fbpx
Generic filters
Parola esatta ...
Cerca nei titolo
Search in excerpt
Filtra per categoria
Codice Civile
Codice Penale

Fondo patrimoniale e azione esecutiva del creditore

I ricorrenti proponevano opposizione al decreto ingiuntivo emesso nei loro confronti, quali fideiussori omnibus fino all’importo massimo di euro 60. Ciò comporta che il semplice richiamo al tipo negoziale (nel caso, la fideiussione) non è sufficiente all’assolvimento, da parte del debitore, dell’onere probatorio volto a sottrarre il bene costituito in fondo patrimoniale alla garanzia dei creditori (in questo senso, Cass.

Pubblicato il 23 October 2023 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile

I ricorrenti proponevano opposizione al decreto ingiuntivo emesso nei loro confronti, quali fideiussori omnibus fino all’importo massimo di euro 60.000,00 della società *** s.r.l. in favore di ZZZ, a mezzo della sua procuratrice ***, in relazione allo scoperto del conto corrente intrattenuto dalla società garantita.

Contestavano la legittimità della iscrizione ipotecaria eseguita dall’istituto di credito, sulla base del decreto, sul bene immobile di loro proprietà in quanto costituito in fondo patrimoniale e l’ammontare del credito.

Il tribunale revocava il decreto ingiuntivo opposto e condannava gli opponenti a corrispondere all’opposta la somma di 50.000, € oltre agli interessi al tasso di legge, rigettando per il resto l’opposizione.

In particolare, il tribunale riteneva che i garanti non avessero provato, essendone onerati, che il debito per il quale era stata iscritta l’ipoteca era stato da loro contratto per scopi estranei ai bisogni della famiglia.

In appello, i ricorrenti contestavano l’esistenza del credito nonché la legittimità dell’iscrizione ipotecaria sui beni costituiti in fondo patrimoniale, eccepivano la nullità della fideiussione sottoscritta per contrarietà alla normativa antitrust e chiedevano di essere autorizzati a proporre querela di falso in relazione a un documento, prodotto dalla controparte, che il tribunale aveva ritenuto integrare un riconoscimento del debito.

La proposizione della querela non veniva autorizzata e l’impugnazione era rigettata dalla Corte d’appello di Venezia, che confermava la decisione di primo grado, ribadendo che l’attività lavorativa e imprenditoriale è svolta, di regola, per garantirsi un reddito necessario ad assicurare alla famiglia del produttore del reddito il tenore di vita prescelto e che quindi spetti ai debitori provare l’esistenza delle condizioni di operatività del beneficio previsto dall’articolo 170 c.c.

Aggiungeva che i due attuali ricorrenti erano, all’epoca, gli unici due soci della società ***, di seguito fallita.

In merito alla dedotta nullità della fideiussione in quanto contenente tre clausole riproducenti il testo di uno schema di fideiussione predisposto unilateralmente dall’ABI, dichiarato in contrasto con le regole sulla concorrenza nel 2005 dalla Banca d’Italia, quale Autorità garante della concorrenza tra istituti di credito (clausola di sopravvivenza, clausola di riviviscenza e rinuncia ai termini ex articolo 1957 c.c.), la corte d’appello ribadiva che l’eventuale nullità delle singole clausole non si estendeva in ogni caso all’intero contratto.

I ricorrenti proponevano ricorso per Cassazione.

È ben vero infatti che il debitore che contesti il diritto del creditore di agire esecutivamente sui beni costituiti in fondo patrimoniale deve dimostrare l’esistenza del fondo, il conferimento in esso del bene assoggettato ad esecuzione e che il creditore fosse consapevole, al momento del perfezionamento dell’atto dal quale deriva l’obbligazione, che questa veniva contratta per scopi estranei ai bisogni della famiglia (intesi in senso lato, ovvero volti non soltanto al soddisfacimento delle necessità cosiddette essenziali o indispensabili della famiglia ma anche a soddisfare esigenze volte al pieno mantenimento e all’armonico sviluppo della stessa nonché al potenziamento delle sue capacità lavorative e al miglioramento delle qualità di vita restandone estranee le ragioni voluttuarie).

L’onere probatorio, per sottrarre il bene costituito in fondo patrimoniale all’azione esecutiva del creditore, è quindi a carico del debitore.

Non è altrettanto corretto però, il passaggio successivo che compie il giudice di merito nel rigettare l’appello dei ricorrenti, ovvero l’affermazione secondo la quale i debiti assunti nell’esercizio dell’attività d’impresa o dell’attività professionale sono di regola contratti per soddisfare i bisogni della famiglia in maniera immediata e diretta, da cui fa discendere che sui garanti gravi l’onere di fornire la prova contraria a questa presunzione.

Qualora infatti, come nella specie si tratti di fideiussione stipulata a garanzia dell’adempimento delle obbligazioni di società commerciale (alla quale i coniugi erano interessati, in quanto soci), deve ritenersi che essa abbia invero la immediata e diretta funzione di garantire le obbligazioni commerciali della società, soggetto terzo rispetto al nucleo familiare.

In relazione alla natura del debito garantito non può pertanto in tal caso legittimamente affermarsi l’esistenza di una presunzione secondo la quale la prestazione della garanzia (così come, come del pari l’assunzione di tutte le obbligazioni connesse all’attività imprenditoriale svolta da uno dei coniugi per il tramite di società commerciali) sia finalizzata ad immediatamente e direttamente soddisfare i bisogni della famiglia.

Al contrario, deve ritenersi che nell’esercizio dell’attività di impresa o di quella professionale le obbligazioni sono assunte, di regola, non già per l’immediato e diretto soddisfacimento dei bisogni della famiglia bensì ai fini dello svolgimento dell’attività professionale o commerciale.

Solo mediatamente ed indirettamente le relative ricadute economiche si ripercuotono, positivamente o negativamente, sul tenore di vita familiare.

Ciò comporta che il semplice richiamo al tipo negoziale (nel caso, la fideiussione) non è sufficiente all’assolvimento, da parte del debitore, dell’onere probatorio volto a sottrarre il bene costituito in fondo patrimoniale alla garanzia dei creditori (in questo senso, Cass. n. 29983 del 2021, Cass. n. 10166 del 2020, Cass. n. 20998 del 2018).

E’ necessario un accertamento caso per caso, in cui il debitore può, per l’assolvimento del proprio onere probatorio, richiamare gli elementi presuntivi in favore di una non diretta finalizzazione delle obbligazioni connesse all’attività professionale di ciascuno dei coniugi ai bisogni della famiglia, mentre, al contrario, il creditore interessato, che intende assoggettare l’immobile costituito in fondo patrimoniale all’esecuzione forzata, potrà compiere un ulteriore passaggio probatorio, fornendo la prova, a fronte di contestazioni in ordine alla estraneità della garanzia prestata ai bisogni della famiglia, che essa sia destinata a soddisfarli in via diretta e immediata, avuto riguardo alla specificità del caso concreto (in questo senso Cass. n. 2904 del 2021), ovvero provare che le obbligazioni della società, e più in generale il positivo andamento della società, conseguente anche alla prestazione della garanzia, fossero direttamente funzionali non già, come è la regola, al buon andamento dell’attività commerciale della società garantita in sé bensì al soddisfacimento dei bisogni della famiglia.

Corte di Cassazione, Ordinanza n. 27562 del 28 settembre 2023

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato
Desideri approfondire l’argomento ed avere una consulenza legale?

Articoli correlati