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Diritto Immobiliare

Strada di uso pubblico: i requisiti per la servitù
Un proprietario ha contestato la natura di strada di uso pubblico di una via adiacente al suo fondo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per qualificare una strada come tale non è indispensabile la sua iscrizione in elenchi comunali. Sono sufficienti elementi come la rappresentazione in mappe catastali storiche, il collegamento con la viabilità pubblica e l'inclusione in strumenti urbanistici, che insieme costituiscono un titolo idoneo a giustificare la servitù di passaggio pubblico.
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Servitù uso pubblico: i requisiti per l’usucapione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30289/2024, ha chiarito i requisiti per l'usucapione di una servitù uso pubblico. Un Comune aveva ottenuto in appello il riconoscimento di un diritto di passaggio su fondi privati, ma la Suprema Corte ha cassato la sentenza. È stato stabilito che la mera esistenza di un sentiero, anche per oltre vent'anni, non è sufficiente. L'ente pubblico deve dimostrare un uso generalizzato da parte di una collettività indeterminata (uti cives) per il soddisfacimento di un interesse pubblico, e non un mero uso da parte di singoli per loro comodità (uti singuli).
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Servitù convenzionale: il titolo detta le regole
Due fratelli ricorrono in Cassazione per vedersi riconosciuta una servitù convenzionale di passaggio su un'area più estesa di quella ammessa dai proprietari del fondo vicino. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per una servitù convenzionale, l'estensione e le modalità di esercizio sono determinate primariamente dal titolo costitutivo (l'atto notarile) e non dall'uso di fatto successivo. Poiché il titolo faceva riferimento a una specifica stradina esistente all'epoca e i fondi non erano interclusi, la pretesa di un passaggio più ampio è stata respinta.
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Potere rappresentativo amministratore: limiti e validità
Un'impresa edile ha visto respingere il proprio ricorso dalla Cassazione in una controversia con un condominio. La Corte ha ribadito i limiti del potere rappresentativo dell'amministratore, specificando che non può validamente riconoscere un debito per lavori straordinari senza una specifica autorizzazione assembleare, né pattuire compensi extra non deliberati, agendo al di fuori del suo mandato.
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Azione revocatoria credito litigioso: la guida
La Corte di Cassazione ha confermato che un creditore può esercitare l'azione revocatoria anche se il suo credito è ancora oggetto di una causa in corso (credito litigioso). Il caso riguardava un fallimento che ha agito contro la vendita di un immobile effettuata da un suo debitore (a sua volta debitore per oltre 1,6 milioni di euro in un altro giudizio) a una società da lui stesso rappresentata. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della società acquirente, ribadendo che la funzione cautelare dell'azione revocatoria giustifica il suo utilizzo anche per crediti non definitivi, e ha confermato la responsabilità della società acquirente per aver successivamente rivenduto l'immobile a terzi, rendendone impossibile il recupero.
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Foro erariale: competenza fissa anche dopo rinuncia
La Corte di Cassazione chiarisce che la competenza del foro erariale, radicata dalla presenza di un'amministrazione statale come convenuta, persiste anche se l'attore rinuncia agli atti contro di essa. La competenza si determina al momento dell'avvio della causa, in base al principio di 'perpetuatio iurisdictionis', e le vicende successive, come la rinuncia, non possono modificarla. La Corte ha quindi respinto il ricorso, confermando la competenza del tribunale specializzato per le cause contro lo Stato.
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Onere della prova: la diligenza nella ricerca dei documenti
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi di alcuni proprietari terrieri che chiedevano la revocazione di una sentenza sfavorevole. Il caso riguardava un'occupazione illegittima da parte di un Comune. La Corte ha stabilito che la scoperta di nuovi documenti non giustifica la revocazione se non si dimostra che l'impossibilità di produrli in precedenza era dovuta a forza maggiore o a colpa della controparte. La negligenza nella ricerca di atti pubblici non è scusabile e l'onere della prova resta a carico di chi agisce in giudizio.
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Regolamento di condominio: non prova la proprietà
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30153/2024, ha stabilito che un Regolamento di condominio, anche se di natura contrattuale, non costituisce un titolo di proprietà idoneo a dimostrare la natura condominiale di un'area. In una controversia sulla costruzione di un muro di confine, la Corte ha chiarito che per dirimere la questione sulla proprietà del suolo è necessario fare riferimento ai titoli petitori (atti di acquisto), non potendo il regolamento prevalere su di essi né essere opposto a un terzo, anche se quest'ultimo è un condomino proprietario di un bene esterno al condominio.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: la guida completa
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità di un ricorso in una complessa disputa ereditaria. La causa dell'improcedibilità del ricorso in Cassazione è un vizio procedurale fatale: il mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata entro i termini di legge. La decisione sottolinea l'importanza inderogabile degli adempimenti formali, che non possono essere sanati neanche dalla mancata obiezione della controparte.
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Azione revocatoria donazione: la Cassazione decide
Un figlio riceve immobili in dono dal padre, la cui azienda successivamente fallisce. La Cassazione conferma l'inefficacia del dono verso i creditori. La decisione chiarisce i requisiti per un'azione revocatoria donazione, specificando che per gli atti gratuiti il danno è presunto ed è sufficiente provare la consapevolezza del pregiudizio da parte del debitore. La corte ha respinto le eccezioni procedurali relative alla composizione del tribunale e all'autorizzazione del curatore.
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Riduzione ipoteca: quando il ricorso è inammissibile
Un debitore contesta l'eccessività di due ipoteche iscritte da un creditore. Sebbene i tribunali di merito concedano la riduzione ipoteca, negano il risarcimento del danno per mancanza di prova del pregiudizio. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il successivo ricorso del debitore, evidenziando la genericità dei motivi, l'assenza di prova del danno e la corretta applicazione delle norme processuali in materia di solidarietà e spese di giustizia.
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Opposizione all’esecuzione: motivi di ricorso generici
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due debitori contro un'espropriazione immobiliare. L'opposizione all'esecuzione è stata respinta perché i motivi presentati erano generici, non dimostravano un'effettiva collaborazione fraudolenta del creditore e non rispettavano il principio di specificità richiesto per l'impugnazione. La Corte ha confermato che la semplice conoscenza della funzione di garanzia di un assegno non è sufficiente a bloccare l'azione esecutiva.
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Responsabilità del committente in appalti pericolosi
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di danni a terzi derivanti da attività edilizie pericolose affidate in appalto, la responsabilità del committente è esclusa se non vi è stata ingerenza nell'esecuzione dei lavori. La Corte ha chiarito che l'art. 2050 c.c. si applica solo a chi esercita materialmente l'attività rischiosa, ovvero l'appaltatore, che agisce in piena autonomia organizzativa e gestionale, assumendosene i rischi. La responsabilità è quindi dell'appaltatore, a meno che non si provi una colpa specifica del committente, come l'aver impartito direttive vincolanti o aver scelto un'impresa inadeguata.
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Preliminare immobile abusivo: quando il giudice nega
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di promissari acquirenti che chiedevano il trasferimento coattivo di un immobile oggetto di un preliminare di vendita. Il problema centrale era la presenza di un abuso edilizio. La Corte ha stabilito che la semplice pendenza di una domanda di sanatoria non è sufficiente a garantire la regolarità urbanistica necessaria per una sentenza ex art. 2932 c.c., specialmente in casi di 'abuso primario' (immobile costruito senza concessione). Pertanto, in assenza della prova del superamento dell'irregolarità, il trasferimento tramite sentenza non può essere disposto, confermando la decisione dei giudici di merito di rigettare la domanda in un caso di preliminare immobile abusivo.
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Actio Negatoria Servitutis: Demolizione della scala
La Corte di Cassazione conferma la decisione di demolire una scala costruita sulla facciata di un immobile altrui. L'azione legale corretta è l'actio negatoria servitutis, con cui il proprietario chiede di dichiarare l'inesistenza di diritti vantati da terzi sul proprio bene. La Corte ha stabilito che la prova della proprietà può essere fornita con ogni mezzo, anche presuntivo, e ha rigettato la domanda di usucapione del costruttore della scala per mancata prova del possesso 'uti dominus'.
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Compensazione concordato preventivo e canoni locazione
Una società in concordato preventivo chiede il pagamento di canoni di locazione maturati dopo l'inizio della procedura. La banca conduttrice oppone in compensazione i propri crediti, sorti prima del concordato. I giudici di merito accolgono la tesi della banca, ma la Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema della compensazione nel concordato preventivo, ha rimesso la causa in pubblica udienza per una decisione di principio.
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Rivalsa IVA appalto: senza fattura non c’è diritto
Un appaltatore ha perso in giudizio una causa per il pagamento di lavori edili. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando due principi chiave: l'eccezione di tardiva denuncia dei vizi deve essere sollevata tempestivamente, e il diritto di rivalsa IVA appalto sorge solo con l'emissione di una fattura. Non avendola mai emessa, l'appaltatore non poteva pretendere il pagamento dell'imposta dal committente.
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Carenza di interesse: ricorso inammissibile
Una società concessionaria autostradale chiedeva la demolizione di un manufatto costruito a distanza non regolamentare. Dopo una complessa vicenda processuale, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso incidentale del proprietario per sopravvenuta carenza di interesse, poiché la sua posizione era già stata salvaguardata dal rigetto del ricorso principale della società.
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Nullità contratto d’appalto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la nullità di un contratto d'appalto per un'opera pubblica a causa della mancanza delle autorizzazioni urbanistiche e paesaggistiche. La sentenza sottolinea che l'assenza di questi permessi viola norme imperative e rende il contratto insanabilmente nullo, rigettando il ricorso di un'impresa costruttrice che richiedeva il pagamento dei lavori.
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Giudicato decreto ingiuntivo: blocca nuove azioni?
Un ex amministratore di condominio, forte di un decreto ingiuntivo passato in giudicato per il rimborso di somme anticipate, si è opposto a una successiva richiesta del condominio di restituire un presunto avanzo di cassa. La Corte di Cassazione ha dato ragione all'amministratore, stabilendo che il giudicato decreto ingiuntivo copre l'intero rapporto di dare e avere, precludendo azioni successive basate sugli stessi fatti contabili, poiché le due pretese sono legalmente incompatibili.
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