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Rigetto ricorso per ricusazione ex art. 52 c.p.c.

L’ordinanza affronta il tema della ricusazione del giudice, affermando che la semplice richiesta di provvedimenti o la loro mancata adozione non configura l’inimicizia necessaria. Si sottolinea l’abuso dello strumento processuale quando è preordinato a interrompere il processo.

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Pubblicato il 30 aprile 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

CORTE DI APPELLO DI LECCE 1^ sezione civile nella seguente composizione:

dr. NOME COGNOME presidente rel. dr. NOME COGNOME consigliere dr. NOME COGNOME consigliere decidendo sul ricorso per ricusazione ex art. 52 c.p.c. depositato in cancelleria in data 10.3.2025 da nei confronti del Dott.

ORDINANZA_CORTE_DI_APPELLO_DI_LECCE_- N._R.G._00000901-14_2018 DEL_03_04_2025_PUBBLICATA_IL_03_04_2025

rilevato:

che i fatti e le situazioni posti dal a fondamento della proposta ricusazione non sono riconducibili ai casi che radicano l’obbligo del giudice ricusato ad astenersi ai sensi di quanto previsto dall’art. 51 co.

1 c.p.c. richiamato dall’art. 52 co. 1 c.p.c.;

che, in particolare, non ricorre nella fattispecie l’ipotesi di “inimicizia” del ricusato, che non può evidentemente desumersi dalla asserita omessa adozione di diversi provvedimenti richiesti dal ricusante o, al contrario, dalla adozione di provvedimenti non condivisi da quest’ultimo, stante la mancata prova da parte del ricusante, su cui incombe il relativo onere, di fatti e circostanze rivelatrici dell’esistenza di ragioni di avversione o di rancore estranei alla realtà processuale (Cass. n. 18976/2015; Cass. Sez. Un. n. 16627/2014);

ritenuto, pertanto, che il ricorso non sia meritevole di accoglimento e che la parte che l’ha proposto debba essere condannata alla pena pecuniaria di € 250,00;

rilevato, altresì, che il ha presentato nel presente giudizio, ad oggi, ben 16 ricusazioni, provocando la sospensione del processo ex art. che trattasi evidentemente di attività delittuosa, protratta nel tempo, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, diretta a provocare l’interruzione di un pubblico servizio, posta in essere con reiterate e numerose ricusazioni ((il ha presentato altre sei ricusazioni anche nel giudizio n. 271/2023, come da allegata attestazione della Cancelleria), che richiede un pronto ed adeguato intervento, che si sollecita, del P.M. presso il Tribunale;

Visti gli artt. 52 e ss. c.p.c., rigetta il ricorso proposto ex art. 52 c.p.c. da condanna il ricorrente al pagamento della pena pecuniaria di € 250,00.

Dispone la trasmissione della presente ordinanza, unitamente alla allegata attestazione della Cancelleria, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, per quanto di competenza, ed al Presidente della Corte d’Appello, per le iniziative che riterrà opportuno adottare.

Lecce, 3.4.2025 Il Presidente rel. (Dott. NOME COGNOME

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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