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Diritto Bancario

Conto corrente e capitalizzazione degli interessi bancari

Il Tribunale ha chiarito i principi giuridici relativi alla capitalizzazione degli interessi bancari, alle commissioni sostitutive del CMS e all’usura. Ha inoltre ribadito l’importanza della documentazione completa per il ricalcolo del saldo in caso di finanziamenti.

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Sanzioni irrogate per violazione della normativa bancaria

La sentenza si concentra sulla legittimità delle sanzioni amministrative irrogate per violazione della normativa bancaria in materia di sana e prudente gestione. La Corte ha affermato la correttezza dell’operato dell’autorità di vigilanza, evidenziando l’importanza di una gestione aziendale prudente e consapevole dei rischi.

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Nullità clausola fideiussione per decorrenza termini

La sentenza conferma che il termine di sei mesi previsto dall’art. 1957 c.c. per l’azione di regresso del creditore contro il fideiussore decorre dalla scadenza dell’obbligazione principale e non dalla chiusura del conto corrente. Superato tale termine, la banca decade dal diritto di far valere la garanzia.

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Risoluzione contratto di leasing e clausole vessatorie

La sentenza analizza la distinzione tra leasing traslativo e di godimento, l’applicabilità dell’art. 1526 c.c. in caso di risoluzione, la validità della clausola penale e l’onere probatorio in caso di eccezione di usurarietà. Si esamina la validità della clausola di indicizzazione, la legittimità del tasso floor e la nullità della fideiussione omnibus in caso di clausole vessatorie.

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Accettazione esplicita di un mutuo e vizio di consenso

La sentenza ribadisce che l’accettazione esplicita di un mutuo, anche in presenza di un eventuale interesse ad assumere la diversa posizione di garante, non può essere considerata come vizio di consenso, soprattutto se ratificata dalla sottoscrizione in presenza di un Notaio. Inoltre, la sentenza conferma che la compensazione di un credito può essere richiesta solo in presenza di un fatto illecito fonte di responsabilità civile.

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Istanza inibitoria su sentenza contratti bancari

La Corte ha stabilito che l’impugnazione non presentava profili di evidente erroneità e che non sussistevano i presupposti per la concessione dell’inibitoria, in particolare il periculum in mora, non essendo emerso un concreto rischio di grave e irreparabile pregiudizio.

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Disciplina delle fideiussioni omnibus

La sentenza chiarisce che la disciplina delle fideiussioni omnibus come intese restrittive della concorrenza si applica alle garanzie stipulate in un preciso arco temporale. Si chiarisce inoltre che l’onere della prova di un’intesa illecita successiva è a carico del garante e che la transazione deve risultare da atto scritto.

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Revoca decreto ingiuntivo e nullità parziale fideiussione

La sentenza afferma che la mancata azione tempestiva del creditore nei confronti del debitore principale, comporta la decadenza dal diritto di avvalersi della fideiussione. Inoltre, le clausole di fideiussione che riproducono lo schema ABI del 2003, dichiarato parzialmente nullo dall’AGCM, sono nulle, senza comportare la nullità dell’intero contratto.

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Nullità Interest Rate Swap e fideiussione

La sentenza afferma il principio per cui la mancata indicazione del mark to market nel contratto Interest Rate Swap ne comporta la nullità. Inoltre, si analizza la fideiussione e si chiarisce che la violazione della normativa antitrust potrebbe comportare la nullità parziale limitatamente ad alcune clausole.

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Nullità clausole anatocistiche e CMS su conto corrente

La sentenza affronta i temi della capitalizzazione trimestrale degli interessi (anatocismo) e della commissione di massimo scoperto (CMS) sui conti correnti bancari. La Corte, confermando l’orientamento consolidato in materia, ribadisce la necessità di una pattuizione chiara ed espressa di tali clausole, pena la loro nullità. La sentenza si sofferma anche sull’onere della prova a carico della banca.

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Saldo negativo conto corrente e mancata produzione estratti conto

In caso di saldo negativo di conto corrente e di mancata produzione degli estratti conto integrali, il correntista che agisce in ripetizione ha l’onere di provare i pagamenti indebiti. La banca che agisce per il pagamento del saldo deve dimostrare la propria pretesa. Il criterio del saldo zero si applica solo in caso di mancata prova del credito da parte della banca. La surrogazione parziale non estingue la fideiussione.

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Limiti all'ostensione di documentazione bancaria

La Corte di Appello ha stabilito che l’obbligo di ostensione della documentazione bancaria da parte dell’istituto bancario è limitato a 10 anni. Inoltre, ha ribadito che la riforma anche parziale della sentenza di primo grado comporta la rivalutazione delle spese processuali, che vanno attribuite secondo il principio di soccombenza.

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Responsabilità bancaria per concessione abusiva del credito

La sentenza analizza la responsabilità della banca in caso di concessione di credito ad un’impresa in stato di dissesto economico. Viene ribadito che la banca ha il dovere di valutare la situazione finanziaria del beneficiario prima di concedere il credito, anche in caso di proroga o rinnovo. La banca è responsabile se, con la sua condotta, ha contribuito ad aggravare il dissesto.

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Produzione copia raccomandata e interruzione prescrizione

Nel caso di contratti di mutuo con pagamento rateale, il termine di prescrizione decennale decorre dalla scadenza dell’ultima rata e non dalle singole scadenze. La produzione della sola copia della raccomandata, senza la necessità di esperire querela di falso, è sufficiente a dimostrare l’interruzione della prescrizione.

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Nullità capitalizzazione trimestrale anteriore al 2000

La sentenza ribadisce il principio di diritto secondo cui le clausole anatocistiche nei contratti bancari anteriori alla delibera CICR del 2000 sono nulle. L’onere della prova della loro valida rinegoziazione spetta alla banca.

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Nullità contratti di finanziamento per usura

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, ritenendo infondati i motivi di appello inerenti alla nullità dei contratti di mutuo fondiario e di finanziamento per asserita usura. La Corte ha inoltre evidenziato che la mancata indicazione dell’ISC non comporta la nullità del contratto, in quanto tale violazione non integra un difetto di forma-contenuto minimo del contratto, ma al più una violazione di obblighi informativi. In tema di ammortamento alla francese, la Corte ha ribadito che tale metodo di calcolo non è di per sé anatocistico.

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Investimenti finanziari e inadempimento informativo

In tema di investimenti finanziari, sussiste la presunzione di nesso causale tra l’inadempimento agli obblighi informativi da parte dell’intermediario e il danno subito dall’investitore, spettando a quest’ultimo la rivalutazione monetaria del danno emergente e gli interessi compensativi del lucro cessante, dovendosi tener conto, in caso di mancata risoluzione del contratto, del criterio della compensatio lucri cum damno.

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Conflitto di interessi e adeguatezza degli investimenti

La sentenza chiarisce gli obblighi informativi dell’intermediario in caso di conflitto di interessi e la valutazione dell’adeguatezza degli investimenti alla luce della normativa vigente al momento dei fatti. Viene inoltre analizzata la validità del consenso tacito in relazione all’esecuzione di ordini di investimento.

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Nullità clausole anatocismo e CMS in conto corrente

La sentenza affronta la questione della validità delle clausole anatocistiche e di commissione di massimo scoperto (CMS) nei contratti di conto corrente bancario, affermando la nullità delle stesse per indeterminatezza dell’oggetto e mancata specifica pattuizione. Viene inoltre ribadito il principio di diritto secondo cui l’onere della prova dell’esistenza dell’affidamento e del suo limite grava sul correntista, che può avvalersi a tal fine anche di mezzi di prova diversi dalla produzione del contratto.

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Reclamo contro ordinanza su opposizione a precetto

Il tribunale ha stabilito che la pendenza di una procedura esecutiva nei confronti di un garante ha effetto interruttivo della prescrizione anche nei confronti del debitore principale, purché vi sia stata corretta notifica. Inoltre, il giudice ha ritenuto valida la notifica effettuata ai soci illimitatamente responsabili di una società, anche se non espressamente indirizzata a loro in tale qualità, in virtù del principio del raggiungimento dello scopo. Infine, il tribunale ha ritenuto sufficientemente precisa l’individuazione dei crediti oggetto di cessione, come risultante dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, rigettando l’eccezione di genericità sollevata dai reclamanti.

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