle concrete esigenze del figlio ed in ragione della collocazione della spesa per la residenza fuori sede del figlio – studente universitario fuori sede.

 

La determinazione dell’assegno di mantenimento periodico deve tenere conto dei rispettivi redditi dei genitori, delle ulteriori sopravvenienze economiche, dei risparmi, della disponibilità di alloggi di proprietà (cfr. Cass. n. 6197/2005 e Cass. n. 3974/2002), in uno con la considerazione delle esigenze attuali dei figli e del tenore di vita da loro goduti (Cass. n. 4811/2018, Cass. n. 16739/2020, Cass. n. 19299/2020, Cass. n. 28483/2022; Cass. n. 4145/2023), nonché dei tempi di permanenza degli stessi presso ciascuno dei genitori e della valenza economica dei compiti domestici e di cura da loro assunti (Cass. n. 17089/2013), in osservanza di un principio di proporzionalità, che non va attuato considerando esclusivamente la capacità economica del soggetto obbligato al versamento dell’assegno perequativo, ma che va perseguito sia comparando le condizioni economiche dei genitori, sia focalizzando le esigenze del figlio che l’assegno è volto a soddisfare, alla luce dei criteri indicati dall’articolo 337 ter c.c., per la corretta commisurazione del contributo.

Per ciò che concerne la quantificazione del contributo ordinario e del contributo straordinario con riferimento alle concrete esigenze del figlio ed in ragione della collocazione della spesa per la residenza fuori sede del figlio – studente universitario fuori sede – tra quelle ordinarie, piuttosto che tra quelle straordinarie (circoscritte, ingiustamente, alle sole spese sanitarie non coperte dal SSN ed alle rette universitarie), si è osservato quanto segue.

E’ necessario premettere che la previsione della contribuzione alle spese straordinarie riguarda quelle che per la loro rilevanza, la loro imprevedibilità e la loro imponderabilità esulano dall’ordinario regime di vita dei figli (Cass. n. 40281/2021) e, per tale ragione, non sono agevolmente conglobabili in un assegno con cadenza periodica, pur essendo destinate a soddisfare esigenze coerenti con le finalità di educazione ed assistenza dei figli, di guisa che rettamente viene disciplinata, tranne che in casi eccezionali, in maniera autonoma dal giudice.

Quanto alla ripartizione pro quota delle spese straordinarie, la Suprema Corte ha chiarito che queste non vanno necessariamente collocate in ragione della metà per parte, secondo il principio generale vigente in materia di debito solidale, ma tenendo conto del duplice criterio delle rispettive sostanze patrimoniali disponibili e della capacità di lavoro professionale o casalingo di ciascuno di essi (Cass. n. 25723/2016).

Si è, altresì, considerato che, all’interno della contribuzione per spese straordinarie possono confluire più voci, risultando distinguibili (a) gli esborsi che sono destinati ai bisogni ordinari del figlio e che, certi nel loro costante e prevedibile ripetersi, anche lungo intervalli temporali, più o meno ampi, sortiscono l’effetto di integrare l’assegno di mantenimento (spese di istruzione e connesse, spese mediche ordinarie); (b) le spese che, imprevedibili e rilevanti nel loro ammontare, sono in grado di recidere ogni legame con i caratteri di ordinarietà dell’assegno di contributo al mantenimento (Cass. n. 379/2021).

Da ciò consegue che la quantificazione della contribuzione straordinaria, pur mutuando i criteri già indicati per l’assegno di mantenimento quanto alla comparazione dei redditi dei genitori ed alla opportuna proporzionalità della partecipazione, non assolve ad un’esigenza esclusivamente perequativa, come l’assegno di mantenimento, perché la contribuzione straordinaria ha la funzione di assicurare la provvista per specifiche esigenze dei figli, ritenute proporzionate al loro interesse, e ciò, evidentemente, tende a riverberarsi nello specifico apprezzamento che il giudice di merito deve compiere per stabilirne la ripartizione.

Corte di Cassazione, Ordinanza n. 15215 del 30 maggio 2023

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