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Diritto del Lavoro

Giurisdizione Pubblico Impiego: Unico Giudice per Diritto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16936/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla giurisdizione nel pubblico impiego. In caso di inadempimento continuo del datore di lavoro pubblico, che si estende a cavallo della data spartiacque del 30 giugno 1998, la competenza spetta interamente al giudice ordinario. Questa decisione mira a evitare la frammentazione del giudizio tra giurisdizione ordinaria e amministrativa, garantendo una tutela unitaria al lavoratore. Nel caso specifico, pur accogliendo il motivo sulla giurisdizione, la Corte ha respinto nel merito la richiesta di un'indennità di rischio per mancanza di una valida contrattazione decentrata.
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Gestione separata INPS: obbligo anche sotto i 5.000€
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16935/2024, ha stabilito che l'obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS per un professionista iscritto a un albo non dipende dal superamento della soglia di reddito di 5.000 euro. Il criterio determinante è l'esercizio abituale della professione. Un reddito basso può essere un indizio, ma non esclude di per sé l'obbligatorietà dell'iscrizione, che va valutata in base alla scelta professionale e non al risultato economico annuale.
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Gestione separata INPS: prescrizione e sanzioni annullate
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16933/2024, interviene sulla questione dell'obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS per gli avvocati. Pur confermando l'obbligo di iscrizione, la Corte accoglie il ricorso della professionista su due punti cruciali: la prescrizione dei contributi decorre dalla scadenza del termine per il pagamento e non dalla dichiarazione dei redditi, e le sanzioni per l'omessa iscrizione antecedente al 2011 sono illegittime, in linea con una precedente pronuncia della Corte Costituzionale.
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Lavoro tra conviventi: quando spetta la retribuzione?
La titolare di un'azienda agricola si è opposta al pagamento di retribuzioni al suo ex partner, sostenendo che il lavoro fosse gratuito a causa della loro relazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando il diritto alla retribuzione. La decisione sottolinea che non è possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti e delle prove operata dai giudici di merito, specialmente in un caso di lavoro tra conviventi dove esistevano contratti documentati.
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Gestione Separata INPS: obblighi per avvocati
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16931/2024, chiarisce gli obblighi degli avvocati verso la Gestione Separata INPS. Pur confermando il dovere di iscrizione per i redditi non coperti da altre casse previdenziali e rigettando l'eccezione di prescrizione, la Corte ha annullato le sanzioni civili per l'omessa iscrizione, in applicazione di una precedente sentenza della Corte Costituzionale. La decisione bilancia il principio di universalità della copertura previdenziale con la tutela dell'affidamento del professionista sorto in un quadro normativo incerto.
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Credito TFR fallimento: ammesso anche senza versamenti
Una lavoratrice si opponeva al rigetto parziale della sua richiesta di ammissione al passivo fallimentare della sua ex società. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16928/2024, ha accolto il suo ricorso, affermando che il credito TFR nel fallimento deve essere ammesso per intero, indipendentemente dal fatto che il datore di lavoro abbia versato o meno le quote al Fondo di Tesoreria INPS. Il diritto del lavoratore a insinuarsi nel passivo per il proprio TFR è incondizionato.
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Gestione Separata INPS: obbligo anche sotto i 5000€
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16925/2024, ha stabilito che l'obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS per un professionista iscritto a un albo non dipende dal superamento della soglia di reddito di 5.000 euro. Il criterio determinante è l'esercizio abituale della professione. La Corte ha chiarito che un reddito basso può essere un indizio, ma non è di per sé sufficiente a escludere l'abitualità e, di conseguenza, l'obbligo contributivo.
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Definizione agevolata: estinzione del giudizio
Un professionista aveva impugnato in Cassazione una sentenza relativa a contributi previdenziali. Durante il processo, ha aderito alla cosiddetta "rottamazione-quater", una forma di definizione agevolata dei debiti. Avendo documentato il pagamento integrale, la Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il giudizio e cessata la materia del contendere, in quanto l'adesione a tale procedura implica la rinuncia alla lite.
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Contributo di solidarietà: la Cassazione estingue
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo riguardante l'applicazione di un contributo di solidarietà su una pensione già maturata. La Cassa di previdenza dei professionisti, dopo aver perso in primo e secondo grado, ha rinunciato al ricorso in Cassazione, riconoscendo l'esistenza di un orientamento giurisprudenziale consolidato che ritiene illegittima tale trattenuta. La decisione di estinzione del processo rafforza il principio di tutela dell'affidamento del pensionato sulla consistenza economica del proprio trattamento.
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Pensione consortile: prova del requisito di anzianità
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che richiedeva il diritto alla pensione consortile a seguito della soppressione del suo posto di lavoro. La decisione si fonda sulla mancata prova, da parte del lavoratore, del possesso dei requisiti di anzianità e di inquadramento 'di ruolo' richiesti dalla contrattazione collettiva alla data del 31 luglio 1994. I giudici hanno ritenuto i motivi del ricorso generici e non idonei a superare le decisioni conformi dei precedenti gradi di giudizio, sottolineando l'importanza di una rigorosa formulazione delle censure in sede di legittimità.
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Giudicato esterno e contributi: ricorso inammissibile
Un ente previdenziale ha proposto ricorso contro una sentenza che dichiarava prescritti i contributi richiesti a un professionista per l'anno 2007. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, non entrando nel merito, a causa della presenza di un precedente giudicato esterno. Una precedente ordinanza aveva già definitivamente accertato la prescrizione del credito tra le stesse parti, rendendo impossibile una nuova pronuncia sulla medesima questione in virtù del principio del "ne bis in idem".
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Competenza territoriale contributi: decide la residenza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16910/2024, ha stabilito la competenza territoriale per le controversie sui contributi previdenziali dei lavoratori autonomi. Un commerciante si era opposto a degli avvisi di addebito INPS, ma il caso è stato rimbalzato tra diversi tribunali. La Suprema Corte ha chiarito che, in base all'art. 444 c.p.c., la competenza territoriale contributi spetta al tribunale, in funzione di giudice del lavoro, nella cui circoscrizione risiede l'attore, anche se non coincide con il capoluogo di provincia.
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Cessazione materia del contendere: accordo e fine lite
La Corte di Cassazione ha dichiarato la cessazione della materia del contendere in una controversia tra due enti di assistenza sanitaria e alcuni loro iscritti. Le parti, durante il giudizio di legittimità, hanno raggiunto un accordo transattivo che ha risolto la lite, rendendo superflua una pronuncia nel merito e privando di efficacia la precedente sentenza della Corte d'Appello. La Corte ha quindi compensato le spese legali.
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Fondo garanzia TFR: no pagamento se l’azienda è salva
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16917/2024, ha stabilito che il Fondo di garanzia TFR gestito dall'INPS non è tenuto a intervenire se, in caso di cessione di ramo d'azienda, il rapporto di lavoro prosegue con un'impresa acquirente che risulta solvibile al momento della cessazione definitiva del rapporto. Secondo la Corte, un accordo sindacale che lasci il TFR a carico dell'azienda cedente, successivamente divenuta insolvente, non è opponibile all'INPS. Il requisito fondamentale per l'intervento del Fondo è l'insolvenza del datore di lavoro al momento in cui il credito per il TFR diventa esigibile, cioè alla fine del rapporto di lavoro.
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Iscrizione Cassa Geometri: sì, anche con lavoro occasionale
Un geometra, iscritto all'Albo ma lavoratore dipendente, si era opposto all'iscrizione e al pagamento dei contributi alla Cassa di previdenza, sostenendo di svolgere l'attività professionale solo occasionalmente. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sola iscrizione all'Albo professionale è condizione sufficiente per far scattare l'obbligo di iscrizione alla Cassa Geometri e il versamento dei contributi minimi. La natura occasionale dell'attività e l'assenza di reddito professionale sono irrilevanti ai fini di tale obbligo.
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Spese legali medico: quando l’azienda sanitaria paga?
Un medico chiedeva il rimborso delle spese legali alla propria azienda sanitaria per una causa di responsabilità. La Cassazione ha negato il diritto, applicando il principio di irretroattività delle norme. La copertura prevista da un CCNL non si applica se l'evento contestato è avvenuto prima della sua entrata in vigore. L'analisi chiarisce i limiti della manleva per le spese legali del medico.
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Premio speciale unitario: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16905/2024, ha stabilito che il calcolo del premio speciale unitario per le cooperative di facchinaggio non è stato modificato dalla riforma del D.Lgs. 423/2001. La Corte ha chiarito che tale premio, data la sua natura speciale, continua a basarsi su parametri fissi stabiliti da decreti ministeriali e non sulla retribuzione effettivamente corrisposta ai soci. La decisione accoglie il ricorso di una cooperativa, affermando il principio secondo cui una legge generale successiva non abroga una legge speciale precedente.
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Domanda nuova in appello: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito che specificare in appello la non retroattività di un re-inquadramento contributivo non costituisce una domanda nuova in appello, se il tema era già parte della contestazione originaria. La Corte ha annullato la decisione d'appello che aveva dichiarato inammissibile il ricorso di un'azienda contro una pretesa dell'ente previdenziale, rinviando la causa per un nuovo esame nel merito.
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Prescrizione rimborso ritenute: quando inizia a correre?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16889/2024, ha stabilito un principio cruciale in tema di prescrizione del rimborso ritenute fiscali versate in eccesso dal datore di lavoro. Il caso riguardava la richiesta degli eredi di un lavoratore per la restituzione di somme trattenute erroneamente su un fondo pensione. La Corte ha chiarito che il termine di prescrizione decennale per l'azione del lavoratore contro il datore di lavoro decorre dal momento in cui è stata effettuata la trattenuta illegittima e non da quando il datore di lavoro ottiene a sua volta il rimborso dall'Agenzia delle Entrate. La Suprema Corte ha rigettato la tesi della Corte d'Appello che inquadrava la fattispecie nella 'negotiorum gestio', affermando invece che si tratta di un'azione di inesatto adempimento di un'obbligazione derivante dal rapporto di lavoro.
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Ricorso inammissibile: gli oneri di specificità
Un istituto di credito ha impugnato una decisione della Corte d'Appello relativa alla costituzione di una rendita vitalizia per un ex dipendente a causa di contributi omessi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per mancata specificità. L'istituto di credito non ha trascritto nel ricorso documenti cruciali, come una precedente sentenza passata in giudicato e relazioni tecniche, impedendo così alla Corte di valutare nel merito i motivi di doglianza. La decisione sottolinea la fondamentale importanza del principio di autosufficienza nei ricorsi di legittimità.
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