Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando il Processo si Estingue Senza Spese
La rinuncia al ricorso rappresenta un atto processuale con cui una parte decide di abbandonare la propria impugnazione, ponendo fine alla controversia in quella specifica fase del giudizio. Questo gesto, apparentemente semplice, ha conseguenze giuridiche precise, come dimostra un’ordinanza della Corte di Cassazione che ha dichiarato l’estinzione di un processo senza pronunciarsi sul merito e senza condannare alle spese.
Analizziamo il caso per comprendere le dinamiche e le implicazioni pratiche di tale decisione.
I Fatti di Causa: Dal Contratto Preliminare al Contenzioso
La vicenda ha origine da un contratto preliminare di compravendita immobiliare. Due promissari acquirenti avevano citato in giudizio una società immobiliare per ottenere l’esecuzione specifica del contratto, ovvero il trasferimento forzato della proprietà dell’immobile, oltre al risarcimento dei danni.
La società costruttrice si era opposta, presentando a sua volta una domanda (riconvenzionale) per accertare la legittimità del proprio recesso dal contratto, causato dall’inadempimento dei promissari acquirenti, e per trattenere la caparra confirmatoria versata.
Il Tribunale di primo grado diede ragione alla società immobiliare: respinse la domanda degli acquirenti e confermò il diritto della società a recedere dal contratto e a trattenere la caparra. La decisione fu confermata anche dalla Corte d’Appello, la quale ribadì che i promissari acquirenti erano venuti meno ai loro obblighi contrattuali, omettendo di versare gli acconti dovuti in base allo stato di avanzamento dei lavori.
Il Ricorso in Cassazione e la Svolta Processuale
Non soddisfatti della decisione di secondo grado, gli acquirenti hanno proposto ricorso per cassazione, portando la questione davanti alla Suprema Corte. Tuttavia, prima che si arrivasse alla discussione del caso, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: i ricorrenti hanno depositato un atto formale di rinuncia al ricorso.
Questo atto ha cambiato completamente il destino del processo. Anziché esaminare i motivi dell’impugnazione e decidere se la sentenza d’appello fosse corretta o meno, la Corte di Cassazione si è trovata di fronte a una manifestazione di volontà che poneva fine al contenzioso.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La motivazione dell’ordinanza è concisa ma chiara. La Corte ha preso atto della volontà dei ricorrenti di abbandonare l’impugnazione, formalizzata con un atto depositato il 10 gennaio 2025.
Di conseguenza, in applicazione dell’articolo 306, terzo comma, del Codice di Procedura Civile, ha dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione. L’aspetto più interessante della decisione riguarda le spese legali. La Corte ha stabilito di non procedere alla loro liquidazione, motivando questa scelta con “l’assenza di attività difensiva da parte dell’intimata”.
In pratica, poiché la società immobiliare (definita “intimata”) non si era ancora costituita formalmente nel giudizio di cassazione né aveva presentato memorie difensive, non aveva sostenuto costi legali per quella fase. Pertanto, non vi era alcuna spesa da rimborsare, e i ricorrenti, pur rinunciando, non sono stati condannati al pagamento delle spese processuali di questa ultima fase.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia
Questa ordinanza offre due importanti spunti di riflessione pratica:
1. La rinuncia come strumento strategico: La rinuncia al ricorso può essere una scelta strategica per porre fine a un contenzioso quando le probabilità di successo sono basse, evitando così di prolungare l’incertezza e i costi legali.
2. La gestione delle spese legali: La decisione evidenzia un principio fondamentale: le spese di lite vengono rimborsate alla parte vittoriosa per compensarla dei costi sostenuti per difendersi. Se una parte non svolge alcuna attività difensiva, come nel caso dell’intimata in questo giudizio, non ha diritto ad alcun rimborso. La tempistica della rinuncia, se effettuata prima che la controparte si costituisca, può quindi essere cruciale per evitare una condanna alle spese.
Cosa succede quando una parte rinuncia al ricorso per cassazione?
La Corte di Cassazione prende atto della rinuncia e dichiara l’estinzione del giudizio. Ciò significa che il processo si conclude senza una decisione sul merito dell’impugnazione e la sentenza precedente diventa definitiva.
Chi paga le spese legali in caso di rinuncia al ricorso?
Generalmente, chi rinuncia paga le spese della controparte. Tuttavia, come dimostra questo caso, se la controparte (intimata) non ha ancora svolto alcuna attività difensiva, la Corte può decidere di non liquidare le spese, poiché non ci sono costi da rimborsare.
Perché la Corte non ha esaminato i motivi del ricorso?
La Corte non ha esaminato i motivi perché l’atto di rinuncia è un evento processuale che precede e assorbe l’analisi del merito. Una volta formalizzata la rinuncia, il compito del giudice è solo quello di dichiarare la fine del processo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 2 Num. 9412 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 2 Num. 9412 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 10/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 25077/2020 R.G. proposto da:
NOME, domiciliati ex lege in ROMA, INDIRIZZO presso la CANCELLERIA della CORTE di CASSAZIONE, rappresentati e difesi dall’avvocato NOME (CODICE_FISCALE
-ricorrenti-
contro
SOCIETA’ UNO RAGIONE_SOCIALE
-intimata- avverso SENTENZA di CORTE D’APPELLO BARI n. 1173/2019 depositata il 21/05/2019.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 26/03/2025 dal Consigliere dr. NOME COGNOME
FATTI DI CAUSA
NOME COGNOME e NOME COGNOME chiesero al Tribunale di Foggia la condanna di RAGIONE_SOCIALE all’esecuzione specifica dell’obbligo di concludere il preliminare stipulato inter partes , con il risarcimento dei danni.
Attesosi all’istruttoria, il giudice adito rigettò la domanda principale, ed. in accoglimento di quella riconvenzionale, accertò la legittimità del recesso esercitato da RAGIONE_SOCIALE ed il diritto della stessa a trattenere la caparra confirmatoria.
La predetta decisione fu impugnata dai soccombenti e, nella resistenza della controparte, la Corte di Appello di Bari, con sentenza n. 1173 del 21 maggio 2019 respinse il gravame.
Il giudice di secondo grado affermò che i promissari acquirenti si erano resi inadempienti alle obbligazioni contratte nel preliminare, non avendo corrisposto gli acconti maturati in relazione agli stati di avanzamento dei lavori, né i motivi di impugnazione si sarebbero confrontati con gli elementi probatori dedotti dal Tribunale.
Contro la predetta sentenza ricorrono per cassazione NOME COGNOME e NOME COGNOME sulla scorta di tre motivi.
E’ rimasta intimata la RAGIONE_SOCIALE
RAGIONI DI DIRITTO .
Rileva preliminarmente la Corte che, con atto del 10 gennaio 2025, i ricorrenti hanno fatto pervenire un atto di rinuncia all’odierno ricorso .
Pertanto, s’impone la declaratoria di estinzione del giudizio, ai sensi dell’art. 306 comma 3° c.p.c., senza liquidazione delle spese di lite, in assenza di attività difensiva da parte dell’intimata .
P.Q.M.
La Corte di cassazione, seconda sezione civile, dichiara l’estinzione del giudizio di cassazione.
Così deciso in Roma, nella Camera di Consiglio della Seconda Sezione Civile il 26