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Trasformazione societaria fideiussione: no liberazione

Un garante ha richiesto la liberazione da una fideiussione a seguito della trasformazione della società debitrice da s.n.c. a s.r.l. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la semplice trasformazione societaria e la fideiussione non sono sufficienti a liberare il garante. È onere di quest’ultimo dimostrare un effettivo e noto peggioramento delle condizioni patrimoniali del debitore al momento della concessione di nuovo credito, prova che nel caso di specie non è stata fornita.

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Trasformazione societaria e fideiussione: non basta per liberare il garante

Introduzione: Il principio della Corte di Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nel diritto bancario e societario: la trasformazione societaria e la fideiussione. La questione centrale riguarda la possibilità per il garante (fideiussore) di essere liberato dal proprio impegno quando la società debitrice si trasforma da società di persone a società di capitali. La Corte ha stabilito un principio chiaro: la trasformazione, di per sé, non è una causa automatica di liberazione. È necessario che il garante fornisca la prova di un concreto peggioramento delle condizioni economiche del debitore.

I Fatti del Caso: Una Garanzia Longeva e un Cambio di Veste Sociale

La vicenda trae origine da una garanzia fideiussoria rilasciata nel 1996 da un privato a favore di un istituto di credito, per un’esposizione debitoria di una società in nome collettivo (s.n.c.). Successivamente, la società garantita veniva trasformata in una società a responsabilità limitata (s.r.l.), senza che il garante ne fosse informato.
Negli anni seguenti, la banca concedeva ulteriori e significativi finanziamenti alla società ormai trasformata, fino a quando quest’ultima, in stato di insolvenza, veniva posta in liquidazione e dichiarata fallita. L’istituto di credito si rivolgeva quindi al garante per il recupero delle somme, ottenendo un decreto ingiuntivo. Il garante si opponeva, sostenendo che la trasformazione societaria avesse aggravato il suo rischio, specialmente per la venuta meno della responsabilità illimitata dei soci, e che la banca avesse agito senza la dovuta diligenza concedendo credito a un soggetto in progressivo stato di decozione.

L’Analisi della Corte e la questione sulla trasformazione societaria e fideiussione

La Corte di Cassazione, nel respingere il ricorso del garante, ha confermato la decisione della Corte d’Appello, sviluppando un’articolata motivazione basata sull’interpretazione dell’art. 1956 del codice civile, che disciplina la liberazione del fideiussore per obbligazioni future.

La Trasformazione Sociale non è Causa Automatica di Liberazione

Il punto focale della decisione è che la trasformazione da s.n.c. a s.r.l. non implica automaticamente un peggioramento delle condizioni patrimoniali del debitore. La Corte ha spiegato che, in base all’art. 2498 c.c., la trasformazione non libera i soci dalla responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali sorte prima della trasformazione stessa, a meno che i creditori non vi acconsentano. Per i debiti sorti dopo la trasformazione, l’assenza di soci illimitatamente responsabili non è di per sé un indice di maggior rischio, se non si dimostra un effettivo mutamento negativo della consistenza patrimoniale della società.

L’Onere della Prova a Carico del Garante

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: spetta al garante che invoca la liberazione dimostrare la sussistenza dei presupposti richiesti dall’art. 1956 c.c. In altre parole, il fideiussore deve provare due elementi:
1. Un peggioramento significativo delle condizioni economiche del debitore, tale da rendere notevolmente più difficile il soddisfacimento del credito.
2. La consapevolezza (o conoscibilità con l’ordinaria diligenza) di tale peggioramento da parte della banca al momento della concessione di nuovo credito.

Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato a formulare affermazioni generiche, senza fornire prove concrete del momento e delle modalità con cui si sarebbe verificato il peggioramento e di come la banca ne fosse a conoscenza prima di erogare gli ultimi finanziamenti. Il semplice riferimento al capitale sociale nominale della s.r.l. o alla liberazione di un altro garante non è stato ritenuto sufficiente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato il rigetto del ricorso evidenziando come le censure del garante fossero infondate e, in parte, inammissibili. I motivi di ricorso tendevano a una revisione del merito della vicenda, non consentita in sede di legittimità. La Corte ha chiarito che l’onere della prova del peggioramento economico è un elemento costitutivo della domanda di liberazione del garante e non una controeccezione della banca. Il garante non ha dimostrato che la banca, concedendo ulteriore credito, abbia violato i doveri di correttezza e buona fede, poiché non è stata fornita la prova della sua consapevolezza di un peggioramento tale da mettere a repentaglio la solvibilità del debitore. La trasformazione societaria, in assenza di altri elementi, non attiva automaticamente un dovere di informazione o di interruzione del rapporto da parte della banca.

Le Conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso in materia di trasformazione societaria e fideiussione. Per i garanti, la lezione è chiara: non è sufficiente invocare un cambiamento della forma giuridica del debitore per ritenersi liberati. È indispensabile un’azione proattiva, raccogliendo e presentando prove concrete che dimostrino come e quando le condizioni economiche del debitore siano peggiorate e che il creditore ne fosse a conoscenza. Per gli istituti di credito, la sentenza conferma che, pur dovendo agire secondo buona fede, non sono tenuti a un controllo preventivo e costante su ogni mutamento societario, ma il loro dovere di cautela si attiva solo di fronte a segnali concreti e noti di un’accresciuta rischiosità del finanziamento.

La trasformazione di una società da s.n.c. a s.r.l. libera automaticamente il fideiussore?
No, secondo la Corte di Cassazione, la sola trasformazione societaria non è di per sé sufficiente a determinare la liberazione del garante. Questo evento non comporta un automatico peggioramento delle condizioni patrimoniali del debitore.

Chi deve provare il peggioramento delle condizioni economiche del debitore per ottenere la liberazione dalla fideiussione?
L’onere della prova grava interamente sul garante (fideiussore). È lui che, invocando l’applicazione dell’art. 1956 c.c., deve dimostrare che il creditore ha concesso nuovo credito pur essendo consapevole di un peggioramento significativo delle condizioni economiche del debitore.

La banca è obbligata a informare il garante della trasformazione societaria del debitore?
La sentenza non impone un obbligo generale e automatico di informazione a carico della banca per la mera trasformazione societaria. Il dovere di informare il fideiussore, o di interrompere il credito, sorge solo nel momento in cui la banca acquisisce la consapevolezza di un peggioramento significativo e concreto delle condizioni patrimoniali del debitore, tale da compromettere la sua solvibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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