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Riconoscimento di debito: la garanzia è valida

La sentenza del Tribunale di Bergamo, Sez. III, del 09/07/2025 (R.G. 1497/2025), rigetta l’opposizione a un decreto ingiuntivo, confermando l’efficacia di una garanzia personale. La decisione si fonda sulla qualificazione della garanzia come negozio unilaterale vincolante e sul valore di un autonomo riconoscimento di debito, anche in presenza di trattative fallite per la rateizzazione del debito principale. Il caso evidenzia come un impegno a pagare, anche se contenuto in una proposta non accettata, possa costituire una prova del credito.

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Pubblicato il 10 luglio 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile

Riconoscimento di Debito Unilaterale: Quando la Garanzia Resiste a Ogni Eccezione

Una recente sentenza del Tribunale di Bergamo offre spunti cruciali sull’efficacia del riconoscimento di debito e sulla validità delle garanzie personali, anche quando le trattative tra debitore e creditore falliscono. Il caso analizza come una promessa unilaterale di pagamento, contenuta in un piano di rientro mai accettato, e una garanzia prestata ‘senza riserve’ possano creare obbligazioni giuridicamente vincolanti e difficili da contestare. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Un Decreto Ingiuntivo e una Garanzia Contestata

La vicenda trae origine dall’opposizione a un decreto ingiuntivo emesso a favore di una società creditrice. Quest’ultima aveva ottenuto l’ordine di pagamento nei confronti di tre persone fisiche che si erano costituite garanti per un’obbligazione di una società debitrice principale.

Gli opponenti (i garanti) contestavano la richiesta di pagamento, sostenendo, tra le altre cose, che la garanzia fosse legata a un piano di rateizzazione del debito principale proposto dalla società debitrice ma mai formalmente accettato dalla creditrice. A loro avviso, il fallimento di questo accordo avrebbe reso inefficace anche la loro garanzia.

La società creditrice, invece, si difendeva sostenendo la piena validità ed efficacia sia del debito principale sia della garanzia. In particolare, faceva leva su due documenti chiave:
1. Una proposta di rateizzazione proveniente dalla società debitrice, che la creditrice interpretava come un inequivocabile riconoscimento di debito ai sensi dell’art. 1988 del codice civile.
2. L’atto di garanzia, con cui i tre garanti si impegnavano a pagare ‘senza alcuna riserva od eccezione‘ entro 7 giorni dalla richiesta, configurando così una garanzia autonoma o a prima richiesta.

La Decisione del Tribunale: Opposizione Rigettata

Il Tribunale di Bergamo ha rigettato integralmente l’opposizione, confermando il decreto ingiuntivo e dichiarandolo esecutivo. I garanti sono stati inoltre condannati al pagamento delle spese legali.

Il valore del riconoscimento di debito

Il giudice ha stabilito che la proposta di rateizzazione del debito, pur non essendo stata perfezionata come contratto bilaterale, costituiva una ‘perfetta in quanto costitutivamente unilaterale ricognizione di debito ex art. 1988 c.c.’. Di conseguenza, tale atto era di per sé sufficiente a provare l’esistenza del credito, invertendo l’onere della prova a carico dei debitori/garanti.

L’autonomia della garanzia

Il Tribunale ha inoltre qualificato l’impegno dei garanti come un negozio giuridico unilaterale ai sensi dell’art. 1333 c.c. Questo articolo disciplina i contratti con obbligazioni a carico del solo proponente, che diventano irrevocabili non appena giungono a conoscenza del destinatario, senza bisogno di un’accettazione esplicita. La clausola ‘senza alcuna riserva od eccezione’ rafforzava ulteriormente questo carattere autonomo, svincolando l’obbligo dei garanti dalle vicende del rapporto principale, inclusa la mancata conclusione dell’accordo di rateizzazione.

Le Motivazioni della Sentenza

Il Tribunale ha motivato la sua decisione sottolineando la netta distinzione tra il piano di rientro del debito principale e l’obbligazione di garanzia. Quest’ultima, per come era stata formulata, era un impegno autonomo e irrevocabile, destinato a produrre effetti con la sola manifestazione di volontà dei garanti e la sua ricezione da parte del creditore. Le trattative per la rateizzazione, sebbene menzionate, non ne condizionavano la validità.

Il giudice ha chiarito che una comunicazione dell’avvocato della creditrice, in cui si menzionava ‘l’impossibilità di giungere ad un accordo’, si riferiva al complesso accordo transattivo che includeva la rateizzazione, e non a un rifiuto della garanzia unilaterale, che era già stata efficacemente prestata. La garanzia era un atto giuridico a sé stante, e il suo scopo era proprio quello di tutelare il creditore a prescindere da future contestazioni o accordi.

Inoltre, la corte ha ritenuto non provata l’eccezione di un presunto pagamento parziale, poiché basata su un documento non sottoscritto e quindi privo di valore probatorio sufficiente.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce principi fondamentali in materia di obbligazioni e garanzie. In primo luogo, conferma che un atto unilaterale, come una proposta dettagliata di pagamento, può integrare un riconoscimento di debito con l’importante effetto di dispensare il creditore dal provare il rapporto fondamentale. In secondo luogo, evidenzia la forza vincolante delle garanzie personali prestate con clausole ‘a prima richiesta’ o ‘senza eccezioni’. Tali impegni vengono interpretati come negozi unilaterali autonomi, validi ed efficaci indipendentemente dall’accettazione del creditore o dalle sorti del rapporto sottostante. Per i garanti, ciò significa che l’impegno assunto è estremamente serio e difficilmente revocabile, anche se le circostanze del debitore principale cambiano.

1. Una proposta di rateizzazione non accettata dal creditore può essere usata come prova del debito?
Sì. Secondo la sentenza, una proposta di rateizzazione dettagliata, anche se non si perfeziona come contratto, può costituire un ‘riconoscimento di debito’ ai sensi dell’art. 1988 c.c. Questo atto unilaterale è sufficiente a provare l’esistenza del credito, dispensando il creditore dall’onere di fornire altre prove.2. Quando una garanzia personale diventa vincolante per chi la presta?
Una garanzia personale che preveda obbligazioni solo per il garante può diventare vincolante non appena la promessa giunge a conoscenza del creditore, senza che sia necessaria un’accettazione formale. Il Tribunale l’ha qualificata come un negozio unilaterale ex art. 1333 c.c., irrevocabile dal momento della ricezione da parte del destinatario.

3. Una clausola ‘senza alcuna riserva od eccezione’ che effetto ha sulla garanzia?
Questo tipo di clausola rende la garanzia autonoma rispetto al debito principale. Significa che il garante è tenuto a pagare a semplice richiesta del creditore, senza poter opporre le eccezioni che potrebbe sollevare il debitore principale (ad esempio, contestazioni sulla fornitura). L’impegno del garante è, nei limiti dell’importo garantito, quasi assoluto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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