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Diritto Bancario

Prova cessione crediti: la G.U. non basta

Una società e i suoi garanti hanno appellato una sentenza che aveva parzialmente confermato un debito verso una banca. La questione decisiva è diventata la prova della cessione dei crediti, avvenuta a favore di una nuova entità finanziaria. La Corte d’Appello, pur respingendo i motivi d’appello iniziali su calcolo degli interessi e nullità della fideiussione, ha dato ragione agli appellanti su un punto cruciale. Ha stabilito che la nuova società non aveva fornito una prova adeguata del trasferimento del credito, poiché la sola pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (G.U.) è insufficiente quando l’esistenza stessa della cessione viene contestata. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il difetto di titolarità del credito in capo alla nuova entità.

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Efficacia riflessa sentenza: Stop all'esecuzione

Un Tribunale ha bloccato una procedura di esecuzione immobiliare promossa da un istituto di credito. La decisione si fonda sul principio dell’efficacia riflessa di una sentenza non ancora definitiva, emessa in un’altra causa tra le parti. Tale sentenza, pur essendo in attesa di appello, ha costituito prova sufficiente per dimostrare l’insussistenza del diritto della banca a procedere con il pignoramento, in quanto il suo credito era stato di fatto azzerato dall’accertamento di addebiti illegittimi su un conto corrente. Il giudice ha quindi accolto l’opposizione dei debitori, pur rigettando le loro domande sulla nullità del contratto di mutuo e sulla compensazione formale dei crediti.

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Prova cessione credito: onere e conseguenze legali

Un debitore si oppone a un decreto ingiuntivo. Una società finanziaria interviene sostenendo di aver acquistato il debito, ma non fornisce una prova adeguata. Il Tribunale, accogliendo l’opposizione, revoca il decreto ingiuntivo perché la prova della cessione del credito non è stata fornita. Di conseguenza, condanna la società cessionaria e il creditore originario a pagare le spese legali.

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Riconoscimento di debito: la garanzia è valida

La sentenza del Tribunale di Bergamo, Sez. III, del 09/07/2025 (R.G. 1497/2025), rigetta l’opposizione a un decreto ingiuntivo, confermando l’efficacia di una garanzia personale. La decisione si fonda sulla qualificazione della garanzia come negozio unilaterale vincolante e sul valore di un autonomo riconoscimento di debito, anche in presenza di trattative fallite per la rateizzazione del debito principale. Il caso evidenzia come un impegno a pagare, anche se contenuto in una proposta non accettata, possa costituire una prova del credito.

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Continenza di cause: quando si trasferisce il processo

Con ordinanza del 30/06/2025 (N.R.G. 631/2025), il Tribunale di Ancona ha affrontato un caso di potenziale conflitto tra giudicati. Una banca aveva citato un’azienda per l’adempimento di una transazione, mentre l’azienda aveva già un causa pendente a Napoli contro la banca sullo stesso rapporto. Il giudice ha dichiarato la continenza di cause, trasferendo il procedimento a Napoli per garantire una decisione unica e coerente, condannando la banca ricorrente al pagamento delle spese legali.

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Mutuo condizionato: sì al pignoramento immobiliare

Con la sentenza del 01/07/2025 (R.G. 580/2025), il Tribunale di Ancona ha rigettato l’opposizione di un debitore, confermando che un contratto di mutuo condizionato costituisce titolo esecutivo valido per avviare un pignoramento. La decisione si allinea al principio stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sent. n. 5968/2025), secondo cui non è necessario un ulteriore atto notarile per attestare lo svincolo delle somme, essendo sufficiente la messa a disposizione del denaro e l’obbligo di restituzione.

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Fideiussione consumatore: nullo il patto anti-1957

Con la sentenza n. 1201/2025 del 03/07/2025, il Tribunale di Ancona ha accolto l’opposizione di alcuni garanti, qualificandoli come consumatori. Il giudice ha dichiarato nulla la clausola di deroga all’art. 1957 c.c. contenuta nel contratto di fideiussione consumatore, ritenendola vessatoria. Di conseguenza, il diritto del creditore è stato dichiarato decaduto per non aver agito tempestivamente contro il debitore principale, con revoca del decreto ingiuntivo opposto.

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Opposizione sanzioni Banca d'Italia: il rito speciale

La Cass. Civ., Sez. II, n. 7663 del 19/03/2019 chiarisce la procedura per l’opposizione sanzioni Banca d’Italia. Un amministratore sanzionato ha impugnato il provvedimento depositando il ricorso prima di notificarlo, seguendo il rito generale. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando la specialità del rito previsto dall’art. 195 T.U.F., che impone la notifica all’Autorità prima del deposito in cancelleria, pena l’inammissibilità.

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Responsabilità della banca per diamanti venduti ai clienti

La banca è responsabile per i danni causati ai clienti a causa di informazioni insufficienti e fuorvianti fornite durante la vendita di diamanti. Il cliente, confidando nel proprio istituto bancario, non aveva motivo di dubitare della validità dell’investimento. La banca aveva l’obbligo di agire con diligenza e trasparenza, fornendo informazioni complete ed accurate.

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Onere probatorio bancario: la decisione della Corte

Una società finanziaria ha impugnato una sentenza che aveva ridotto un credito bancario da circa 414.000 a 222.000 euro, contestando le conclusioni di una perizia tecnica (CTU). La Corte d’Appello ha respinto l’appello, confermando che l’onere probatorio bancario impone alla banca di dimostrare analiticamente ogni voce del credito. La mancata produzione degli estratti conto di un rapporto di anticipazione ha legittimamente portato all’eliminazione delle relative competenze, riducendo il debito. La decisione ribadisce che la banca, agendo per il recupero del credito, deve fornire prova completa e non può supplire con documentazione parziale.

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Responsabilità della banca per vendita diamanti

La sentenza affronta il tema della responsabilità della banca in caso di vendita di diamanti rivelatisi di valore inferiore rispetto al prezzo pagato dal cliente. La Corte, pur escludendo la sussistenza di un contratto di intermediazione finanziaria, configura un contatto sociale qualificato tra banca e cliente. Tale contatto, in base agli obblighi di buona fede e correttezza, avrebbe imposto alla banca di tutelare l’affidamento riposto dal cliente. La banca viene quindi condannata al risarcimento del danno.

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Nel calcolo del tasso soglia non vanno inclusi gli interessi di mora

La sentenza chiarisce che nel calcolo del tasso soglia non vanno inclusi gli interessi di mora, la cui verifica va effettuata separatamente. Inoltre, la penale per estinzione anticipata non rileva ai fini dell’usura. Infine, viene confermata la tardività dell’eccezione di nullità della fideiussione sollevata solo in comparsa conclusionale.

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Sospensione rate mutuo e oneri aggiuntivi

La sospensione delle rate di mutuo disposta per far fronte all’emergenza Covid-19 non esonera il mutuatario dal pagamento degli interessi, che vanno calcolati secondo le condizioni contrattuali. La dilazione del piano di rimborso, pur comportando un maggior costo finale per il cliente, non costituisce un onere illegittimo, in quanto conforme alla normativa.

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Nullità clausole anatocismo e usurarietà interessi moratori

La sentenza affronta i temi della capitalizzazione trimestrale degli interessi nei conti correnti bancari, della verifica dell’usurarietà degli interessi moratori nei contratti di mutuo alla luce dei principi stabiliti dalle Sezioni Unite, e della rilevanza dell’inadempimento del mutuatario ai fini della ripetizione degli interessi.

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Nullità di un contratto di mutuo per indeterminatezza

La sentenza chiarisce che la nullità di un contratto per indeterminatezza di una clausola, pur rilevabile d’ufficio, necessita di specifiche allegazioni e prove a suo sostegno. Il principio di trasparenza bancaria non comporta l’obbligo di indicare formule complesse di calcolo, se i parametri essenziali del contratto sono chiari. L’ammortamento alla francese, se correttamente applicato, non costituisce anatocismo.

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Anatocismo e commissione di massimo scoperto

La sentenza definisce la validità delle clausole anatocistiche alla luce della normativa vigente, distinguendo tra periodi pre e post 2014. Si analizza inoltre la determinatezza della commissione di massimo scoperto e si esclude la configurabilità dell’usura. Infine, si ribadisce l’inammissibilità dell’azione di ripetizione dell’indebito in costanza di rapporto, confermando invece la possibilità di richiedere l’accertamento negativo.

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Conto corrente e capitalizzazione degli interessi bancari

Il Tribunale ha chiarito i principi giuridici relativi alla capitalizzazione degli interessi bancari, alle commissioni sostitutive del CMS e all’usura. Ha inoltre ribadito l’importanza della documentazione completa per il ricalcolo del saldo in caso di finanziamenti.

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Sanzioni irrogate per violazione della normativa bancaria

La sentenza si concentra sulla legittimità delle sanzioni amministrative irrogate per violazione della normativa bancaria in materia di sana e prudente gestione. La Corte ha affermato la correttezza dell’operato dell’autorità di vigilanza, evidenziando l’importanza di una gestione aziendale prudente e consapevole dei rischi.

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Nullità clausola fideiussione per decorrenza termini

La sentenza conferma che il termine di sei mesi previsto dall’art. 1957 c.c. per l’azione di regresso del creditore contro il fideiussore decorre dalla scadenza dell’obbligazione principale e non dalla chiusura del conto corrente. Superato tale termine, la banca decade dal diritto di far valere la garanzia.

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Risoluzione contratto di leasing e clausole vessatorie

La sentenza analizza la distinzione tra leasing traslativo e di godimento, l’applicabilità dell’art. 1526 c.c. in caso di risoluzione, la validità della clausola penale e l’onere probatorio in caso di eccezione di usurarietà. Si esamina la validità della clausola di indicizzazione, la legittimità del tasso floor e la nullità della fideiussione omnibus in caso di clausole vessatorie.

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