LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione ripetizione indebito: quando inizia?

In un caso di presunti interessi usurari, un creditore si è opposto alla richiesta di restituzione eccependo la prescrizione. La Corte di Cassazione, riformando le decisioni di merito, ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione ripetizione indebito: il termine decennale decorre dalla data di ogni singolo pagamento non dovuto e non dalla conclusione del rapporto commerciale tra le parti. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva erroneamente fissato l’inizio della prescrizione alla data di protesto di una cambiale, momento legato alla fine del rapporto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Prescrizione Ripetizione Indebito: la Cassazione Fissa il Dies a Quo al Singolo Pagamento

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale in materia di prescrizione ripetizione indebito, specialmente nei rapporti commerciali di lunga durata. La Suprema Corte ha chiarito che il termine per richiedere la restituzione di somme non dovute inizia a decorrere dal momento di ogni singolo pagamento, e non dalla data di cessazione del rapporto complessivo tra le parti. Questa decisione riforma l’orientamento dei giudici di merito e fornisce importanti indicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un lungo rapporto commerciale e finanziario tra due soggetti. Uno di essi conveniva in giudizio l’altro, sostenendo di avergli versato somme a titolo di interessi usurari e chiedendo la restituzione di quanto indebitamente pagato, oltre al risarcimento dei danni. Il convenuto si difendeva eccependo la prescrizione quinquennale del diritto alla restituzione.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente la domanda, condannando il convenuto al pagamento di una somma e rigettando l’eccezione di prescrizione. Secondo il primo giudice, la prescrizione decennale non era maturata poiché il rapporto tra le parti si era protratto fino a una data recente, interrotta da una missiva e successiva citazione. La Corte d’Appello confermava la decisione, individuando il dies a quo della prescrizione nella data di protesto dell’ultima cambiale, considerata come il momento finale del rapporto commerciale.

Il Principio sulla Prescrizione Ripetizione Indebito in Cassazione

Il soccombente in appello proponeva ricorso per cassazione, basato su due motivi. Il primo, e più rilevante, contestava la violazione delle norme sulla prescrizione (artt. 2033, 2941 e 2935 c.c.), sostenendo che i giudici di merito avessero errato nell’individuare il dies a quo della prescrizione ripetizione indebito. Secondo il ricorrente, tale termine doveva decorrere dal momento di ogni singolo pagamento ritenuto indebito, e non dalla conclusione del rapporto, né tantomeno dal protesto di una cambiale, che peraltro non costituisce un pagamento.

Il secondo motivo denunciava la nullità della sentenza per ultrapetizione, ma è stato dichiarato inammissibile dalla Corte per motivi procedurali, in quanto non era stato trascritto il contenuto dell’atto di citazione originario necessario per valutare la censura.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il primo motivo di ricorso. I giudici di legittimità hanno innanzitutto definito “certamente erroneo” il riferimento della Corte d’Appello al protesto dell’ultima cambiale come momento da cui far decorrere la prescrizione. Una cambiale protestata, proprio perché non pagata, è un evento estraneo all’azione di ripetizione, che presuppone, per sua natura, un avvenuto pagamento.

Richiamando la propria consolidata giurisprudenza, la Corte ha ribadito il principio secondo cui, nell’azione di ripetizione di un pagamento indebito per mancanza originaria della causa solvendi (ovvero la ragione giuridica del pagamento), il termine di prescrizione decorre dal momento in cui il pagamento è stato eseguito. Questo principio si applica anche in presenza di rapporti negoziali di durata. Di conseguenza, la motivazione della Corte d’Appello, che legava il dies a quo alla conclusione del rapporto tra le parti, è stata giudicata errata. Il termine non può decorrere da un momento arbitrario come la fine di un rapporto, ma deve essere ancorato all’esecuzione dei singoli pagamenti che si assumono indebiti.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In accoglimento del primo motivo, la Suprema Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello in diversa composizione. Il giudice del rinvio dovrà riesaminare il caso applicando il corretto principio di diritto: la prescrizione per l’azione di ripetizione dell’indebito decorre da ogni singolo versamento. Questo significa che, per ogni pagamento effettuato, dovrà essere verificato se al momento della domanda giudiziale il termine decennale di prescrizione fosse o meno trascorso.

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche: chi intende agire per la restituzione di somme pagate indebitamente nel corso di un rapporto duraturo deve prestare massima attenzione ai termini di prescrizione, calcolandoli a partire da ogni singola operazione e non attendendo la chiusura del rapporto, per non rischiare di vedere estinto il proprio diritto.

Quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per l’azione di ripetizione di un pagamento non dovuto?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione per l’azione di ripetizione di un pagamento indebito (per mancanza originaria di causa) decorre dal momento in cui ogni singolo pagamento è stato eseguito.

La fine di un rapporto commerciale influisce sul calcolo della prescrizione per la restituzione dei pagamenti?
No. La Corte ha stabilito che è errato far decorrere il termine di prescrizione dalla conclusione del rapporto tra le parti. Il dies a quo va individuato nell’esecuzione di ciascun singolo pagamento che si ritiene non dovuto, anche all’interno di un rapporto di lunga durata.

Il protesto di una cambiale può essere considerato come il momento iniziale per la prescrizione di un’azione di ripetizione?
No. La Corte ha chiarito che il riferimento al protesto di una cambiale è erroneo, poiché il protesto attesta un mancato pagamento. L’azione di ripetizione, invece, presuppone che un pagamento sia stato effettivamente eseguito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati