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Giurisprudenza Civile

Compensazione spese: quando è legittima? Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4823/2024, ha stabilito che è legittima la compensazione spese legali quando la parte convenuta soddisfa la pretesa dell'attore dopo il deposito del ricorso ma prima della sua notifica. La Corte ha ritenuto che la prosecuzione del giudizio al solo fine di recuperare le spese può giustificare la decisione del giudice di compensarle, basandosi sul principio di causalità e sulla valutazione dell'utilità concreta della lite.
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Distanza tra costruzioni: la striscia di terreno
La Corte di Cassazione chiarisce come calcolare la distanza tra costruzioni quando due fondi sono separati da una striscia di terreno di proprietà di un terzo. Confermando un orientamento consolidato, la Corte stabilisce che la larghezza della striscia intermedia viene "neutralizzata", e la distanza residua va ripartita tra i due proprietari confinanti, misurandola dal rispettivo confine con il fondo intermedio.
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Distanze legali costruzioni: legge vs regolamento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4841/2024, ha stabilito l'inderogabilità delle distanze legali costruzioni previste dal Codice Civile. Un regolamento edilizio comunale non può ridurre la distanza minima di tre metri, neppure escludendo dal calcolo le costruzioni al di sotto di una certa altezza. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva applicato la norma locale in contrasto con la legge nazionale, riaffermando il principio gerarchico delle fonti del diritto.
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Diritto di veduta e distanze: la Cassazione decide
In un caso riguardante la costruzione di una scala metallica a meno di tre metri dalle finestre di una proprietà vicina, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale sul diritto di veduta. La Corte ha stabilito che, prima di poter ordinare la rimozione di una costruzione per violazione delle distanze, è necessario accertare che il proprietario della finestra abbia un legittimo diritto di veduta, costituito come servitù per contratto, usucapione o altra modalità prevista dalla legge. La semplice esistenza di una finestra, anche da lungo tempo, non è di per sé sufficiente. La sentenza di appello, che aveva ordinato la rimozione della scala basandosi solo sulla violazione della distanza, è stata quindi annullata con rinvio per un nuovo esame.
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Disconoscimento lavoro agricolo: notifica online valida
La Corte di Cassazione ha confermato la validità della notifica telematica per il disconoscimento lavoro agricolo, anche se riferita a periodi lavorativi antecedenti alla legge del 2011 che l'ha introdotta. La Corte ha chiarito che la norma regola la forma della comunicazione, non il diritto sostanziale, respingendo il ricorso di una lavoratrice per intervenuta decadenza del termine di impugnazione.
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Usucapione coltivazione terreno: non basta coltivare
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4819/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di usucapione di terreni agricoli. Un privato cittadino aveva richiesto di essere dichiarato proprietario di un terreno per usucapione, avendolo coltivato per lungo tempo. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda, e la Cassazione ha confermato tale decisione, specificando che la mera coltivazione non è sufficiente a dimostrare l'intenzione di possedere il bene come proprietario ('uti dominus'). Parallelamente, la Corte ha accolto il ricorso della società proprietaria del terreno, cassando la sentenza d'appello per non aver deciso sulla domanda di restituzione del fondo.
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Litispendenza: quando non si applica per estinzione
Un collaboratore di un'impresa familiare chiedeva il pagamento di una somma in via riconvenzionale. Il Tribunale dichiarava la litispendenza parziale, poiché una causa identica era stata precedentemente avviata. La Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che la litispendenza non sussiste se, al momento della decisione, il primo giudizio si è già estinto per mancata riassunzione, venendo meno la contemporanea pendenza delle cause.
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Responsabilità amministratore: la prova del danno
Una recente sentenza della Cassazione analizza la responsabilità amministratore di condominio per la mancata copertura assicurativa a seguito di un incendio. Il ricorso di una condomina è stato respinto perché, pur accertata la colpa dell'amministratore per il mancato pagamento del premio, non è stata fornita la prova del nesso causale tra questa condotta e il danno economico lamentato. La Corte ha ritenuto che la somma già ottenuta dal terzo responsabile fosse in linea con quanto l'assicurazione avrebbe liquidato, escludendo un ulteriore risarcimento.
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Compenso fase istruttoria: quando spetta all’avvocato?
Un'ordinanza della Cassazione chiarisce che il compenso per la fase istruttoria è dovuto all'avvocato anche se non si svolge un'attività di assunzione di prove formali. La Corte ha stabilito che attività come l'esame di atti, la partecipazione a udienze e la formulazione di eccezioni rientrano a pieno titolo in questa fase e devono essere retribuite. Inoltre, ha precisato che i compensi per domande distinte, come quelle di simulazione e revocazione, non possono essere negati considerandoli assorbiti in altre azioni, specialmente se rivolte contro parti diverse.
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Targa non propria: quando la multa è illegittima
Una società di trasporti è stata multata per circolazione con targa non propria perché un suo veicolo, ancora iscritto al PRA italiano, circolava con targa polacca. La Corte di Cassazione ha annullato la multa, chiarendo che la violazione di 'targa non propria' si configura solo se la targa è contraffatta o appartiene a un altro veicolo. La targa polacca, essendo stata regolarmente rilasciata per quel mezzo dalle autorità competenti, era legittima. L'omessa cancellazione dal PRA per esportazione costituisce un'infrazione diversa e separata.
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Decadenza garanzia vizi immobile: il caso degli eredi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4844/2024, ha rigettato il ricorso di due eredi di un progettista, condannandole al risarcimento dei danni per gravi vizi di costruzione di un immobile. La Corte ha chiarito importanti principi sulla decadenza garanzia vizi immobile, affermando che la notifica impersonale agli eredi è valida per interrompere la prescrizione e che la tempestiva denuncia dei difetti era stata provata tramite accertamenti tecnici preventivi, rendendo irrilevante la questione sull'onere della prova.
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Opponibilità decreto ingiuntivo: la Cassazione chiarisce
Una società creditrice chiede di essere ammessa al passivo di un fallimento sulla base di un decreto ingiuntivo, la cui opposizione era stata dichiarata estinta. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4807/2024, ha stabilito che l'opponibilità del decreto ingiuntivo al fallimento è subordinata alla scadenza del termine semestrale per impugnare l'ordinanza di estinzione, qualora questa non sia stata notificata. Il termine breve di trenta giorni non si applica, poiché l'ordinanza ha natura sostanziale di sentenza e il decreto non era ancora definitivo al momento della dichiarazione di fallimento.
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Sconto tariffario sanità: legittimo il taglio imposto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4832/2024, ha stabilito la legittimità dello sconto tariffario sanità applicato da un'Azienda Sanitaria Provinciale a un laboratorio di analisi convenzionato. La Corte ha rigettato il ricorso del laboratorio, confermando che le norme nazionali che impongono riduzioni tariffarie per esigenze di finanza pubblica prevalgono e si integrano automaticamente nei contratti, e che il giudice ordinario non può disapplicare i relativi atti amministrativi regionali.
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Difetto del contraddittorio: ricorso inammissibile
Un proprietario impugna la demolizione di una rampa condominiale, lamentando il difetto del contraddittorio per mancata citazione di terzi. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile perché l'appellante non ha specificamente identificato i litisconsorti necessari, violando il principio di autosufficienza.
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Recesso socio: limiti della causa e onere della prova
Un socio recede da un'azienda agricola familiare, dando il via a una controversia sulla liquidazione della sua quota e su altre pretese risarcitorie. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi inferiori, stabilisce che l'oggetto del giudizio deve limitarsi strettamente alla quantificazione della quota derivante dal recesso socio. Eventuali ulteriori domande, come quelle per responsabilità precontrattuale, sono considerate estranee e devono essere trattate in procedimenti separati. L'ordinanza ribadisce la natura del recesso come atto unilaterale con effetti immediati, respingendo il ricorso.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4831/2024, ha dichiarato l'estinzione di un giudizio a seguito di una rinuncia al ricorso. Il caso riguardava un'opposizione allo stato passivo di un fallimento. A seguito di un accordo transattivo, l'erede del ricorrente ha rinunciato al ricorso, con accettazione della controparte. La Corte ha stabilito che in caso di rinuncia non si applica il raddoppio del contributo unificato, poiché tale misura ha carattere sanzionatorio ed è limitata ai soli casi di rigetto o inammissibilità dell'impugnazione.
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Servitù di passaggio e divisione: la decisione del giudice
In un caso di divisione immobiliare, la Cassazione chiarisce che una sentenza di divisione non preclude automaticamente la costituzione di una servitù di passaggio per destinazione del padre di famiglia. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva ignorato le critiche alla perizia tecnica sulla delimitazione dei fondi e aveva erroneamente ritenuto che la divisione giudiziale impedisse la nascita della servitù. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.
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Divisione parti comuni: l’ex alloggio del portiere
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4817/2024, ha affrontato il tema della divisione parti comuni in condominio, specificamente riguardo a un ex alloggio del portiere. La Corte ha stabilito che se la divisione in natura del bene ne compromette la destinazione d'uso originaria (in questo caso, abitativa), il bene deve considerarsi indivisibile. Di conseguenza, è stata confermata l'assegnazione dell'intera proprietà a uno dei comproprietari, con conguaglio economico per l'altro, chiarendo l'applicazione dell'art. 1119 c.c. dopo la riforma del condominio.
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Giurisdizione aiuti agricoli: chi decide?
Una società cooperativa agricola ha citato in giudizio un ente governativo per il mancato pagamento di aiuti comunitari legati a contratti di ammasso di vino. Il cuore della controversia riguarda la giurisdizione: spetta al giudice ordinario o a quello amministrativo decidere? La Corte di Cassazione, vista l'assenza di precedenti specifici, ha emesso un'ordinanza interlocutoria per rimettere la questione sulla giurisdizione aiuti agricoli alle Sezioni Unite, che dovranno stabilire la natura dell'attività di controllo dell'ente erogatore.
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Equa riparazione: no indennizzo per cause di valore esiguo
Un cittadino ha richiesto un'equa riparazione al Ministero della Giustizia per la durata irragionevole (4 anni e 2 mesi) di un processo relativo a una sanzione amministrativa di 360 euro. La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Corte d'Appello, ha respinto la domanda. Il principio affermato è che, in caso di esiguità della posta in gioco, si presume l'insussistenza di un danno non patrimoniale significativo, escludendo così il diritto all'indennizzo per equa riparazione, nonostante il superamento dei termini di durata ragionevole del processo.
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