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Codice Civile
Codice Penale

Giurisprudenza Civile

Espropriazione, inadempimento aggiudicatario

In tema di esecuzione forzata per espropriazione immobiliare, l’inadempimento dell’aggiudicatario nel deposito del prezzo di vendita comporta, ai sensi dell’art. 587 c. p. c. , la pronunzia da parte del giudice dell’esecuzione della decadenza dell’aggiudicatario, con conseguente ordine di incameramento della cauzione a titolo di multa e disposizione di un nuovo incanto, senza possibilità di far rivivere una precedente aggiudicazione.

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Successioni, diritti del coniuge di abitazione

Nella successione legittima spettano al coniuge del de cuius i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano previsti dall’art.

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Trasformazione del tetto condominiale in terrazza

Qualora il proprietario dell’ultimo piano di un edificio provveda a modificare una parte del tetto condominiale trasformandola in terrazza (od occupandola con altra struttura equivalente od omologa) a proprio uso esclusivo, tale modifica è da ritenere illecita non potendo essere invocato l’art.

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Condominio, sostituzione integrale o parziale del tetto

Cassazione Civile, Sezione Seconda, Sentenza n. 5039 del 28 febbraio 2013

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Concetto generale di sopraelevazione, nuovi piani

Il concetto generale di sopraelevazione è evincibile dal comma 1 dell’art. 1127 c. c. nella parte in cui pone riferimento all’area da occuparsi con la nuova fabbrica è diretta, in effetti, a dettare un semplice criterio di calcolo dell’indennità da corrispondere agli altri condomini in caso di sopraelevazione in senso stretto e la parte finale di detto comma avalla tale interpretazione, imponendo a colui che esegue una sopraelevazione l’obbligo di mantenere i diritti di uso e di godimento che i condomini avevano in precedenza sulla copertura.

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Utilizzazione della cosa comune

Cassazione Civile, Sezione Seconda, Sentenza n. 5039 del 28 febbraio 2013

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Sopraelevazione, copertura del fabbricato condominiale

1127 c. c. , costituisce sopraelevazione soltanto l’intervento edificatorio che comporti spostamento in alto della copertura del fabbricato condominiale, mediante occupazione della colonna d’aria soprastante.

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Altana, manufatto particolare tipico della città di Venezia

L’altana costituisce un manufatto particolare tipico, soprattutto (ma non solo) della città di Venezia.

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Trasferimento di ipoteca, opponibilità al fallimento

In generale, perché un trasferimento di ipoteca possa essere opponibile al fallimento è comunque necessario che esso sia annotato a margine dell’iscrizione d’ipoteca prima o dopo la dichiarazione di fallimento.

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Fallimento, cessione del credito munito di ipoteca

Nel caso di cessione del credito munito di ipoteca, l’annotazione di detta cessione può essere opponibile al fallimento anche se annotata successivamente alla sua dichiarazione.

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Trasferimento ipoteca eseguita dopo fallimento

45 legge fallimentare riguarda esclusivamente gli atti di disposizione suscettibili di vulnerare i diritti della massa dei creditori. In sostanza, essa comporta un pregiudizio (di mero fatto, e del tutto legittimo) limitato ai creditori ammessi al riparto in posizione subordinata.

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Atti compiuti dopo la dichiarazione di fallimento

Il pagamento con surrogazione, analogamente alle altre forme di successione – in senso ampio – del credito, quale la cessione del credito, dà luogo ad una successione nel rapporto obbligatorio per cui, trattandosi di una vicenda concernente esclusivamente la posizione attiva del creditore originario, al quale si sostituisce il cessionario ovvero il solvens, resta immutato nella sua oggettività il rapporto obbligatorio. La ratio del citato articolo 45 l. f. è, infatti, quella di impedire un pregiudizio ai creditori conseguente da atti compiuti dopo l’apertura della procedura concorsuale garantendo la cristallizzazione della situazione patrimoniale alla data del fallimento.

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Mancata contestazione, comportamento rilevante

Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 3402 del 12 febbraio 2013

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Amministratore giudiziario, legittimazione reclamo

L’amministratore giudiziario, nominato in sede di sequestro assunto ai sensi dell’art.

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Custode per beni sottoposti a sequestro

L’ontologica difformità tra le funzioni demandabili al custode per l’amministrazione dei beni sottoposti a sequestro – custodia e conservazione, ovvero amministrazione e gestione – impone, in logica conseguenza, di verificarne la legittimazione sostanziale e processuale in concreto, in correlazione all’espletamento della funzione che, nella gamme delle competenze del suo uffizio, esso intende svolgere. Il corollario comporta che, spettando all’amministrazione della società la legittimazione iure proprio a resistere alla richiesta di fallimento e quindi a reclamare la successiva sentenza, l’amministratore giudiziario, nell’esercizio di quella stessa funzione, ha veste sostanziale e processuale che lo legittima ad assumere analoga iniziativa.

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Sequestro, poteri che competono al custode

Se di norma i poteri che competono al custode sono attinenti alla mera custodia a fini conservativi delle cose in sequestro, nulla vieta – ed anzi ora l’art. c. p. p. – espressamente consente che, nella sfera dei poteri del custode, rientri anche l’amministrazione dei beni in sequestro, con esercizio di poteri di vera e propria gestione.

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Custode dei beni sequestrati ex art. 316-317 c.p.c.

Diversa è la funzione demandata al custode dei beni sequestrati ex art. 316-317 c. p. c. che è sottesa alla mera conservazione dei beni sequestrati, e pertanto, non confligge con l’apertura del fallimento che, pur determinando lo spossessamento della gestione di quei beni, non determina sottrazione alla garanzia patrimoniale, in vista della quale è emessa la misura cautelare.

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Accessione invertita, domanda riconvenzionale

La c. d. accessione invertita, comportando per sua natura l’imprescindibile necessità di una pronuncia del giudice costitutiva del diritto di proprietà a favore di chi, nel costruire, ha occupato una porzione dell’attiguo fondo altrui e, nel contempo, estintiva del correlativo diritto del proprietario dell’area occupata, deve necessariamente formare oggetto di una vera e propria domanda riconvenzionale, non potendo essere neppure invocata in via di mera eccezione, né di semplice difesa.

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Pubblica amministrazione, perseguire interessi generali

La pubblica amministrazione, anche quando agisce iure privatorum, non può che perseguire interessi generali, per ciò stesso connotati da finalità pubblicistiche.

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Impegni assunti dai privati, rilascio di licenze edilizie

Gli eventuali impegni assunti dai privati in via strumentale al rilascio di licenze edilizie non debbono necessariamente esser contenuti in detti provvedimenti ma possono essere anche espressi in autonome convenzioni ovvero in atti unilateri di sottomissione sottoscritti dai privati medesimi, ma deve pur sempre trattarsi di accorsi endoprocedimentali, strettamente funzionali e parti integranti del provvedimento amministrativo conclusivo.

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