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Presupposizione fideiussione: lo status di socio

La Corte di Cassazione ha stabilito che la garanzia personale (fideiussione) prestata da un socio a favore della propria società non perde efficacia automaticamente se questi cessa di essere socio. La Corte ha chiarito che lo status di socio costituisce un motivo soggettivo e non una ‘presupposizione fideiussione’ oggettiva del contratto, a meno che non sia esplicitamente previsto. Il ricorso dell’ex socio è stato rigettato anche per l’inammissibilità di altri motivi, presentati in modo generico.

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Presupposizione e Fideiussione: la Garanzia Resta Valida se Perdi lo Status di Socio?

La garanzia personale, o fideiussione, è uno strumento comune nel mondo degli affari, specialmente per le piccole e medie imprese. Spesso è il socio stesso a garantire per i debiti della società. Ma cosa succede a quella garanzia se il socio vende le sue quote e lascia l’azienda? La sua obbligazione si estingue? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato proprio il tema della presupposizione fideiussione, chiarendo la differenza tra i motivi personali e le condizioni oggettive di un contratto.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un imprenditore che, mentre era socio di una S.p.A., aveva firmato diverse fideiussioni per garantire i debiti della società nei confronti di alcuni istituti di credito. Anni dopo, l’imprenditore cessa di essere socio. Quando la società non riesce più a onorare i propri debiti, le banche si rivolgono a lui per escutere le garanzie prestate. L’ex socio si oppone, sostenendo che le fideiussioni fossero implicitamente legate alla sua qualità di socio. Venuta meno tale qualità, a suo dire, anche la garanzia avrebbe dovuto perdere efficacia. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, però, respingono la sua tesi. L’ex socio decide quindi di ricorrere in Cassazione.

L’Analisi della Corte: la Presupposizione nella Fideiussione

Il cuore della decisione della Cassazione ruota attorno al concetto di presupposizione fideiussione. Il ricorrente sosteneva che il suo status di socio fosse una condizione non scritta ma fondamentale del contratto di garanzia. La sua perdita, quindi, avrebbe dovuto risolvere il contratto.

La Corte, tuttavia, ha ribadito il suo orientamento consolidato, spiegando cos’è la presupposizione e perché non si applica a questo caso.

Cos’è la Presupposizione?

La presupposizione è una circostanza esterna al contratto che, pur non essendo esplicitamente menzionata come condizione, ne costituisce il fondamento oggettivo. Le parti la danno per scontata e la sua esistenza è cruciale per il mantenimento del vincolo contrattuale. Per essere tale, deve avere tre caratteristiche:
1. Esterna: Non deve riguardare l’oggetto o la causa del contratto.
2. Obiettiva e Comune: Deve essere una situazione di fatto o di diritto considerata determinante da entrambe le parti (o da una, ma con la consapevolezza dell’altra).
3. Indipendente: Il suo verificarsi non deve dipendere dalla volontà di una delle parti.

Perché lo Status di Socio Non è una Presupposizione

La Corte ha stabilito che la qualità di socio del garante non soddisfa questi requisiti. Si tratta, infatti, di un motivo meramente soggettivo e interno alla sfera del garante. È stata la ragione personale che lo ha spinto a firmare, ma non una circostanza oggettiva che la banca abbia accettato come fondamento del contratto.

La decisione di cessare di essere socio, inoltre, dipende interamente dalla volontà del garante stesso. Questo esclude il carattere obiettivo e indipendente richiesto per la presupposizione. In assenza di una clausola specifica nel contratto di fideiussione che legasse l’efficacia della garanzia alla permanenza della qualità di socio, la garanzia rimane pienamente valida.

Inammissibilità degli Altri Motivi di Ricorso

Oltre alla questione centrale della presupposizione, il ricorrente aveva sollevato altre censure, ad esempio sulla presunta violazione dell’obbligo di informazione da parte delle banche. La Corte ha dichiarato tutti questi motivi inammissibili per difetto di specificità. Il ricorrente, infatti, non aveva indicato in modo preciso gli atti e i documenti processuali a sostegno delle sue tesi, rendendo impossibile per la Corte verificare le sue affermazioni. Questo aspetto procedurale sottolinea l’importanza di redigere i ricorsi per cassazione con estremo rigore e precisione.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla netta distinzione tra la sfera dei motivi individuali e quella delle condizioni oggettive del contratto. La ragione per cui una persona decide di prestare una garanzia (in questo caso, l’interesse legato al suo ruolo di socio) non può essere opposta alla controparte come condizione implicita per la validità del contratto, a meno che tale condizione non sia stata condivisa e oggettivata nel rapporto. La perdita dello status di socio è un evento che rientra nella sfera di controllo del garante e non una circostanza esterna, futura e incerta che possa configurare una presupposizione. Pertanto, l’obbligazione di garanzia sopravvive alla cessazione della carica sociale, in quanto il vincolo contrattuale, una volta sorto, non è subordinato a eventi non esplicitati che attengono esclusivamente alle motivazioni di una delle parti.

Conclusioni

La sentenza offre due importanti lezioni. La prima è di natura sostanziale: chi presta una fideiussione in qualità di socio e vuole che la garanzia cessi con la sua uscita dalla società deve prevederlo espressamente nel contratto. Non si può fare affidamento sulla figura della presupposizione. La seconda è di natura processuale: in sede di legittimità, la precisione e la specificità nella formulazione dei motivi di ricorso sono requisiti inderogabili, la cui mancanza conduce all’inammissibilità, impedendo ogni esame di merito.

Cos’è la ‘presupposizione’ in un contratto secondo la Cassazione?
È una circostanza esterna al contratto, non espressa, che le parti hanno tacitamente considerato come fondamento oggettivo e determinante per la sua efficacia. Il suo venire meno può giustificare lo scioglimento del vincolo contrattuale.

Perché la perdita dello status di socio non è stata considerata una presupposizione per la fideiussione?
Perché la Corte ha ritenuto che lo status di socio fosse un motivo soggettivo e interno che ha spinto il garante a firmare, non una condizione oggettiva e comune a entrambe le parti. Inoltre, la cessazione della qualità di socio dipende dalla volontà del garante stesso, mancando così il requisito dell’obiettività.

Una fideiussione firmata da un socio cessa automaticamente quando vende le sue quote?
No. Secondo questa ordinanza, la fideiussione rimane valida ed efficace anche dopo la perdita dello status di socio, a meno che il contratto di garanzia non contenga una clausola specifica che ne preveda l’estinzione in tale eventualità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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