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Operazioni Baciate: la nullità si estende al cessionario

Un cliente ha ottenuto un finanziamento da una banca per acquistare azioni della stessa, pratica nota come “operazioni baciate”. A seguito della crisi dell’istituto, i suoi crediti sono stati ceduti a una banca successore. La Corte di Cassazione ha stabilito che la nullità del finanziamento, derivante dal divieto di assistenza finanziaria, si estende e può essere opposta alla banca cessionaria. Quest’ultima non può esigere il pagamento di un credito nullo, poiché la nullità inficia l’esistenza stessa del diritto acquisito. L’azione contro la banca originaria, posta in liquidazione, è invece inammissibile in sede ordinaria, dovendo essere proposta nella procedura concorsuale.

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Operazioni Baciate: La Cassazione Chiarisce la Sorte del Finanziamento

Le cosiddette operazioni baciate, ovvero i finanziamenti concessi da una banca a condizione che il cliente acquisti azioni della stessa, rappresentano da tempo un tema delicato nel diritto bancario e societario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: cosa succede a questi finanziamenti quando la banca in crisi viene salvata e i suoi crediti trasferiti a un altro istituto? La risposta della Corte è netta: la nullità che inficia l’operazione originaria è pienamente opponibile anche alla banca cessionaria.

Il Caso: Un Finanziamento per Acquistare Azioni Proprie

La vicenda trae origine dall’azione legale di un risparmiatore che, nel 2013, aveva stipulato un contratto di mutuo fondiario con un istituto di credito veneto. Una parte significativa del finanziamento era stata utilizzata, come da accordi, per l’acquisto di azioni della stessa banca mutuante. Anni dopo, a seguito della grave crisi che ha colpito l’istituto, quest’ultimo è stato posto in liquidazione coatta amministrativa e il suo ramo d’azienda sano, inclusi i crediti “in bonis” come il mutuo in questione, è stato ceduto a una grande banca nazionale.

Il cliente ha agito in giudizio per far dichiarare la nullità del contratto di mutuo, sostenendo che costituisse una violazione del divieto di assistenza finanziaria per l’acquisto di azioni proprie (art. 2358 c.c.). La banca cessionaria si è difesa affermando di essere estranea alla vicenda e di aver legittimamente acquisito un credito valido, in quanto la normativa speciale sul salvataggio bancario la escludeva dalle passività e dalle controversie legate alla commercializzazione di azioni da parte della banca cedente.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle operazioni baciate

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della banca cessionaria e ha accolto quello della banca in liquidazione. Ha stabilito che il cliente ha il diritto di far valere la nullità del finanziamento nei confronti della banca cessionaria. Al contempo, ha dichiarato inammissibile l’azione intrapresa nei confronti della banca in liquidazione in sede ordinaria, poiché ogni pretesa verso un’impresa in liquidazione coatta amministrativa deve essere accertata nell’apposita sede concorsuale.

Le Motivazioni: Perché la Nullità delle operazioni baciate è Opponibile al Cessionario

Il ragionamento della Corte si fonda su principi cardine del diritto civile e su un’attenta interpretazione della normativa speciale in materia di crisi bancarie.

La Propagazione della Nullità

Il punto centrale è il collegamento negoziale tra il contratto di mutuo e l’operazione di acquisto delle azioni. I due contratti, sebbene formalmente distinti, sono stati realizzati per un unico scopo economico. La Corte ribadisce un principio consolidato: la violazione del divieto di assistenza finanziaria per l’acquisto di azioni proprie determina una nullità che colpisce sia il finanziamento che l’acquisto. Questa nullità, definita “virtuale” perché deriva dal contrasto con una norma imperativa, si “propaga” dal negozio illecito (l’acquisto di azioni con fondi della società) a quello strumentale (il finanziamento).

L’Interpretazione della Normativa Speciale

La difesa della banca cessionaria si basava sull’idea che il D.L. 99/2017 la proteggesse da ogni conseguenza negativa legata alle condotte della banca cedente. La Cassazione chiarisce la portata di questa protezione. La legge esclude dal perimetro della cessione i “debiti” e le “passività” della banca in crisi, come le richieste di risarcimento danni per misselling. Tuttavia, nel caso delle operazioni baciate, non si discute di una passività, ma della validità stessa di un “attivo” (il credito derivante dal mutuo). Poiché la nullità opera ex tunc, cioè fin dall’origine, il credito non è mai sorto validamente. Di conseguenza, la banca cessionaria ha acquisito un credito solo apparente, la cui nullità può essere accertata in qualsiasi momento. La protezione legale non può “sanare” un contratto geneticamente nullo.

La Posizione della Banca in Liquidazione

Per quanto riguarda la banca originaria, la Corte applica rigorosamente l’art. 83 del Testo Unico Bancario. Dalla data di avvio della Liquidazione Coatta Amministrativa, nessuna azione legale può essere iniziata o proseguita nei confronti dell’impresa in crisi al di fuori delle procedure di accertamento del passivo. Questa norma mira a garantire la par condicio creditorum, ovvero la parità di trattamento di tutti i creditori, evitando che qualcuno possa avvantaggiarsi attraverso azioni individuali. Pertanto, la domanda del cliente nei confronti della banca in liquidazione è stata correttamente dichiarata inammissibile in quella sede.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza la tutela dei risparmiatori coinvolti in operazioni baciate, confermando che la nullità di tali schemi è un vizio radicale che non viene meno neanche in seguito a complesse operazioni di salvataggio bancario. Il cliente non è tenuto a restituire le somme di un mutuo concesso per un’operazione illecita, e può far valere questa eccezione direttamente nei confronti di chiunque vanti quel credito. In secondo luogo, chiarisce i confini della responsabilità nella cessione di rami d’azienda bancari: la banca cessionaria acquista i crediti nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano, inclusi eventuali vizi di nullità originari. Infine, ribadisce l’importanza delle procedure concorsuali come unica sede per l’accertamento dei diritti verso imprese in liquidazione.

In caso di “operazioni baciate”, la nullità del finanziamento può essere fatta valere nei confronti della banca cessionaria che ha acquisito il credito?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la nullità del contratto di finanziamento, essendo collegato a un’operazione vietata di acquisto di azioni proprie, si propaga e può essere opposta alla banca cessionaria. La nullità inficia l’esistenza stessa del credito fin dall’origine.

La normativa speciale sul salvataggio bancario (D.L. 99/2017) protegge la banca cessionaria dalla nullità dei contratti di mutuo collegati all’acquisto di azioni proprie?
No. Secondo la Corte, tale normativa esclude dalla cessione i debiti e le passività della banca in crisi (es. richieste di risarcimento danni), ma non può rendere valido un contratto di mutuo che è intrinsecamente nullo. La nullità riguarda la validità dell’attivo (il credito) trasferito, non una passività della banca cedente.

È possibile agire in un tribunale ordinario contro una banca posta in Liquidazione Coatta Amministrativa per far valere i propri diritti?
No. La legge (art. 83 del Testo Unico Bancario) prevede un divieto assoluto di promuovere o proseguire azioni individuali in sede ordinaria contro una banca in liquidazione coatta. Qualsiasi pretesa creditoria deve essere fatta valere esclusivamente attraverso la procedura di accertamento del passivo gestita dai commissari liquidatori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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