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Sanzioni CONSOB: natura e termini del procedimento

Un ex dirigente di un istituto di credito è stato sanzionato dalla CONSOB per molteplici violazioni. Ha impugnato la sanzione, sostenendo la sua natura sostanzialmente penale e la scadenza dei termini del procedimento. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la natura amministrativa delle specifiche sanzioni CONSOB e chiarendo che i termini procedurali non sono perentori, convalidando così la multa inflitta.

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Sanzioni CONSOB: La Cassazione chiarisce natura amministrativa e termini del procedimento

Le sanzioni CONSOB rappresentano uno strumento fondamentale per la tutela dei mercati finanziari e degli investitori. Tuttavia, la loro natura giuridica e le regole procedurali che ne disciplinano l’applicazione sono spesso oggetto di complesse dispute legali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato questioni cruciali, fornendo chiarimenti importanti sul carattere non penale di determinate sanzioni e sulla natura non perentoria dei termini procedurali. Analizziamo il caso di un ex amministratore di un importante istituto bancario e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: La Sanzione dell’Autorità di Vigilanza

L’Autorità di Vigilanza sui mercati finanziari (CONSOB) aveva irrogato una sanzione pecuniaria di 300.000 euro a un ex amministratore delegato e direttore generale di un istituto di credito. Le contestazioni riguardavano una serie di gravi violazioni della normativa finanziaria, tra cui:

* Mancata adozione di procedure adeguate per la valutazione delle operazioni della clientela.
* Comportamenti irregolari nei trasferimenti di azioni della banca stessa e nei finanziamenti concessi per il loro acquisto.
* Carenze nella gestione degli ordini dei clienti e nel processo di determinazione del prezzo (pricing) delle azioni dell’istituto.
* Comunicazione di informazioni non veritiere all’Autorità di vigilanza.

L’opposizione presentata dall’amministratore era stata respinta dalla Corte d’Appello, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Appello e i Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha basato il suo ricorso su tre motivi principali, mettendo in discussione la legittimità della sanzione sotto diversi profili:

1. Natura della sanzione: Sosteneva che la sanzione, pur essendo formalmente amministrativa, avesse una natura sostanzialmente penale. Di conseguenza, avrebbe dovuto beneficiare del principio del favor rei, ovvero dell’applicazione di una legge successiva più favorevole.
2. Termini del procedimento: Lamentava la violazione dei termini previsti dal regolamento CONSOB per la conclusione del procedimento, sostenendo che tali termini fossero perentori e che il loro superamento dovesse comportare la nullità della sanzione.
3. Quantificazione della sanzione: Contestava la mancanza di una motivazione adeguata da parte dei giudici di merito riguardo alla conferma dell’importo della multa.

Le Sanzioni CONSOB e la loro Natura Giuridica

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo, confermando il suo orientamento consolidato. I giudici hanno chiarito che le sanzioni CONSOB previste dall’art. 190 del Testo Unico della Finanza (T.U.F.) per violazioni delle norme di comportamento non hanno natura sostanzialmente penale. Esse si distinguono nettamente da quelle per abusi di mercato (es. manipolazione del mercato), che invece rientrano nell’ambito penale secondo i criteri elaborati dalla giurisprudenza europea (i cosiddetti “criteri Engel”). La Corte ha specificato che, per tipologia, severità e finalità, queste sanzioni restano nell’alveo amministrativo. Di conseguenza, non si applica il principio del favor rei tipico del diritto penale.

I Termini del Procedimento Sanzionatorio CONSOB sono Perentori?

Anche il secondo motivo è stato ritenuto infondato. La Corte ha ribadito che i termini stabiliti dai regolamenti interni della CONSOB per la durata dei procedimenti sanzionatori hanno natura meramente “ordinatoria” e non “perentoria”. Questo significa che il loro scopo è quello di regolare e accelerare l’azione amministrativa, ma il loro mancato rispetto non produce l’invalidità dell’atto finale. Il procedimento sanzionatorio è retto dai principi generali della Legge n. 689/1981, che non prevede la decadenza del potere sanzionatorio per il solo superamento di tali scadenze interne. La validità della sanzione, quindi, non viene meno.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sulla propria giurisprudenza consolidata. Ha confermato che le sanzioni previste dall’art. 190 del T.U.F. sono amministrative e non penali, poiché mancano della gravità e della natura tipiche delle pene criminali. Pertanto, principi come il favor rei non sono automaticamente applicabili. Per quanto riguarda i termini procedurali, la Corte ha ribadito che essi hanno lo scopo di organizzare l’azione amministrativa ma non incidono sulla validità della sanzione finale, la quale è principalmente disciplinata dai principi della Legge 689/1981. Infine, la Corte ha ritenuto che la quantificazione della sanzione fosse stata adeguatamente giustificata dalla Corte d’Appello, la quale aveva evidenziato il ruolo centrale e deliberato dell’amministratore nella condotta illecita.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza due principi chiave per gli operatori del settore finanziario. Primo, le sanzioni CONSOB per violazioni delle regole di condotta sono saldamente classificate come amministrative, limitando l’applicazione di garanzie specifiche del diritto penale. Secondo, i ritardi procedurali da parte dell’autorità di vigilanza non invalidano automaticamente le sanzioni, garantendo alla CONSOB una certa flessibilità operativa. Questa decisione sottolinea la tendenza della Corte a preservare l’efficacia dell’azione sanzionatoria amministrativa nel settore finanziario, privilegiando la sostanza rispetto a formalismi procedurali che non compromettono i diritti fondamentali di difesa.

Le sanzioni irrogate da CONSOB per violazione delle norme di comportamento sono da considerarsi di natura penale?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che le sanzioni previste dall’art. 190 del T.U.F. hanno natura amministrativa e non sostanzialmente penale. Pertanto, non si applicano automaticamente i principi garantisti del diritto penale come quello del favor rei (applicazione della legge più favorevole).

Il superamento dei termini previsti dai regolamenti CONSOB per la conclusione del procedimento sanzionatorio rende la sanzione nulla?
No. La Corte ha chiarito che i termini previsti dai regolamenti CONSOB hanno natura meramente ordinatoria, non perentoria. La loro violazione ha lo scopo di sollecitare l’azione amministrativa ma non causa l’invalidità o la nullità del provvedimento sanzionatorio emesso tardivamente.

Il giudice che valuta l’opposizione a una sanzione CONSOB può ridurne l’importo?
Sì, il giudice ha il potere di controllare e determinare l’importo della sanzione entro i limiti di legge, valutandone la congruità rispetto alla gravità del fatto. In questo caso, però, la Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello, che confermava l’importo, fosse adeguata, data l’incisività e la centralità del ruolo del ricorrente negli illeciti contestati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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