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Giurisprudenza Civile

Edifici di culto: l’onere della prova sulla destinazione
Un ente ministeriale ha rivendicato la proprietà di una chiesa, parte di un complesso ceduto storicamente a un ente pubblico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che grava sull'ente rivendicante l'onere della prova di dimostrare che l'edificio fosse effettivamente destinato al culto al momento della cessione originaria. In assenza di tale prova, la cessione dell'intero complesso è da considerarsi legittima e comprensiva della proprietà della chiesa.
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Ripetizione indebito conto aperto: la Cassazione chiarisce
Una società ha citato in giudizio il proprio istituto di credito per l'applicazione di interessi illegittimi e altre spese non dovute su un conto corrente. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4214/2024, ha affrontato il tema della ripetizione indebito conto aperto, confermando che il cliente non può ottenere la restituzione materiale delle somme finché il rapporto è in corso, se i versamenti effettuati hanno avuto natura meramente ripristinatoria della provvista. Può, tuttavia, ottenere l'accertamento del saldo corretto e la rettifica del conto. La Corte ha rigettato sia il ricorso della banca che quello della società correntista.
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Ripartizione mutuo cointestato: la Cassazione decide
In un caso di separazione, la Cassazione ha chiarito i principi sulla ripartizione mutuo cointestato. La Corte ha stabilito che la divisione interna del debito si basa sull'effettivo beneficiario delle somme, rigettando il ricorso di una ex coniuge che contestava la valutazione delle prove. L'ordinanza sottolinea come il giudizio di Cassazione non possa riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.
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Inadempimento contratto preliminare: quando è grave?
Un promissario acquirente chiede la risoluzione per inadempimento del contratto preliminare di un immobile in costruzione a causa del ritardo nella consegna. La Cassazione conferma la decisione d'appello, negando la risoluzione perché il termine non era essenziale e l'inadempimento della società venditrice non era di grave importanza.
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Servitù di passaggio: la ghiaia da sola non basta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4195/2024, ha respinto la richiesta di riconoscimento di una servitù di passaggio. La Corte ha stabilito che la mera presenza di ghiaia su un sentiero non costituisce un'opera visibile e permanente, requisito essenziale sia per l'usucapione sia per la costituzione della servitù per destinazione del padre di famiglia. La domanda è stata rigettata in tutti i gradi di giudizio, confermando che per ottenere un diritto di passo è necessaria una prova rigorosa di opere stabili destinate al suo esercizio.
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Prescrizione presuntiva: giuramento al curatore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4225/2024, ha chiarito la disciplina della prescrizione presuntiva nei contenziosi fallimentari. Un professionista, il cui credito era stato escluso dallo stato passivo per intervenuta prescrizione, ha deferito il giuramento decisorio al curatore. La Corte ha stabilito che la dichiarazione di 'non conoscenza' del curatore circa l'estinzione del debito equivale al mancato giuramento, superando così l'eccezione di prescrizione e portando all'ammissione del credito.
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Azione di regolamento di confini: quando non basta
Una proprietaria avvia un'azione di regolamento di confini per recuperare una porzione di terreno occupata dal vicino. Tuttavia, la Corte di Cassazione conferma che la domanda di restituzione viene bloccata se il vicino dimostra di aver acquisito la proprietà di quella porzione per usucapione. La sentenza chiarisce il rapporto tra l'azione di regolamento di confini e l'eccezione riconvenzionale di usucapione.
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Responsabilità commercialista: quando è risarcibile?
Un imprenditore cita in giudizio il proprio commercialista per non aver impugnato una sentenza tributaria. La Cassazione chiarisce i limiti della responsabilità professionale del commercialista, affermando che il danno da perdita di chance non è risarcibile se mancano concrete probabilità di successo nel merito della causa originaria. Il ricorso dell'imprenditore è stato dichiarato inammissibile.
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Abuso di foglio in bianco: quando serve la querela
La Corte di Cassazione chiarisce la distinzione tra riempimento di un documento 'contra pacta' (in violazione di accordi) e 'absque pactis' (senza accordi). In un caso riguardante la vendita di automezzi legata a una cessione di quote societarie, la Corte ha stabilito che l'abuso di foglio in bianco in violazione di un mandato preesistente non richiede la querela di falso, ma un'azione ordinaria per far valere l'inadempimento. Il ricorso è stato rigettato per l'errata scelta processuale e per la mancata specifica censura della ricostruzione dei fatti operata dalla corte di merito.
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Valutazione delle prove in Cassazione: i limiti
Una società fornitrice di enzimi alimentari ottiene un decreto ingiuntivo contro una società acquirente per il mancato pagamento di una fornitura. L'acquirente si oppone, lamentando l'inadempimento della fornitrice. Dopo aver perso in primo grado e in appello, la società acquirente ricorre in Cassazione. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, sottolineando che non è possibile contestare in sede di legittimità la valutazione delle prove effettuata dal giudice di merito, se non per specifici vizi di legge. Il caso evidenzia i rigorosi limiti procedurali del giudizio di Cassazione.
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Socio occulto: responsabilità illimitata per i debiti
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità illimitata di un socio occulto per i debiti di una S.r.l. L'ordinanza chiarisce che tale responsabilità è autonoma e non cessa con l'estinzione della società. La prova della qualità di socio occulto può essere fornita anche tramite presunzioni, specialmente quando l'azione è promossa da un creditore terzo.
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Autorizzazione impianto vigneti: Cassazione decide
Una società agricola ha impiantato un nuovo vigneto entro la scadenza dell'autorizzazione, ma ha comunicato tardivamente la fine dei lavori. La Corte d'Appello ha annullato la sanzione, ritenendola una mera irregolarità. La Corte di Cassazione, invece, ha ribaltato la decisione, stabilendo che la comunicazione tempestiva è un elemento essenziale per il corretto utilizzo dell'autorizzazione impianto vigneti. La sua omissione rende l'impianto illecito e quindi legittima l'applicazione delle sanzioni.
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Successione crediti società estinta: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due ex soci che rivendicavano un credito di una società estinta. La Corte ha confermato la decisione di merito che aveva ravvisato una rinuncia tacita al credito, desunta dalla sua mancata iscrizione nel bilancio finale di liquidazione. La vicenda chiarisce i limiti della successione crediti società estinta, sottolineando che la valutazione dei comportamenti che configurano una rinuncia è un accertamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità se non per vizi specifici.
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Data certa: accordo inopponibile al fallimento
Una società creditrice si è vista respingere la richiesta di ammissione al passivo fallimentare di un'altra società per un credito derivante da una clausola penale. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che l'accordo contenente la penale era privo di data certa anteriore alla dichiarazione di fallimento, rendendolo così inopponibile alla curatela. La Corte ha inoltre chiarito che il giudice del rinvio poteva esaminare tale questione, poiché non coperta da un precedente giudicato implicito, essendo stata assorbita in precedenza secondo il principio della "ragione più liquida".
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Multa parcheggio scaduto: la decisione della Cassazione
Un automobilista ha contestato diverse multe per sosta con ticket scaduto, sostenendo che si trattasse di un mero inadempimento contrattuale da saldare con la differenza tariffaria. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la multa parcheggio scaduto costituisce un illecito amministrativo pienamente legittimo. La Corte ha inoltre chiarito che una vecchia ordinanza comunale istitutiva delle strisce blu resta valida anche dopo l'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada e ha precisato le regole sull'onere della prova riguardo l'obbligo di parcheggi gratuiti in prossimità di una ZTL.
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Trascrizione immobile: la nota è la prova decisiva
Una parte acquirente in una permuta agisce per rivendicare una porzione di giardino venduta a terzi. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, evidenziando che per la validità della trascrizione immobile, la prova decisiva è la nota di trascrizione, non prodotta in giudizio. Senza di essa, l'esatta estensione del diritto non è opponibile ai successivi acquirenti. La Corte ha inoltre confermato che accordi successivi possono modificare i patti originali.
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Fatturazione 28 giorni: Cassazione conferma illegittimità
La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità della pratica di fatturazione a 28 giorni adottata da una compagnia telefonica, rigettando il suo ricorso. La Corte ha stabilito che tale modifica unilaterale del contratto costituisce una pratica commerciale scorretta perché lede la trasparenza e la capacità del consumatore di confrontare le offerte, alterando in modo occulto il costo annuale del servizio. La decisione si fonda sul principio di buona fede contrattuale e sul consolidato uso commerciale della fatturazione su base mensile.
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Responsabilità professionale avvocato: onere della prova
Una coppia cita in giudizio il proprio avvocato per presunti inadempimenti professionali nella gestione di una causa di risarcimento danni. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, dichiara il ricorso inammissibile. La motivazione centrale risiede nella mancata dimostrazione, da parte dei clienti, della probabilità di un esito favorevole della causa originaria, un elemento essenziale per configurare la responsabilità professionale avvocato e il conseguente diritto al risarcimento per perdita di chance.
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Estensione domanda al terzo: quando non è automatica
Una committente cita in giudizio il proprio progettista per inadempimento contrattuale. Il progettista chiama in causa un terzo collaboratore, indicandolo come responsabile. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4204/2024, chiarisce che l'estensione della domanda al terzo non è automatica se il rapporto giuridico tra convenuto e terzo è diverso da quello tra attore e convenuto. In assenza di una specifica domanda dell'attrice contro il terzo, quest'ultimo non può essere condannato. Il ricorso è stato rigettato anche per l'inammissibilità di altri motivi legati alla quantificazione del danno e al principio di autosufficienza.
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Progressione per saltum: domanda essenziale per agire
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4179/2024, ha stabilito che un dipendente pubblico non può contestare l'illegittimità di un bando di concorso che esclude la progressione per saltum se non ha prima presentato la relativa domanda di partecipazione. Secondo la Corte, la mancata presentazione dell'istanza impedisce il sorgere di un interesse ad agire concreto e attuale, rendendo inammissibile il ricorso. La presentazione della domanda è un presupposto indispensabile per poter poi impugnare l'eventuale provvedimento di diniego.
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