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Diritto del Lavoro

Rinnovo contratto: quando la proroga è legittima?

La Cass. Civ., Sez. L, n. 34733 del 30/12/2019 analizza il caso di un rinnovo contratto di collaborazione legato a una convenzione esterna. La Corte stabilisce che se la proroga è prevista come condizione in una clausola scritta, non si tratta di un ‘rinnovo contratto’ tacito e illegittimo, anche in ambiti collegati al settore pubblico, bensì di un’integrazione del contratto originale.

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Licenziamento dirigente: quando è legittimo? La Cass.

La Cass. Civ., Sez. L, n. 34736/2019 analizza il licenziamento dirigente per giusta causa. La Corte conferma la legittimità del recesso basato su negligenza e condotte lesive del rapporto fiduciario, anche a fronte di una nozione di ‘giustificatezza’ più ampia per i dirigenti. Il caso chiarisce i confini del potere di recesso del datore di lavoro in queste posizioni apicali.

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Incompatibilità medico pensionato: la Cassazione decide

Con la sentenza Cass. Civ., Sez. L, n. 34732 del 30/12/2019, la Corte Suprema ha affrontato il tema dell’incompatibilità medico pensionato. Un dottore, già in pensione dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), si è visto negare un nuovo incarico come medico convenzionato. La Corte ha rigettato il suo ricorso, stabilendo che i contratti collettivi (ACN) possono legittimamente prevedere cause di incompatibilità non contemplate dalla legge, al fine di garantire una migliore distribuzione del lavoro medico e la qualità dei servizi, distinguendo tale disciplina da quella generale sul cumulo tra pensione e redditi da lavoro.

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Mansioni superiori: quando spetta la retribuzione

Il Tribunale di Ancona, Sez. Lavoro, con sentenza del 04/07/2025 nel caso n. 1201/2023, ha riconosciuto il diritto di un lavoratore al pagamento delle differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. A seguito di una precedente pronuncia non definitiva, il giudice ha condannato la parte datoriale a versare la somma lorda di € 8.208,48, oltre interessi e rivalutazione. Le spese legali sono state compensate per 2/3 dato l’accoglimento solo parziale della domanda iniziale.

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Licenziamento giustificato motivo oggettivo: la prova

Il Tribunale di Ancona (Sent. n. 426/2025) dichiara illegittimo un licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Il giudice ha stabilito che il datore di lavoro non ha fornito prova sufficiente del calo di attività e ha violato l’obbligo di repechage, condannandolo al risarcimento e al pagamento del lavoro straordinario.

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Progressione economica supplenti: sì alla parità

Con la sentenza n. 7658/2019, la Cass. Civ., Sez. Lavoro, ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero dell’Istruzione. Il caso riguardava il diritto alla progressione economica supplenti, negata a un’assistente amministrativa con contratti a termine. La Corte ha preso atto della rinuncia del Ministero, basata sull’ormai consolidato orientamento che vieta la discriminazione retributiva tra personale di ruolo e precario, in linea con la direttiva UE 1999/70/CE.

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Onere della prova licenziamento: chi paga il conto?

Con la sentenza n. 7647/2019, la Cassazione Civile, Sezione Lavoro, ha affrontato il tema dell’onere della prova nel licenziamento illegittimo. Un istituto di credito, condannato a risarcire un dipendente, sosteneva che il risarcimento dovesse essere ridotto per la mancata ricerca di un nuovo lavoro da parte di quest’ultimo. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che l’onere della prova della negligenza del lavoratore grava interamente sul datore di lavoro, il quale deve allegare fatti specifici e non può limitarsi a una contestazione generica.

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Rinuncia tacita nel lavoro: la Cassazione decide

Con la sentenza n. 7590/2019, la Cassazione Civile, Sez. Lavoro, affronta il tema della rinuncia tacita ai diritti derivanti da contratti a termine. Il caso riguarda una lavoratrice che, dopo anni di contratti a termine e un lungo periodo di inattività, ha accettato un’assunzione a tempo indeterminato dalla stessa azienda. La Corte ha stabilito che la combinazione del lungo tempo trascorso e l’accettazione del nuovo contratto stabile costituisce un comportamento concludente, interpretabile come una rinuncia tacita alla richiesta di continuità del rapporto di lavoro precedente. Gli altri motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili per vizi procedurali.

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Clausola di contingentamento: onere della prova del datore

Con la sentenza Cass. Civ., Sez. L, n. 7589 del 18/03/2019, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una compagnia aerea in amministrazione straordinaria, confermando la nullità di un contratto a termine. La Corte ha ribadito due principi chiave: la competenza del giudice del lavoro per le cause sullo ‘status’ del lavoratore anche in caso di insolvenza aziendale, e l’onere del datore di lavoro di provare il rispetto della clausola di contingentamento. La mancata allegazione specifica dei dati numerici non può essere sanata da una richiesta di prova testimoniale.

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Sospensione cautelare dipendente pubblico: il diritto

La Cass. Civ., Sez. L, n. 7657/2019, stabilisce che in caso di sospensione cautelare del dipendente pubblico per un procedimento penale, se l’amministrazione non avvia il procedimento disciplinare dopo la fine di quello penale, il dipendente ha diritto alla ‘restitutio in integrum’ (piena retribuzione). L’onere di riattivare il procedimento è dell’ente, non del lavoratore. La mancata comunicazione della sentenza penale da parte del lavoratore è irrilevante.

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Licenziamento dirigente: quando la side hustle costa il posto

Con sentenza del 05/11/2024 (RG 5430/2024), il Tribunale di Milano ha analizzato il caso di un licenziamento di un dirigente per la sua intensa attività extralavorativa. Il Tribunale ha escluso la ‘giusta causa’, ma ha ritenuto il licenziamento ‘giustificato’ a causa della violazione del rapporto fiduciario, specificamente per aver promosso il suo progetto personale ai propri sottoposti e aver utilizzato le risorse aziendali per scopi privati. Di conseguenza, pur confermando la legittimità del recesso, ha condannato la società al pagamento dell’indennità di preavviso.

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Inquadramento e straordinario autista

La sentenza chiarisce la distinzione tra livello professionale di autista e la corretta interpretazione del contratto collettivo in relazione alle mansioni svolte. Inoltre, conferma che i tempi di percorrenza per raggiungere il luogo di lavoro costituiscono orario di lavoro straordinario.

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Incentivo all'esodo e dimissioni per giusta causa

La sentenza chiarisce i principi applicabili in materia di accordi sindacali, proposte irrevocabili, licenziamenti collettivi e dimissioni per giusta causa. Afferma che una comunicazione aziendale, anche se personalizzata, non costituisce automaticamente una proposta irrevocabile se non contiene elementi che la qualificano come tale. Inoltre, sottolinea che la mera adesione del lavoratore ad un programma di incentivo all’esodo non è sufficiente a perfezionare l’accordo se le intese sindacali prevedono una valutazione discrezionale da parte del datore di lavoro. Infine, ribadisce che per configurare una giusta causa di dimissioni è necessario un giustificato motivo che nel caso di specie non sussiste.

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Licenziamento, rifiuto del lavoratore di effettuare due viaggi

La sentenza conferma la legittimità del licenziamento in quanto il rifiuto del lavoratore di svolgere la propria attività lavorativa, seppur comportante ore di lavoro straordinario eventualmente non retribuite, non risulta giustificato da un inadempimento datoriale.

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Responsabilità dell'ex dipendente per i danni lamentati

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, ritenendo che la parte ricorrente non avesse fornito prove sufficienti a dimostrare la responsabilità dell’ex dipendente per i danni lamentati. La Corte ha sottolineato l’importanza di una chiara ricostruzione dei fatti e di una solida base probatoria per l’accoglimento di una domanda di risarcimento danni.

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Nullità del contratto di lavoro per vizio genetico

La sentenza afferma il principio di diritto secondo cui l’annullamento di un concorso pubblico per vizi di legittimità comporta la nullità del contratto di lavoro stipulato con il vincitore, anche se questi non era a conoscenza dei vizi stessi.

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Prescrizione diritto alla rendita vitalizia

La sentenza affronta il tema della prescrizione del diritto alla costituzione della rendita vitalizia in caso di omissioni contributive, analizzando la normativa e la giurisprudenza di legittimità. La Corte, riformulando l’orientamento precedente, stabilisce che il diritto del lavoratore è imprescrittibile, con la possibilità di richiedere la costituzione della rendita a proprio carico anche dopo la prescrizione dei contributi.

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Illegittimità di sanzione disciplinare e trattenuta su retribuzione

La sentenza affronta il tema della proporzionalità e fondatezza delle sanzioni disciplinari e delle trattenute su retribuzione, sottolineando l’obbligo del datore di lavoro di provare la sussistenza dell’inadempimento del lavoratore e la sua effettiva responsabilità. Viene ribadita l’importanza della corretta qualificazione delle mansioni del lavoratore e della riconducibilità dell’inadempimento contestato alle sue effettive responsabilità.

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Congedo straordinario per assistenza familiare disabile

La sentenza ribadisce il principio per cui il congedo straordinario per assistenza familiare disabile è subordinato all’effettiva ripresa dell’attività lavorativa al termine di ogni periodo di fruizione. La mancata ripresa, anche se giustificata da altri motivi (malattia, ferie), non consente di computare i periodi di non lavoro ai fini del congedo.

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Nullità del patto di prova e indennità contratto di agenzia

Il tribunale ha stabilito che il patto di prova in un contratto di agenzia non è di per sé nullo se esclude il preavviso e l’indennità di cessazione del rapporto. La possibilità di recedere senza preavviso è connaturata alla natura sperimentale del periodo di prova. Tuttavia, al preponente è comunque richiesto di corrispondere l’indennità di cessazione del rapporto prevista dalla normativa europea, anche in presenza di un patto di prova.

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