LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Risarcimento danni condominio: a chi spetta?

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di vendita di un immobile, il diritto al risarcimento per danni alle parti comuni del condominio, verificatisi prima della vendita, non si trasferisce automaticamente al nuovo proprietario. Tale diritto, di natura personale, spetta a chi era proprietario al momento in cui il danno si è verificato, a meno che l’atto di compravendita non preveda espressamente una cessione di tale credito. La sentenza ha quindi negato ai nuovi acquirenti la possibilità di rivendicare una quota delle somme ottenute dal condominio a seguito di azioni legali intraprese anni prima del loro acquisto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Risarcimento danni condominio: spetta al vecchio o al nuovo proprietario?

Quando si acquista un immobile, si entra in possesso non solo dei muri, ma anche di una serie di diritti e obblighi legati alla proprietà. Una questione complessa sorge quando il condominio ottiene un risarcimento danni condominio per eventi dannosi accaduti prima della compravendita. A chi spetta quella somma? Al precedente proprietario, che ha subito il danno, o a quello nuovo, attuale titolare del bene? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento definitivo su questo tema, delineando un principio fondamentale per chi compra e vende casa.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda alcuni nuovi condòmini che avevano acquistato i loro appartamenti nell’anno 2000. Essi avevano richiesto una quota delle somme che il condominio aveva ottenuto, a seguito di sentenze del 2004 e 2005, a titolo di risarcimento per danni subiti dalle parti comuni. Tali danni erano stati causati da azioni intraprese da enti terzi molto tempo prima, precisamente nel 1985 e nel 1997, quando i nuovi acquirenti non erano ancora proprietari.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le richieste dei nuovi proprietari, sostenendo che il diritto al risarcimento non si fosse trasferito con l’acquisto degli immobili. La questione è quindi giunta all’esame della Corte di Cassazione.

Il Principio sul Risarcimento Danni Condominio

La Corte Suprema ha confermato le decisioni dei gradi precedenti, rigettando il ricorso dei nuovi condòmini. Il punto centrale della decisione è la natura del diritto al risarcimento del danno.

I giudici hanno chiarito che il diritto a ricevere una compensazione per un danno subito da un bene è un diritto di credito, autonomo e distinto dal diritto di proprietà sul bene stesso. Questo significa che tale diritto sorge in capo a chi è proprietario nel momento in cui si verifica l’evento dannoso. Non essendo un diritto “reale” legato indissolubilmente all’immobile, esso non si trasferisce automaticamente insieme alla proprietà in caso di vendita.

Il Ruolo dell’Atto di Compravendita

Perché il diritto al risarcimento passi al nuovo acquirente, è necessaria un’espressa pattuizione in tal senso. Le parti, nell’atto di compravendita, dovrebbero prevedere una specifica clausola di cessione di tale credito. In assenza di un accordo esplicito, il diritto rimane in capo al venditore, ovvero colui che era proprietario quando il danno si è verificato.

La Corte ha inoltre precisato che, una volta ottenuto il risarcimento, l’assemblea condominiale ha il dovere di ripartire le somme tra coloro che avevano titolo a riceverle, ovvero i proprietari dell’epoca del danno, e non secondo la compagine condominiale attuale.

Le Motivazioni della Cassazione

La decisione della Cassazione si fonda su consolidati principi giurisprudenziali. I giudici hanno ribadito che “il diritto al risarcimento dei danni subiti da un bene spetta a chi ne sia proprietario al momento del verificarsi dell’evento dannoso“. Questo diritto, configurandosi come autonomo rispetto a quello di proprietà, non segue il bene in caso di alienazione, “salvo che non sia pattuito il contrario“.

È stato anche chiarito che la partecipazione del singolo condòmino al giudizio avviato dall’amministratore non è necessaria per beneficiare degli effetti di una sentenza favorevole. Il giudicato ottenuto dall’amministratore, che agisce in rappresentanza di tutti, fa stato nei confronti di tutti i condòmini, inclusi quelli che non sono intervenuti direttamente nel processo. Tuttavia, la titolarità del diritto al risarcimento va sempre individuata in base a chi era proprietario al momento del fatto illecito.

Le Conclusioni

Questa pronuncia offre importanti implicazioni pratiche per il mercato immobiliare. Chi acquista un immobile in un condominio dovrebbe informarsi non solo sullo stato di manutenzione dell’edificio, ma anche sull’esistenza di eventuali contenziosi pendenti, specialmente se riguardano richieste di risarcimento danni. Per tutelarsi, l’acquirente può e deve chiedere che nell’atto di compravendita venga inserita una clausola che regoli esplicitamente la sorte di eventuali crediti risarcitori futuri derivanti da danni passati. In assenza di tale previsione, come dimostra questo caso, non potrà avanzare alcuna pretesa sulle somme eventualmente incassate dal condominio.

Se acquisto un appartamento, acquisisco automaticamente il diritto ai risarcimenti per danni avvenuti prima del mio acquisto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il diritto al risarcimento del danno è un diritto di credito personale che spetta a chi era proprietario al momento del verificarsi del danno. Non si trasferisce automaticamente con la proprietà, a meno che non sia espressamente previsto un accordo di cessione di tale credito nell’atto di compravendita.

A chi spetta il diritto al risarcimento danni per le parti comuni di un condominio?
Il diritto spetta a chi era condòmino al momento in cui si è verificato l’evento dannoso. L’assemblea condominiale, una volta ottenuta la somma a titolo di risarcimento, deve ripartirla tra coloro che erano proprietari in quel momento, e non tra i proprietari attuali.

La decisione presa in una causa in cui è parte solo l’amministratore di condominio è valida anche per i singoli condòmini?
Sì. La sentenza ottenuta dall’amministratore, che agisce in rappresentanza del condominio, è vincolante e fa stato nei confronti di tutti i singoli condòmini, anche se questi non sono intervenuti personalmente nel giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati