CORTE D’APPELLO DI FIRENZE IV
SEZIONE La Corte d’Appello nelle persone dei seguenti magistrati:
dott.ssa NOME COGNOME Presidente rel. dott.ssa NOME COGNOME dott.ssa NOME COGNOME Consigliere riunita in Camera di consiglio telematica mediante collegamento da remoto attraverso l’applicativo RAGIONE_SOCIALE Teams a partire dalle ore 9 s.s.;
ha emesso nella causa n. 307 – 1/2025 r.g. pendente tra Contro la seguente
ORDINANZA N._R.G._00000307-1_2025 DEL_30_04_2025 PUBBLICATA_IL_02_05_2025
Letti gli atti;
visto il decreto presidenziale con cui è stato disposto lo scambio e il deposito in telematico di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni, con riserva alla Corte di successiva adozione fuori udienza di ogni opportuno provvedimento;
lette le conclusioni scritte depositate telematicamente dai procuratori delle parti in conformità all’invito formulato con precedente decreto;
visto il decreto presidenziale emesso inaudita altera parte in data 26.2.2025 con il quale è stata disposta la sospensione della sentenza in quanto gli appellati avevano rinunciato al precetto già notificato e non potevano notificarne un altr prima del 13.5.2025.
visto l’art. 283 c.p.c., che all’esito delle recenti modifiche introdotte dal D.L.vo 149/2022 (c.d. riforma Cartabia) consente al giudice d’appello di accogliere pur quando la condanna ha ad oggetto una somma di denaro, anche in relazione alla possibilità di insolvenza di una delle parti”;
rilevato che, in applicazione del vigente testo dell’art. 283 c.p.c., intanto può essere sospesa l’efficacia esecutiva di una sentenza di primo grado, anche in mancanza di un comprovato pregiudizio grave e irreparabile, in quanto l’impugnazione, sulla base della delibazione sommaria che caratterizza questa fase, appaia manifestamente fondata, ovvero la sentenza sia affetta da errori ictu oculi immediatamente evidenti, e la soluzione adottata dal primo giudice non appaia a prima vista confermabile neppure attraverso una diversa motivazione, sulla base delle difese riproposte da parte appellata; ritenuto che, nel caso in esame, salvo ulteriore approfondimento, non ricorra tale manifesta evidenza, con riferimento ai profili di doglianza rilevati con l’atto di appello e che l’appellante non ha fornito alcuna prova della asserita difficoltà di recupero delle somme eventualmente versate agli appellati né del grave ed irreparabile pregiudizio che potrebbe derivare da detto pagamento.
Visto l’art. 351 comma 3 cpc, rigetta l’istanza d’inibitoria, revocando il decreto presidenziale del 26.2.2025 Si comunichi Così deciso in Firenze, nella Camera di consiglio del 30.4.2025 Il Presidente dott.ssa NOME COGNOME
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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