LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sospensione lodo arbitrale: quando è infondata

Una società ha impugnato un lodo arbitrale e richiesto la sospensione dei suoi effetti, adducendo gravi danni alla propria operatività. La Corte d’Appello ha respinto l’istanza di sospensione lodo arbitrale, non ravvisando né la manifesta fondatezza dell’impugnazione né la sussistenza di gravi motivi. La Corte ha chiarito che eventuali difficoltà gestionali della società derivano dalla sua situazione statutaria interna e non dall’esecutività del lodo. Di conseguenza, ha sanzionato la società per aver presentato un’istanza palesemente infondata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Sospensione Lodo Arbitrale: No alla Sospensiva se l’Istanza è Infondata

La richiesta di sospensione lodo arbitrale è uno strumento delicato, da utilizzare solo in presenza di presupposti solidi. Un’ordinanza della Corte d’Appello di Torino chiarisce i confini applicativi dell’art. 830 c.p.c., sottolineando come la mera difficoltà operativa di una società non costituisca di per sé un ‘grave motivo’ per bloccare gli effetti di una decisione arbitrale. Anzi, un’istanza pretestuosa può portare a una condanna al pagamento di una pena pecuniaria.

I Fatti di Causa

Una società, a seguito di un lodo arbitrale a lei sfavorevole, decideva di impugnarlo dinanzi alla Corte d’Appello. Contestualmente all’impugnazione, la società presentava un’istanza urgente per ottenere la sospensione dell’efficacia esecutiva del lodo.

A sostegno della propria richiesta, la ricorrente affermava che l’immediata applicazione di quanto disposto dall’arbitro l’avrebbe posta in una situazione di impossibilità operativa, con un conseguente e gravissimo pregiudizio per creditori, fornitori e clienti. In sostanza, si paventava uno stallo decisionale e gestionale che avrebbe compromesso la continuità aziendale.

L’istanza e i criteri per la sospensione del lodo arbitrale

La Corte d’Appello è stata chiamata a valutare la sussistenza dei presupposti richiesti dalla legge per concedere la sospensiva, ovvero la manifesta fondatezza dell’impugnazione e la presenza di ‘gravi motivi’.

I giudici hanno rigettato l’istanza, ritenendola palesemente infondata. La decisione si è basata su una duplice analisi. In primo luogo, non è stata ravvisata alcuna manifesta fondatezza nei motivi di impugnazione del lodo proposti dalla società ricorrente. In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, la Corte ha smontato l’argomentazione sui ‘gravi motivi’.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che l’eventuale situazione di stallo decisionale lamentata dalla società non sarebbe una conseguenza diretta dell’esecutività del lodo arbitrale impugnato. Piuttosto, tale difficoltà deriverebbe dall’incertezza sulle capacità deliberative interne della società stessa, una situazione correlata unicamente allo statuto sociale dell’ente.

Inoltre, i giudici hanno richiamato un principio fondamentale relativo all’oggetto del contendere, ovvero l’annullamento di una delibera assembleare. Una pronuncia di annullamento, come quella che si presume contenuta nel lodo, ha natura costitutiva. Ciò significa che i suoi effetti si producono solo con il passaggio in giudicato della decisione, non prima. Pertanto, il presunto pregiudizio lamentato dalla società non era attuale né direttamente causato dall’immediata esecutività del lodo.

Ravvisando la palese infondatezza dell’istanza di sospensione, la Corte ha ritenuto di applicare l’art. 283, ultimo comma, c.p.c., condannando la società ricorrente al pagamento di una pena pecuniaria di 5.000,00 euro in favore della cassa delle ammende. Questa sanzione mira a disincentivare l’abuso dello strumento processuale e le richieste dilatorie prive di solido fondamento giuridico.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito: lo strumento della sospensione dell’efficacia esecutiva di un lodo arbitrale non può essere utilizzato come un espediente per ritardare l’adempimento di una decisione arbitrale. I ‘gravi motivi’ richiesti dalla legge devono essere concreti, attuali e direttamente collegati agli effetti del lodo, non a problematiche interne o statutarie della parte soccombente. La presentazione di istanze manifestamente infondate non solo non porta al risultato sperato, ma espone la parte a sanzioni economiche che aggravano la sua posizione processuale.

Quando si può chiedere la sospensione dell’efficacia di un lodo arbitrale?
La sospensione può essere richiesta in pendenza dell’impugnazione del lodo, ma solo se ricorrono ‘gravi motivi’ e se l’impugnazione appare manifestamente fondata, come previsto dall’art. 830 c.p.c.

Perché la Corte ha respinto la richiesta di sospensione in questo caso?
La Corte ha respinto l’istanza perché non ha ravvisato né la manifesta fondatezza dell’impugnazione né la sussistenza di ‘gravi motivi’. Ha ritenuto che le difficoltà operative lamentate dalla società non derivassero dall’esecutività del lodo, ma da una situazione di incertezza interna legata allo statuto della società stessa.

Cosa rischia chi presenta un’istanza di sospensione palesemente infondata?
Chi presenta un’istanza palesemente infondata rischia una condanna al pagamento di una pena pecuniaria, come previsto dall’art. 283, ultimo comma, c.p.c. In questo caso, la società ricorrente è stata condannata a versare 5.000,00 euro alla cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati