LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Difese tardive datore di lavoro: Cassazione conferma

Un lavoratore, assunto part-time per una tabaccheria, svolgeva di fatto un orario full-time lavorando anche per una cartoleria collegata. La datrice di lavoro, titolare della tabaccheria, ha tentato di attribuire parte del rapporto di lavoro alla società che gestiva la cartoleria. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, qualificando le sue argomentazioni come difese tardive e confermando la sua piena responsabilità per tutte le differenze retributive, poiché le contestazioni sulla titolarità del rapporto non erano state sollevate chiaramente sin dall’inizio del giudizio.

Continua »
Discriminazione part-time: no a carriera più lenta

La Corte di Cassazione ha stabilito che negare a una lavoratrice part-time la stessa progressione di carriera prevista per i colleghi a tempo pieno costituisce una forma di discriminazione part-time. La sentenza analizzata chiarisce che la progressione di carriera rientra tra le “condizioni di impiego” tutelate dal principio di non discriminazione di derivazione europea. Di conseguenza, un’interpretazione del contratto collettivo che escluda i lavoratori part-time dagli avanzamenti di livello automatici, basandosi sulla presunzione di una minore professionalità acquisita, è illegittima. La Corte ha cassato la decisione precedente, affermando il diritto della lavoratrice al corretto inquadramento e alle relative differenze retributive.

Continua »
Rinuncia al ricorso: costi e conseguenze legali

Un’azienda di trasporti, dopo aver perso in appello una causa sulla corretta retribuzione feriale di un dipendente, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha deciso di effettuare una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte ha quindi dichiarato estinto il processo, rendendo definitiva la sentenza d’appello e condannando l’azienda a pagare le spese legali della controparte in base al principio di causalità.

Continua »
Omissione di pronuncia: Cassazione cassa sentenza

Una società otteneva in appello l’annullamento di un pignoramento basato su contributi previdenziali non versati. L’ente previdenziale ha impugnato la decisione in Cassazione lamentando una omissione di pronuncia, poiché i giudici d’appello non avevano valutato l’esistenza di una precedente sentenza definitiva (giudicato esterno) che confermava il debito. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullato la sentenza e rinviato il caso alla Corte d’Appello per un nuovo esame che tenga conto del giudicato.

Continua »
Notifica cartella pagamento: la Cassazione chiarisce

Un contribuente ha contestato la validità della notifica di una cartella di pagamento consegnata alla moglie, sostenendo la necessità di una raccomandata informativa. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per la notifica cartella pagamento eseguita direttamente dall’agente di riscossione, la consegna a un familiare convivente è sufficiente a perfezionare l’atto e a interrompere la prescrizione, senza bisogno di ulteriori comunicazioni.

Continua »
Termine breve Rito Fornero: Cassazione inammissibile

Una lavoratrice impugna il licenziamento, ma il suo ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile. La Corte Suprema ribadisce che il termine breve di 60 giorni per l’impugnazione, previsto dal Rito Fornero, decorre dalla semplice comunicazione via PEC della sentenza d’appello, confermando la rigidità di tale scadenza processuale.

Continua »
Compensazione spese di lite: stop alle formule di stile

Un cittadino ha contestato la decisione di un ente previdenziale. Sebbene il tribunale gli abbia dato ragione su un punto procedurale (incompetenza territoriale), ha disposto la compensazione spese di lite. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che motivazioni generiche come la “semplicità della causa” o la “natura processuale della decisione” non sono sufficienti per derogare al principio secondo cui la parte soccombente deve pagare le spese legali.

Continua »
Discriminazione stranieri bonus: no a residenza lunga

La Corte di Cassazione ha confermato il carattere discriminatorio di due delibere di una Regione che imponevano lunghi periodi di residenza (5 o 10 anni) per l’accesso di cittadini stranieri a un ‘bonus bebè’ e un ‘bonus affitti’. La Corte ha stabilito che tale requisito di residenza prolungata viola il principio di parità di trattamento sancito dalla normativa nazionale ed europea, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva ordinato la rimozione della clausola discriminatoria. Si tratta di un’importante pronuncia sulla discriminazione stranieri bonus.

Continua »
Querela di falso: i requisiti di ammissibilità

Un imprenditore contesta decreti ingiuntivi basati su una scrittura privata, proponendo una querela di falso. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile per vizi procedurali, sottolineando la necessità di specificare chiaramente gli elementi e le prove della falsità e di non mescolare motivi di ricorso eterogenei.

Continua »
Somministrazione illecita manodopera: Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’impresa contro la riqualificazione di contratti di appalto in somministrazione illecita manodopera. La decisione conferma la sentenza della Corte d’Appello, che aveva accertato la mancanza di autonomia organizzativa dell’appaltatore e l’interposizione fittizia di manodopera. La Cassazione ha ribadito che il suo giudizio non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, che in questo caso è stata ritenuta chiara e coerente.

Continua »
Condotta antisindacale: legge regionale e P.A. esenti

Un’associazione sindacale ha accusato una Regione di condotta antisindacale per aver dirottato, tramite leggi regionali, fondi destinati ai dirigenti verso il personale di comparto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo due principi fondamentali. Primo, l’emanazione di una legge è un atto politico non sindacabile in sede giurisdizionale come condotta antisindacale. Secondo, la Pubblica Amministrazione, in qualità di datore di lavoro, ha l’obbligo di applicare le leggi vigenti e non può essere ritenuta responsabile per tale adempimento, anche se la legge è di dubbia costituzionalità. Inoltre, la Corte ha rilevato la mancanza del requisito dell’attualità del pregiudizio, necessario per la tutela ex art. 28 Stat. Lav., poiché gli effetti della condotta si erano ormai consolidati nel tempo.

Continua »
Onere della prova trasferte: chi deve dimostrare?

Una società di costruzioni ha contestato un accertamento INPS per contributi non versati su somme erogate ai dipendenti a titolo di trasferta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio chiaro sull’onere della prova trasferte. Spetta all’INPS dimostrare l’avvenuta erogazione delle somme, ma è il datore di lavoro a dover provare che tali somme costituiscono rimborsi per trasferte legittime e quindi esenti da contribuzione. La società non ha fornito prove sufficienti e specifiche a sostegno della propria tesi.

Continua »
Pausa lavoro infermieri: diritto e organizzazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto alla pausa per gli infermieri, dopo sei ore di servizio, non può essere negato adducendo rischi per la continuità assistenziale. Confermando la condanna di un’azienda ospedaliera al risarcimento dei danni, la Corte ha chiarito che spetta al datore di lavoro organizzare i turni in modo da garantire sia il recupero psico-fisico del personale, sia la costante cura dei pazienti. La potenziale interruzione del servizio non deriva dalla norma che prevede la pausa lavoro infermieri, ma da un eventuale deficit organizzativo dell’ente.

Continua »
Mansioni superiori: quando non spetta la paga extra?

Un dipendente pubblico ha richiesto il pagamento di differenze retributive per aver svolto mansioni superiori di tipo dirigenziale per oltre un decennio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo aspetti cruciali sulla giurisdizione per le controversie a cavallo della privatizzazione del pubblico impiego e sull’onere della prova. La Corte ha stabilito che per il riconoscimento delle mansioni superiori non basta dimostrare di aver svolto compiti complessi, ma è necessario che esista formalmente una posizione dirigenziale nell’organigramma aziendale a cui fare riferimento.

Continua »
Giudicato e calcolo retributivo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che una precedente sentenza, anche se di condanna generica al pagamento di differenze retributive, può formare un giudicato vincolante anche sui criteri di calcolo. Nel caso specifico, un’azienda sanitaria aveva perso una causa per il riconoscimento di una categoria superiore a un dipendente. In seguito, ha tentato di contestare il metodo di quantificazione del dovuto, ma la Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che la questione era già stata decisa e coperta da giudicato, in quanto l’azienda non aveva fornito prove contrarie nel primo processo.

Continua »
Imputazione pagamento contributi: la Cassazione decide

Una società cooperativa ha impugnato un accertamento dell’INPS relativo a contributi non versati su indennità di trasferta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che l’onere della prova per le esenzioni spetta al datore di lavoro. Il punto cruciale della decisione riguarda l’imputazione pagamento contributi: in caso di pagamento parziale, questo deve essere attribuito prima ai debiti meno garantiti, come sanzioni e interessi, e solo successivamente al capitale contributivo.

Continua »
Indennità di trasferta: quando è esente da contributi?

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di una società cooperativa contro una richiesta di contributi su somme erogate come indennità di trasferta. Per un gruppo di lavoratori, la Corte ha confermato che si trattava di un trasferimento stabile e non di una trasferta temporanea. Per un altro gruppo, ha stabilito che l’azienda non ha fornito la prova necessaria a dimostrare che i dipendenti lavorassero in sedi sempre diverse, condizione essenziale per l’esenzione. La sentenza ribadisce che l’onere della prova per beneficiare dell’esenzione contributiva sull’indennità di trasferta spetta interamente al datore di lavoro.

Continua »
Impugnazione estratto di ruolo: interesse ad agire

Un contribuente impugnava un estratto di ruolo lamentando la prescrizione di diversi crediti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso originario inammissibile per difetto di interesse ad agire, applicando una normativa sopravvenuta. La decisione sottolinea che per l’impugnazione estratto di ruolo è necessario dimostrare un pregiudizio concreto, non essendo sufficiente la sola pendenza del debito.

Continua »
Sanzioni amministrative retroattività: la Consulta decide

Una società radiofonica, sanzionata per l’impiego di lavoratori dello spettacolo senza il vecchio certificato di agibilità, ha invocato una legge successiva che ha abolito tale obbligo. Le Sezioni Unite della Cassazione, riconoscendo la natura punitiva della sanzione, hanno messo in dubbio la costituzionalità della nuova norma nella parte in cui non prevede la propria retroattività. La questione sulle sanzioni amministrative retroattività è stata quindi rimessa alla Corte Costituzionale, sospendendo il giudizio.

Continua »
Prescrizione pensione: il dies a quo lo fissa il giudice

In un caso riguardante la richiesta tardiva di una pensione di reversibilità, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione pensione. Anche se l’eccezione di prescrizione è sollevata in modo generico dall’ente previdenziale, spetta al giudice il potere e il dovere di determinare l’esatta data di decorrenza (‘dies a quo’). La Corte ha annullato la decisione precedente che aveva concesso tutti gli arretrati, rinviando il caso alla Corte d’Appello per ricalcolare quali ratei fossero effettivamente prescritti.

Continua »