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Diritto del Lavoro

Lavoro subordinato: come riconoscerlo in concreto
Una psichiatra, formalmente legata da un contratto di collaborazione, ha ottenuto il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato. La Cassazione ha confermato che le modalità effettive di svolgimento della prestazione, come il rispetto di turni e direttive, prevalgono sul nome del contratto. Tuttavia, ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per errori nel calcolo del risarcimento e per non aver considerato i guadagni percepiti dalla lavoratrice dopo il licenziamento (aliunde perceptum).
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Domanda amministrativa: errore non la rende nulla
Un cittadino si è visto negare la trasformazione della sua prestazione previdenziale in pensione perché ha inviato la richiesta via PEC anziché tramite il canale telematico imposto dall'ente. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17159/2024, ha stabilito che un mero errore nella modalità di trasmissione della domanda amministrativa non ne causa l'improponibilità, a condizione che l'istanza giunga a conoscenza dell'ente e sia idonea a manifestare la pretesa. La sentenza di appello è stata annullata con rinvio.
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Correzione errore materiale: cosa fare se la sentenza?
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza per la correzione di un errore materiale contenuto in un suo precedente provvedimento. L'errore riguardava l'errata indicazione dei nominativi dei magistrati componenti il collegio giudicante. La Corte, agendo d'ufficio, ha disposto la rettifica dell'epigrafe del provvedimento, sostituendo i nomi errati con quelli corretti dei giudici che avevano effettivamente composto il collegio. Questa decisione sottolinea l'importanza del meccanismo di correzione per garantire l'accuratezza formale degli atti giudiziari.
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Obbligo di assunzione: vale il capitolato d’appalto
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un'azienda al risarcimento per non aver assunto un lavoratore dopo un cambio appalto. La decisione si fonda sull'obbligo di assunzione previsto non dal CCNL, ma da una clausola specifica e più ampia del capitolato speciale d'appalto, volta a salvaguardare i posti di lavoro della precedente società in liquidazione. Il ricorso dell'azienda è stato respinto perché non coglieva la vera ragione giuridica della decisione della Corte d'Appello.
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Clausola sociale appalti: vale il contratto di servizio
La Corte di Cassazione ha confermato l'obbligo di assunzione per un'azienda subentrante in un appalto pubblico, basando la decisione non sul contratto collettivo, ma su una specifica clausola sociale appalti inserita nel capitolato d'appalto con il Comune. Questa clausola, volta a salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti della precedente società, è stata ritenuta un obbligo contrattuale autonomo e vincolante per la nuova impresa.
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Sospensione feriale termini: quando non si applica
Un ex funzionario pubblico ha citato in giudizio un ente regionale per ottenere il trattamento di fine mandato e il versamento di contributi previdenziali. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché presentato in ritardo. La decisione chiarisce che la sospensione feriale termini non è applicabile alle controversie di natura previdenziale, come quella in esame, rendendo l'appello tardivo.
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Fondo di garanzia TFR: obbligo anche post-cessione
La Corte di Cassazione ha stabilito che il Fondo di garanzia TFR dell'INPS è tenuto a corrispondere l'intero trattamento di fine rapporto ai lavoratori, anche per la quota maturata prima di una cessione d'azienda. L'obbligo scatta quando il nuovo datore di lavoro (cessionario) diventa insolvente, poiché è questo evento a rendere esigibile il credito. La Corte ha inoltre chiarito che l'obbligazione del Fondo non è sussidiaria, quindi i lavoratori non sono tenuti a rivalersi prima sull'originario datore di lavoro (cedente).
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Iscrizione fondo pensione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17111/2024, ha stabilito che l'iscrizione a un fondo pensione integrativo è illegittima se la legge la subordina all'emanazione di un decreto ministeriale attuativo, e tale decreto non è mai stato pubblicato. Anche se l'ente previdenziale ha effettuato per anni le trattenute, ciò non sana l'irregolarità. La Corte ha quindi ritenuto legittima la cancellazione retroattiva dei lavoratori dal fondo, specificando che in assenza del decreto, i lavoratori vantavano solo un'aspettativa e non un diritto pieno all'iscrizione fondo pensione.
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Clausola di salvaguardia: sì ai docenti precari
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'amministrazione statale, confermando il diritto di una docente a tempo determinato alla progressione economica basata sull'anzianità di servizio, equiparandola a quella del personale di ruolo. La Corte ha stabilito che escludere i lavoratori a termine dai benefici della clausola di salvaguardia prevista dal CCNL viola il principio di non discriminazione sancito dalla normativa europea, poiché le esigenze di bilancio non costituiscono una giustificazione oggettiva per la disparità di trattamento.
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Lavoro straordinario: pagamento anche senza autorizzazione
Un operatore sanitario ha prestato ore extra per un servizio di "dialisi estiva" senza essere retribuito per un certo periodo. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale attività costituisce lavoro straordinario e deve essere compensata, in quanto svolta con il consenso del datore di lavoro, anche in assenza di autorizzazione formale. Il diritto alla giusta retribuzione, sancito dall'art. 36 della Costituzione, prevale sulle irregolarità procedurali.
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Contributo di solidarietà: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione dichiara estinto un processo a seguito della rinuncia al ricorso da parte di una Cassa di previdenza. La Cassa ha riconosciuto l'ormai consolidato orientamento giurisprudenziale che ritiene illegittimo il contributo di solidarietà imposto unilateralmente sui trattamenti pensionistici già in corso, a tutela dell'affidamento del pensionato.
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Nullità parziale accordo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola di un accordo sindacale in contrasto con norme imperative di legge è nulla, ma tale nullità non si estende automaticamente all'intero accordo. In un caso riguardante il calcolo dell'orario di lavoro, la Corte ha chiarito che si applica il meccanismo della sostituzione automatica della clausola nulla con la norma di legge. La parte che sostiene che l'accordo non sarebbe stato concluso senza quella clausola ha l'onere di provarlo. La sentenza di merito, che aveva dichiarato inammissibile la domanda dei lavoratori basandosi sul principio di inscindibilità, è stata cassata con rinvio.
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Tempo di viaggio: quando è orario di lavoro retribuito?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola di un accordo aziendale che esclude dal calcolo dell'orario di lavoro parte del tempo di viaggio dei tecnici per raggiungere il primo cliente è nulla. Secondo i giudici, tale clausola viola norme imperative di legge e viene automaticamente sostituita da queste ultime, senza invalidare l'intero accordo. La Corte d'Appello aveva erroneamente ritenuto la domanda inammissibile, temendo un'alterazione dell'equilibrio contrattuale, ma la Cassazione ha ribadito che il meccanismo della sostituzione automatica serve proprio a preservare il contratto, sanando la singola illegalità.
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Ricorrente incidentale: la sua duplice veste
La Corte di Cassazione esamina un ricorso presentato da una società contro una sentenza della Corte d'Appello. Il caso evidenzia la complessa figura del **ricorrente incidentale**, che agisce sia come resistente al ricorso principale sia come appellante per specifiche questioni. L'ordinanza si concentra sugli aspetti procedurali di questa duplice veste.
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Lavoro subordinato a domicilio: i requisiti di prova
Una lavoratrice sosteneva di aver svolto un'attività di lavoro subordinato a domicilio, vendendo articoli per conto di un committente tramite una piattaforma online. Dopo la sconfitta in primo e secondo grado, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo di non poter riesaminare nel merito le prove, come le testimonianze. La decisione sottolinea l'importanza del principio di autosufficienza del ricorso, che deve contenere tutti gli elementi per essere valutato senza che la Corte debba cercare altri atti.
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Valutazione della prova: i limiti del giudice di merito
Un lavoratore ha fatto ricorso per il riconoscimento di un rapporto di lavoro pregresso non formalizzato. La sua domanda è stata respinta in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione della prova è di competenza esclusiva del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, soprattutto se i documenti sono stati prodotti tardivamente.
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Interpretazione contratto: limiti della Cassazione
Un gruppo di lavoratori ha agito contro un'azienda sanitaria per salari non pagati. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il loro ricorso, confermando che l'interpretazione del contratto di cessione crediti spetta al giudice di merito e non può essere riesaminata se non per vizi logici o violazione di canoni legali, non per una mera diversa interpretazione.
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Compensazione spese legali: quando è illegittima?
Un gruppo di lavoratori ha citato in giudizio la propria azienda per ottenere il pagamento di alcune indennità. Le loro richieste sono state parzialmente accolte, ma la Corte d'Appello ha deciso per la compensazione delle spese legali, citando la soccombenza reciproca e la natura controversa delle questioni. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che l'accoglimento parziale di una domanda non costituisce soccombenza reciproca e che la 'controvertibilità' non è una ragione valida per la compensazione spese legali secondo l'attuale normativa.
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Autoliquidazione premi INAIL: no al rimborso
Una società di servizi portuali ha richiesto il rimborso di premi assicurativi versati in eccesso tra il 2007 e il 2014, a causa di un errore nella base di calcolo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che gli errori commessi dal datore di lavoro nell'autoliquidazione premi INAIL non danno diritto alla restituzione per gli anni passati. La Corte ha inoltre giudicato inammissibili le argomentazioni basate su fatti nuovi, non sollevati nei precedenti gradi di giudizio.
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Compensazione spese legali: quando è giustificata?
Una lavoratrice ha ottenuto una condanna al pagamento di una somma di denaro ma ha visto respinte le sue principali domande, come il riconoscimento del lavoro subordinato. A causa di questa vittoria parziale, la Corte d'Appello ha disposto la compensazione delle spese legali tra le parti. La Corte di Cassazione ha confermato tale decisione, specificando che il rigetto di domande significative giustifica la compensazione, anche se la controparte è rimasta assente dal giudizio. La chiave è la valutazione complessiva dell'esito della lite, non il mero accoglimento di una singola richiesta.
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