LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Immobiliare

Vendita a corpo: quando il prezzo non cambia?
Una società immobiliare vende un immobile a un ente universitario. Nonostante la superficie finale risulti superiore alla tolleranza del 3% pattuita, la Cassazione nega il diritto a un supplemento di prezzo. La decisione si fonda sull'interpretazione del contratto come una vendita a corpo, dove il comportamento delle parti ha dimostrato la volontà di mantenere fisso il corrispettivo, rinunciando a future pretese.
Continua »
Opposizione agli atti esecutivi: i termini per agire
La Corte di Cassazione chiarisce i termini perentori per l'opposizione agli atti esecutivi. In un caso di pignoramento immobiliare, i debitori hanno contestato il decreto di trasferimento lamentando un prezzo di vendita irrisorio e irregolarità nello sgombero. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che tali vizi procedurali devono essere contestati entro termini brevi e non possono invalidare il trasferimento già avvenuto. Le irregolarità dello sgombero, inoltre, non sono vizi opponibili con questo strumento processuale.
Continua »
Indennità aggiuntiva: sì anche per opere private
Una società energetica ha espropriato un terreno agricolo affittato per la costruzione di un gasdotto, un'opera privata di pubblica utilità. Il coltivatore diretto ha richiesto l'indennità aggiuntiva prevista dall'art. 42 D.P.R. 327/2001, che la società ha negato invocando l'art. 36. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, stabilendo che l'indennità aggiuntiva spetta al coltivatore anche in caso di opere private di pubblica utilità, poiché è un compenso autonomo finalizzato a tutelare l'attività agricola e non rientra nelle deroghe previste per la sola indennità di esproprio.
Continua »
Ricorso straordinario cassazione: quando è inammissibile
Una condomina impugnava una delibera assembleare relativa a una polizza di tutela legale. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della condomina. Quest'ultima ha tentato di impugnare la stessa decisione della Cassazione tramite un ricorso straordinario cassazione ex art. 111 Cost. La Suprema Corte, con l'ordinanza in esame, ha ribadito l'inammissibilità di tale strumento, chiarendo che non può essere utilizzato per contestare le pronunce della Cassazione per presunti errori di diritto, ma solo contro provvedimenti decisori e definitivi dei giudici di merito per i quali non sia previsto altro mezzo di impugnazione.
Continua »
Usucapione bene in comunione: cosa serve per provarla
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20346/2024, ha chiarito i requisiti per l'usucapione di un bene in comunione tra coeredi. La Corte ha stabilito che non è sufficiente il semplice utilizzo esclusivo del bene da parte di un coerede, anche se protratto nel tempo. È necessario compiere atti che manifestino in modo inequivocabile la volontà di escludere gli altri comproprietari dal godimento del bene, dimostrando un possesso incompatibile con i diritti altrui. La sentenza di merito che aveva accolto la domanda di usucapione basandosi sulla mera tolleranza degli altri familiari è stata quindi cassata con rinvio.
Continua »
Specificità motivi appello: quando è valido l’atto
Una donna rivendicava l'usucapione di un terreno. Dopo il rigetto in primo grado, la Corte d'Appello dichiarava inammissibile il suo gravame per mancanza di specificità. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che l'atto di appello era sufficientemente specifico perché contestava tutte le autonome "rationes decidendi" della sentenza di primo grado, rispettando così il principio della specificità dei motivi d'appello.
Continua »
Indennità aggiuntiva affittuario per opere private
Una società energetica ha espropriato un terreno agricolo per costruire un metanodotto. L'impresa agricola che coltivava il fondo in affitto ha richiesto l'indennità aggiuntiva prevista dalla legge, ma la società espropriante ha rifiutato, sostenendo che non fosse dovuta per opere private di pubblica utilità. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, stabilendo che l'indennità aggiuntiva affittuario è un diritto autonomo che spetta sempre, indipendentemente dalla natura pubblica o privata dell'opera che ha causato l'esproprio.
Continua »
Errore sull’edificabilità: la diligenza dell’acquirente
Una società immobiliare acquista un terreno scoprendo solo dopo che ricade in un'area protetta da una legge regionale. La Cassazione ha respinto il ricorso per l'annullamento del contratto, qualificando l'errore sull'edificabilità come inescusabile. Secondo la Corte, l'acquirente, specialmente se professionale, ha l'onere di conoscere le leggi pubbliche che incidono sulla proprietà, non potendo fare affidamento esclusivo sul certificato di destinazione urbanistica.
Continua »
Azione revocatoria donazione: quando è inefficace
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un padre e dei suoi figli contro un'azione revocatoria donazione. Il caso riguardava la donazione di immobili ai figli, effettuata dopo che il padre era stato citato in giudizio per un risarcimento danni da una società cooperativa. La Corte ha confermato che il credito, anche se non ancora accertato, era sorto prima della donazione, rendendo l'atto pregiudizievole per il creditore. È stata inoltre confermata la validità della notifica dell'atto introduttivo, consegnata al figlio presso la residenza del padre.
Continua »
Danno in re ipsa: la Cassazione chiarisce i limiti
In una controversia tra vicini per un muro di contenimento, la Corte di Cassazione ha chiarito la nozione di danno in re ipsa. L'ordinanza stabilisce che, in caso di violazione delle distanze legali, il risarcimento non è automatico. Il danneggiato deve allegare fatti specifici da cui desumere il pregiudizio, non essendo sufficiente la sola violazione. La sentenza della Corte d'Appello, che aveva liquidato il danno equitativamente senza tale analisi, è stata cassata con rinvio.
Continua »
Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio
Una società immobiliare, dopo aver impugnato una sentenza d'appello che aveva reso inefficace un suo acquisto immobiliare, ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato l'estinzione del giudizio. La decisione chiarisce che, data la mancata costituzione delle controparti, non vi è condanna alle spese e non si applica il raddoppio del contributo unificato, previsto solo per i casi di rigetto o inammissibilità.
Continua »
Notifica indirizzo precedente: quando è valida?
Un soggetto ha contestato la validità di una notifica ricevuta al suo precedente indirizzo di residenza. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la notifica indirizzo precedente è valida se esiste un "collegamento funzionale" con il luogo. I dati anagrafici hanno solo valore presuntivo e possono essere superati da prove contrarie, come l'attestazione dell'ufficiale postale. L'onere di provare l'assenza di tale collegamento spetta al destinatario.
Continua »
Eccezione riconvenzionale: difesa valida nel rito locatizio
Un'organizzazione non lucrativa, conduttrice di un immobile, ha citato in giudizio la locatrice per inadempimento, chiedendo la riduzione del canone a causa dell'inagibilità di una cantina. La locatrice ha risposto chiedendo la risoluzione del contratto per il mancato pagamento di tre mensilità. La Corte di Cassazione ha stabilito che, sebbene la domanda di risoluzione (domanda riconvenzionale) fosse stata presentata tardivamente, i fatti su cui si basava (il mancato pagamento) potevano essere legittimamente valutati come eccezione riconvenzionale, ovvero come una mera difesa volta a paralizzare la richiesta della conduttrice. Il ricorso della conduttrice è stato quindi dichiarato inammissibile.
Continua »
Retratto agrario: I.A.P. deve provare la capacità?
Un'imprenditrice agricola professionale (I.A.P.) ha tentato di esercitare il diritto di retratto agrario su un fondo confinante. La Corte d'Appello ha respinto la sua richiesta, confermando la decisione di primo grado. La sentenza stabilisce che la qualifica di I.A.P. non è sufficiente a esonerare chi agisce in giudizio dall'onere di provare tutti i requisiti di legge, in particolare l'adeguata capacità lavorativa del proprio nucleo familiare, elemento indispensabile per l'esercizio del diritto.
Continua »
Risarcimento danno edificatorio: la motivazione è chiave
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito in un caso di risarcimento danno edificatorio, criticando la motivazione confusa e incomprensibile. Il caso riguardava una richiesta di danni per la demolizione di un'opera edilizia, ordinata a seguito di un'azione possessoria poi rivelatasi infondata. La Suprema Corte ha stabilito che il giudice d'appello non ha spiegato adeguatamente perché i diritti edificatori fossero andati definitivamente persi, rimandando il caso per una nuova e più chiara valutazione del nesso causale tra la demolizione e il danno effettivo.
Continua »
Comodato familiare: quando non puoi riavere la casa
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due proprietari che chiedevano la restituzione di un immobile concesso in comodato. La Corte ha stabilito che, anche in assenza di contratto scritto, la destinazione a casa familiare (cd. comodato familiare) si può provare tramite presunzioni, come la lunga durata dell'utilizzo, il matrimonio degli occupanti e le spese di ristrutturazione sostenute. Tale destinazione impedisce al proprietario di recedere liberamente dal contratto, se persistono le esigenze abitative della famiglia.
Continua »
Clausola risolutiva espressa e buona fede: il caso
Una società immobiliare ha citato in giudizio una promissaria acquirente per la risoluzione di un contratto preliminare, invocando una clausola risolutiva espressa per la mancata stipula del rogito. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha respinto il ricorso. Ha stabilito che, anche in presenza di una clausola risolutiva espressa, il giudice deve valutare il comportamento delle parti secondo il principio di buona fede. La risoluzione non è automatica se la condotta della parte inadempiente, nel contesto generale del rapporto, appare conforme a tale principio.
Continua »
Accettazione tacita opera: la Cassazione decide
Un condominio si opponeva al pagamento di lavori di ristrutturazione lamentando vizi. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la presa in consegna dell'immobile senza formale collaudo, unita a ritardi nei pagamenti da parte del committente, configura una accettazione tacita opera. Tale accettazione rende legittima la richiesta di pagamento dell'appaltatore, nonostante la mancata verifica formale.
Continua »
Competenza per materia: il caso in Cassazione
Un condominio si opponeva a un decreto ingiuntivo ottenuto da un ex amministratore per il rimborso di presunte anticipazioni. Dopo essere risultato soccombente in primo e secondo grado, il condominio ha presentato ricorso in Cassazione. Con ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha stabilito la propria competenza per materia, disponendo la trasmissione del ricorso alla Seconda Sezione Civile, specializzata in diritto condominiale, senza decidere nel merito della controversia.
Continua »
Contenzioso condominiale: competenza della Cassazione
Un condomino si oppone a un decreto ingiuntivo per spese condominiali, contestando la delibera assembleare. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, ricorre in Cassazione. La Corte, con ordinanza interlocutoria, non decide nel merito ma trasferisce il caso alla Sezione specializzata in materia di contenzioso condominiale, affermando un principio di competenza interna.
Continua »