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Risarcimento danni utilizzatore leasing: chi paga?

Una società utilizzatrice di un fondo edificatorio in leasing scopre un’occupazione abusiva del sottosuolo da parte del confinante, preesistente al contratto. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2523/2025, affronta il tema del risarcimento danni utilizzatore leasing. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’utilizzatore contro la società di leasing, confermando la decisione d’appello. La motivazione centrale (ratio decidendi) è che il diritto al risarcimento spetta a chi era proprietario al momento del danno, e non si trasferisce automaticamente con il bene. L’utilizzatore non può agire per un danno sorto prima di acquisire la detenzione del bene.

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Risarcimento Danni Utilizzatore Leasing: La Cassazione sul Danno Preesistente

Il tema del risarcimento danni utilizzatore leasing è complesso, specialmente quando il danno lamentato è anteriore alla stipula del contratto. Con l’ordinanza n. 2523/2025, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale su chi abbia il diritto di agire per ottenere il risarcimento in questi casi, sottolineando un principio fondamentale sulla titolarità dell’azione risarcitoria. La decisione evidenzia l’importanza della sequenza temporale degli eventi nel determinare la legittimazione ad agire.

I Fatti di Causa

Una società, in qualità di utilizzatrice, stipulava un contratto di leasing finanziario per un fondo edificatorio al fine di costruirvi un capannone industriale. Durante i lavori di scavo, emergeva una problematica inaspettata: le fondamenta di un edificio confinante, un condominio, sporgevano e occupavano abusivamente parte del sottosuolo del fondo in leasing.

Ironicamente, la stessa società di leasing era anche la proprietaria e committente dell’edificio condominiale le cui fondamenta avevano causato l’invasione. L’utilizzatore si trovava quindi costretto a sostenere costi aggiuntivi significativi per tagliare la parte di fondazione sporgente e per puntellare l’edificio vicino. Questi costi venivano poi inclusi nel contratto di leasing tramite un accordo integrativo, aumentando di fatto l’importo del finanziamento.

L’utilizzatore decideva di citare in giudizio la società di leasing, chiedendo il risarcimento dei danni subiti, sostenendo che quest’ultima, in qualità di proprietaria e committente dell’edificio confinante, fosse responsabile dell’occupazione abusiva. Mentre il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, rigettando la richiesta dell’utilizzatore.

La Decisione della Corte d’Appello e il ricorso per Cassazione

La Corte d’Appello aveva fondato la sua decisione su una considerazione chiave: l’occupazione sotterranea del fondo si era verificata nel 2008, mentre il contratto di leasing con l’utilizzatore era stato stipulato solo nel 2010. Di conseguenza, al momento in cui l’utilizzatore aveva preso possesso del bene, questo era già ‘affetto dal vizio occulto’. Secondo la Corte territoriale, l’utilizzatore non poteva vantare un diritto al risarcimento per un evento lesivo che si era verificato circa due anni prima che acquisisse la detenzione qualificata dell’immobile. Il diritto al risarcimento, infatti, sorge in capo a chi è titolare del bene al momento del fatto illecito.

Contro questa sentenza, l’utilizzatore proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo di avere comunque diritto al risarcimento in quanto danneggiato diretto dall’illecito.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, non entrando nel merito della questione ma concentrandosi su un vizio processuale del ricorso stesso. Gli Ermellini hanno evidenziato come il ricorrente non avesse specificamente contestato la ratio decidendi centrale e autosufficiente della sentenza d’appello.

La motivazione cruciale della Corte d’Appello era, appunto, la sequenza temporale: il fatto illecito (l’occupazione del sottosuolo) era avvenuto prima che l’utilizzatore acquisisse la detenzione del bene. Questo, secondo i giudici d’appello, escludeva la titolarità del diritto risarcitorio in capo all’utilizzatore. La Cassazione ha richiamato il principio consolidato, affermato anche dalle Sezioni Unite (sent. n. 2951/2016), secondo cui ‘il diritto al risarcimento dei danni subiti da un bene spetta al titolare del diritto di proprietà sul bene al momento dell’evento dannoso’. Questo diritto è autonomo rispetto al diritto di proprietà e non si trasferisce automaticamente con l’alienazione del bene, salvo patto contrario.

Poiché il ricorso non ha mosso una critica specifica e pertinente contro questa precisa e decisiva argomentazione, la Corte lo ha ritenuto inammissibile. In pratica, anche se la sentenza d’appello conteneva altre argomentazioni, quella sulla sequenza temporale era da sola sufficiente a sorreggere la decisione di rigetto, e la sua mancata contestazione ha determinato la formazione di un ‘giudicato’ su quel punto, rendendo inutile l’esame degli altri motivi.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per chiunque si appresti a stipulare un contratto di leasing immobiliare o ad acquistare un bene. Il principio secondo cui il diritto al risarcimento per un danno non ‘viaggia’ con il bene ma rimane in capo a chi era proprietario al momento del fatto illecito è fondamentale. Di conseguenza, un utilizzatore o un acquirente che scopre un danno preesistente non può, di regola, agire direttamente contro il terzo responsabile. La tutela in questi casi si sposta sul piano contrattuale, ad esempio attraverso azioni per vizi della cosa nei confronti del venditore o del concedente. È quindi essenziale condurre un’accurata due diligence prima della firma del contratto e, se necessario, prevedere clausole specifiche che cedano espressamente all’utilizzatore anche le azioni risarcitorie per danni preesistenti.

L’utilizzatore di un bene in leasing può chiedere il risarcimento per un danno al bene che esisteva già prima della stipula del contratto?
No. Secondo la Corte, il diritto al risarcimento per un danno a un bene sorge in capo a chi ne è proprietario o titolare al momento in cui si verifica l’evento dannoso. Se il danno è preesistente al contratto di leasing, l’utilizzatore che acquisisce la detenzione del bene successivamente non acquisisce automaticamente anche il diritto a chiedere il risarcimento a chi ha causato quel danno.

A chi spetta il diritto al risarcimento per un danno subito da un immobile?
Il diritto al risarcimento spetta al titolare del diritto di proprietà (o altro diritto reale) sul bene al momento in cui si è verificato l’evento dannoso. Questo diritto è considerato autonomo rispetto al diritto di proprietà e non si trasferisce con la vendita o la concessione in leasing del bene, a meno che non sia stato espressamente pattuito il contrario.

Perché il ricorso dell’utilizzatore è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non ha contestato in modo specifico la ragione giuridica centrale (ratio decidendi) su cui si fondava la sentenza della Corte d’Appello. Tale ragione era che il fatto dannoso (l’occupazione del sottosuolo) era avvenuto prima che l’utilizzatore acquisisse la detenzione del bene, escludendo così la sua titolarità al diritto risarcitorio. La mancata critica a questa motivazione, da sola sufficiente a giustificare la decisione, ha reso l’impugnazione inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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