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Tempo indeterminato, impossibilità della prestazione

Il rapporto di lavoro a tempo indeterminato non si risolve in via automatica per la sopravvenuta impossibilità della prestazione, dovendosi escludere la compatibilità con la disciplina di settore degli effetti risolutori regolati dal diritto comune agli artt.

Pubblicato il 20 July 2011 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Il rapporto di lavoro a tempo indeterminato non si risolve in via automatica per la sopravvenuta impossibilità della prestazione, dovendosi escludere la compatibilità con la disciplina di settore degli effetti risolutori regolati dal diritto comune agli artt. 1256, 1463 e 1464 c.c.; ravvisa quindi nell’impossibilità sopravvenuta della prestazione lavorativa per factum principis o per altra ragione non imputabile al lavoratore un giustificato motivo oggettivo di licenziamento ex art. 3, legge 604/1966.

Pertanto, le ipotesi di impossibilità sopravvenuta della prestazione lavorativa debbono essere fatte valere esclusivamente mediante il licenziamento e le sue regole, anche causali, per garantire i coinvolti interessi alla certezza e stabilità dell’occupazione tutelati dall’ordinamento e particolarmente evidenti, a loro volta, in occasione di eventi impeditivi reversibili, ossia non necessariamente incompatibili con la permanenza del rapporto di lavoro.

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 7531 del 29 marzo 2010

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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