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Codice Civile
Codice Penale

Giurisprudenza Civile

Infortunio sul lavoro, esborsi effettuati dal datore

Gli esborsi a titolo di retribuzione effettuati dal datore di lavoro, in adempimento di un dovere fissato dalla legge o dal contratto, in favore del dipendente per il periodo di inabilità temporanea conseguente ad infortunio, e, quindi, senza ricevere il corrispettivo costituito dalle prestazioni lavorative, integrano un danno che si ricollega con nesso di causalità a detto infortunio e come tale deve essere risarcito dal terzo responsabile del fatto medesimo. Costituiscono competente di tale danno anche i contributi dovuti dal datore di lavoro agli enti di assicurazione sociale, il cui diritto si prescrive in due anni.

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Interrogatorio formale nel processo civile

232 c. p. c. , nella parte in cui statuisce che il collegio, valutato ogni altro elemento di prova, può ritenere come ammessi i fatti dedotti nell’interrogatorio è applicabile anche in caso di dichiarazioni che per il loro tenore evasivo o non attendibile, risultino equiparabili alla mancata risposta.

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Il contratto telefonico è a forma libera

3 del D. M. 8 settembre 1988, n. 484, avente ad oggetto l’approvazione del regolamento di servizio per l’abbonamento telefonico, dispone che il contratto si perfeziona con la sottoscrizione della polizza ovvero a seguito dell’attivazione dell’impianto.

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Attività del difensore, cause perse

Con riferimento alle c. d. cause perse, l’attività del difensore, se ben svolta, può essere preziosa, al fine di limitare o di escludere il pregiudizio insito nella posizione del cliente, se non altro sollevando le eccezioni relative ad eventuali errori di carattere sostanziale o processuale della controparte. Egli espone in tal modo il cliente all’incremento del pregiudizio iniziale, se non altro a causa delle spese processuali a cui va incontro, per la propria difesa e per quella della controparte.

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Ricorso per Cassazione, deduzioni contenute nell’atto

Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 16147 dell’8 luglio 2010

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Procacciatore di affari, iscrizione albo professionale

2, comma 4, stabilisce che l’iscrizione al ruolo deve essere richiesta anche se l’attività viene esercitata in modo occasionale o discontinuo da coloro che svolgono, su mandato a titolo oneroso, attività per la conclusione di affari relativi ad immobili o ad aziende. Ne consegue che anche i procacciatori di affari, che svolgono l’attività di intermediazione per la conclusione dell’affare su incarico di una parte, devono essere iscritti all’albo professionale di cui alla legge 39/1989, con la conseguenza che la mancata iscrizione esclude il diritto alla provvigione.

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Mediazione e procacciamento di affari, elementi comuni

In tema di rapporti tra mediazione e procacciamento di affari, costituisce elemento comune a dette figure la prestazione di un’attività di intermediazione diretta a favorire tra terzi la conclusione di un affare, con conseguente applicazione di alcune identiche disposizioni in materia di diritto alla provvigione. Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 16147 dell’8 luglio 2010

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Mediazione atipica, c.d. procacciatore di affari

L’ipotesi della mediazione atipica, o del c. d. procacciatore di affari, rientra nell’ambito di applicabilità della disposizione prevista dall’art. 2 della legge n. 39 del 1989, ragion per cui il suo svolgimento in difetto di tale condizione esclude, ai sensi dell’art.

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Diritti o obblighi dei partecipanti al condominio

In considerazione della peculiarità del condominio, caratterizzato dalla presenza di un pluralità di unità immobiliari che insistono nel medesimo fabbricato, i diritti o gli obblighi dei partecipanti vanno necessariamente determinati alla luce della disciplina dettata dall’art.

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Apertura di finestre, trasformazione di luce in veduta

1102, primo comma, c. c. , ciascun condomino è libero di servirsi della cosa comune, anche per fine esclusivamente proprio, traendo ogni possibile utilità, purché non alteri la destinazione della cosa comune e consenta un uso paritetico agli altri condomini. L’apertura di finestre, ovvero, la trasformazione di luce in veduta su un cortile comune, rientra nei poteri spettanti ai condomini ai sensi dell’art.

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Socio occulto di una società in accomandita semplice

La situazione di socio occulto di una società in accomandita semplice, la quale è caratterizzata dall’esistenza di due categorie di soci, che si diversificano a seconda del livello di responsabilità (illimitata per gli accomandatari e limitata alla quota conferita per gli accomandanti ex art. 2312 c. c. ), non è idonea a far presumere la qualità di accomandatario, essendo necessario, a tal fine, accertare di volta in volta la posizione in concreto assunta da detto socio, il quale, di conseguenza, assume responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali, ai sensi dell’art.

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Fallimento del socio illimitatamente responsabile

L’esistenza del rapporto sociale, anche al fine della dichiarazione di fallimento del socio illimitatamente responsabile a norma dell’art. 147 della legge fallimentare, può risultare da indici rilevatori quali le fideiussioni e i finanziamenti in favore dell’imprenditore, allorquando essi, ancorché riguardanti il solo momento esecutivo dei rapporti obbligatori della società, siano, per la loro sistematicità e […]

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Litisconsorzio necessario, opposizione fallimento

I creditori istanti per il fallimento di società di persone o imprenditore individuale, assumono la posizione di litisconsorti necessari nel giudizio di opposizione alla dichiarazione di fallimento proposto dal socio illimitatamente responsabile, cui sia stato esteso il fallimento della società di persone o il fallimento del socio, ritenuto inizialmente imprenditore individuale. Cassazione Civile, Sezione Prima, […]

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Incompatibilità, funzioni di difensore e teste

Il linea di principio non sussiste una incompatibilità tra l’esercizio delle funzioni di difensore e quelle di teste nell’ambito del medesimo giudizio, se non nei termini della contestualità, per cui contemporaneamente il difensore non può essere anche testimone.

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Cause di scioglimento della comunione

191 c. c. prevede le cause di scioglimento della comunione e, tra essi, la separazione personale (giudiziale o consensuale). Secondo un costante indirizzo giurisprudenziale, lo scioglimento si perfeziona con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione giudiziale, o l’omologa di quella consensuale.

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Conduttore, sanare la mora per non più di tre volte

Come assolutamente pacifico, la norma di cui all’art. 55 della legge 27 luglio 1978 n. 392 (sulla possibilità, per il conduttore di sanare la mora in sede giudiziale per non più di tre volte nel corso di quadriennio) mira a tutelare i soggetti che assumono in locazione un immobile per adibirle al soddisfacimento di primarie […]

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Usufrutto, estensione alle accessioni del bene

L’estensione dell’usufrutto alle accessioni della cosa non è subordinata, nel caso di costruzioni o piantagioni fatte dal proprietario con il consenso dell’usufruttuario o per disposizione della pubblica autorità, alla condizione della corresponsione degli interessi sulle somme impiegate.

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Erede apparente, terzo avente causa

Il terzo avente causa a titolo oneroso dall’erede apparente ha l’onere di provare la sua buona fede, consistente nella dimostrazione dell’idoneità del comportamento dell’alienante ad ingenerare la ragionevole convinzione di trattare con il vero erede, nonché dell’esistenza di circostanze indicative dell’ignoranza incolpevole di esso acquirente circa la realtà della situazione ereditaria al momento dell’acquisto. Cassazione Civile, Sezione Seconda, Sentenza n. 2653 del 4 febbraio 2010

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Le cd. prove atipiche, divieti e preclusioni processuali

Nel vigente ordinamento processuale improntato al principio del libero convincimento del giudice, la possibilità di porre a fondamento della decisione prove non espressamente previste dal codice di rito, purché sia fornita adeguata motivazione della relativa utilizzazione, deve tuttavia escludersi che le prove cd.

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Opposizione a sanzione amministrativa, costituzione della Pubblica Amministrazione a mezzo del servizio postale, ammissibilità

Nel giudizio di opposizione all’ordinanza – ingiunzione, disciplinato dagli artt. 22 e 23 della legge n. 689 del 1981, l’inosservanza della forma prevista dal citato art. 23, secondo comma, per fa pervenire al giudice la documentazione ivi specificata, non incide sullo scopo al quale è preordinata la previsione normativa, sicché il fatto che la documentazione […]

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