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Prescrizione e danno: quando inizia a decorrere?

Una società acquirente di un immobile all’asta si è vista privata del bene a causa di un ‘uso civico’ preesistente. La richiesta di risarcimento danni al curatore e al perito è stata inizialmente respinta per prescrizione. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6947/2024, ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale in materia di prescrizione e danno: il termine per agire decorre non dalla mera conoscenza di un potenziale rischio, ma dal momento in cui il danno si manifesta concretamente e diventa oggettivamente percepibile.

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Prescrizione e Danno: La Cassazione fissa il Dies a Quo al Danno Effettivo

L’ordinanza n. 6947/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante chiarificazione sul rapporto tra prescrizione e danno, un tema cruciale in materia di responsabilità civile e professionale. La Suprema Corte ha stabilito che il termine per richiedere il risarcimento non inizia a decorrere dalla semplice conoscenza di un rischio, ma solo dal momento in cui il pregiudizio si concretizza e diventa oggettivamente percepibile dal danneggiato. Analizziamo insieme questa fondamentale decisione.

I Fatti di Causa: Un Acquisto Immobiliare con Sorpresa

Una società immobiliare si aggiudicava all’asta, nell’ambito di una procedura fallimentare, un diritto di proprietà superficiaria su un terreno. Anni dopo, la società scopriva che l’immobile era gravato da un ‘uso civico’, un vincolo di natura pubblicistica che ne comprometteva la commerciabilità e che, infine, portava alla totale evizione del bene, ovvero alla perdita della proprietà.

Ritenendosi danneggiata, la società citava in giudizio il curatore fallimentare e il perito che aveva redatto la stima del bene per l’asta. L’accusa era di negligenza: il curatore non avrebbe segnalato la pendenza di un procedimento di accertamento dell’uso civico, mentre il perito non avrebbe effettuato le dovute verifiche per accertare l’assenza di vincoli pregiudizievoli.

La Decisione dei Giudici di Merito: Un’Eccezione di Prescrizione Accolta

Sia in primo grado che in appello, la domanda di risarcimento veniva respinta. I giudici di merito accoglievano l’eccezione di prescrizione sollevata dai convenuti. Secondo la Corte d’Appello, la società acquirente era venuta a conoscenza di una delibera comunale del 2006, antecedente all’effettiva imposizione del vincolo, che già segnalava l’avvio del procedimento di accertamento. Per i giudici, quella conoscenza era sufficiente a far decorrere il termine di prescrizione quinquennale, che risultava quindi spirato al momento della richiesta di risarcimento.

Le Motivazioni della Cassazione sul tema prescrizione e danno

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza d’appello e fornendo un’interpretazione chiara dell’art. 2935 c.c., la norma che regola l’inizio della prescrizione.

Il Principio del Danno Certo e Attuale

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra la conoscenza di una potenziale minaccia e la manifestazione di un danno effettivo. La Suprema Corte ha affermato che ‘il termine di prescrizione inizia a decorrere solo da quando il danno si è verificato’.

Sapere dell’esistenza di un procedimento amministrativo (come quello per l’accertamento dell’uso civico) non equivale a subire un danno. Fino alla conclusione di tale procedimento, il pregiudizio per l’acquirente era solo potenziale, un mero timore. Il danno vero e proprio, consistente nella perdita giuridica del bene (evizione), si è concretizzato solo con l’atto finale che ha accertato e imposto il vincolo, rendendolo opponibile a tutti.

Confondere il ‘dies a quo’ (il giorno di inizio) della prescrizione con il momento in cui si apprende della condotta illecita o del rischio è un errore giuridico. L’azione risarcitoria, per sua natura, presuppone l’esistenza di un danno; senza di esso, non c’è diritto da far valere.

La Responsabilità Professionale Va Valutata nel Merito

La Cassazione ha inoltre censurato la sentenza d’appello anche su un altro punto. La Corte territoriale aveva affermato, in via ipotetica, che anche se la prescrizione non fosse maturata, la domanda sarebbe stata infondata perché i professionisti non potevano conoscere il vincolo dai soli registri immobiliari. Secondo gli Ermellini, questa motivazione è troppo sbrigativa e lacunosa. Non tiene conto delle specifiche contestazioni mosse dalla società danneggiata, la quale sosteneva che la negligenza non consisteva solo nella mancata consultazione dei registri, ma anche nel non aver dato seguito a specifiche segnalazioni provenienti dagli uffici comunali. La questione della responsabilità, quindi, dovrà essere riesaminata nel merito dal giudice del rinvio.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza un principio di giustizia sostanziale: non si può perdere un diritto per inerzia prima ancora di averlo. La distinzione tra rischio e danno è fondamentale per garantire una tutela effettiva al soggetto danneggiato. Per professionisti come curatori fallimentari e periti, la sentenza ribadisce l’importanza di un approccio diligente che non si limiti a verifiche formali, ma approfondisca ogni segnale di potenziale criticità riguardante i beni sotto la loro gestione. Per gli acquirenti, specialmente in contesti complessi come le aste giudiziarie, emerge l’importanza di comprendere che il loro diritto al risarcimento nasce solo quando il danno diventa una realtà giuridica tangibile.

Quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per un’azione di risarcimento danni?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione per un’azione risarcitoria inizia a decorrere solo dal momento in cui il danno si è effettivamente verificato ed è diventato oggettivamente percepibile e riconoscibile dal danneggiato, non da quando quest’ultimo ha avuto conoscenza di una situazione di mero rischio o pericolo.

La semplice conoscenza di un procedimento amministrativo che potrebbe causare un danno è sufficiente a far partire la prescrizione?
No. La Corte ha chiarito che la conoscenza dell’avvio di un procedimento (in questo caso, per l’accertamento di un uso civico) è solo un atto prodromico e non coincide con la manifestazione del danno. Il termine di prescrizione decorre solo dall’esito di tale procedimento, quando il pregiudizio si concretizza.

Perché la Corte di Cassazione ha criticato il ragionamento della Corte d’Appello sulla responsabilità dei professionisti?
La Cassazione ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello insufficiente e laconica. I giudici d’appello avevano escluso la responsabilità dei professionisti affermando che il vincolo non era rilevabile dai registri immobiliari, senza però esaminare le specifiche accuse della società danneggiata, secondo cui vi erano state altre omissioni e negligenze, come il non aver dato seguito a segnalazioni dirette ricevute dal Comune.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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