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Garanzia autonoma: quando l’escussione è abusiva?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23434/2024, ha stabilito che l’escussione di una garanzia autonoma è abusiva se l’obbligazione principale si è estinta. Il garante può non solo rifiutare il pagamento tramite l’eccezione di dolo (‘exceptio doli’), ma anche chiedere la restituzione di somme già versate se il beneficiario le ha incassate pur sapendo dell’estinzione del debito. Questo principio protegge il garante da richieste fraudolente, indipendentemente dalla sua conoscenza dell’abuso al momento del pagamento.

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Garanzia Autonoma: la Cassazione traccia i confini dell’escussione abusiva

L’ordinanza n. 23434/2024 della Corte di Cassazione offre un’analisi cruciale sui limiti della garanzia autonoma, un potente strumento di tutela del credito. Questa decisione chiarisce quando la richiesta di pagamento da parte del beneficiario diventa abusiva e quali sono i rimedi a disposizione del garante, anche dopo aver pagato. Il caso esaminato riguarda una complessa operazione immobiliare e finanziaria, ma i principi affermati hanno una portata generale per il diritto bancario e commerciale.

I Fatti di Causa

Una società di gestione del risparmio (SGR), gestore di un fondo di investimento immobiliare, stipulava un contratto con una società cooperativa. Quest’ultima apportava al fondo due immobili di sua proprietà, ricevendo in cambio quote del fondo e un contratto di locazione per gli stessi immobili della durata di sei anni.

Per assicurare la redditività dell’operazione, il contratto era assistito da una garanzia autonoma a prima richiesta, rilasciata da un istituto di credito per un importo pari a due annualità di canone. Quando la società cooperativa è diventata inadempiente al pagamento dei canoni, la SGR ha iniziato a escutere la garanzia. Tuttavia, nel frattempo, la cooperativa è stata posta in liquidazione coatta amministrativa e il commissario liquidatore ha esercitato il recesso dai contratti di locazione.

Nonostante ciò, la SGR ha continuato a incassare le somme dalla banca garante, sostenendo che la garanzia coprisse non solo i canoni, ma anche l’indennizzo per il recesso e la redditività complessiva dell’investimento. La banca, venuta a conoscenza del recesso, si è opposta all’ultimo pagamento e ha agito in giudizio per ottenere la restituzione delle somme già versate, ritenendo l’escussione abusiva.

L’analisi della Corte di Cassazione sulla garanzia autonoma

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della SGR, confermando la decisione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ribadito alcuni principi fondamentali in materia di garanzia autonoma e del rimedio dell’ exceptio doli.

La natura della garanzia autonoma e l’exceptio doli

Il contratto di garanzia autonoma si caratterizza per l’impegno del garante a pagare a semplice richiesta del beneficiario, senza poter opporre eccezioni relative al rapporto principale (in questo caso, il contratto di locazione). Tuttavia, questo meccanismo non è assoluto. L’ordinamento prevede un correttivo: l’ exceptio doli.

La Corte ha chiarito che tale eccezione non si limita ai soli casi di frode palese, ma si estende alle situazioni in cui la richiesta di pagamento è manifestamente abusiva. In particolare, si considera abusiva l’escussione quando l’obbligazione garantita si è estinta, come nel caso di specie, a seguito del recesso dai contratti di locazione. L’inesistenza, originaria o sopravvenuta, del rapporto principale priva la garanzia della sua stessa causa giustificativa, rendendo la pretesa del beneficiario un’attribuzione patrimoniale sine causa.

La restituzione delle somme versate dal garante

Un punto centrale della decisione riguarda il diritto del garante di chiedere la restituzione di quanto pagato. La SGR sosteneva che il garante potesse agire in ripetizione solo se fosse stato a conoscenza della frode al momento del pagamento. La Cassazione ha respinto questa tesi.

I giudici hanno stabilito che, una volta accertata l’escussione fraudolenta o abusiva, il garante può agire direttamente contro il beneficiario per la ripetizione dell’indebito (art. 2033 c.c.). La consapevolezza o meno del garante al momento del pagamento non incide su questo diritto, ma rileva piuttosto nei rapporti interni con il debitore principale. Se il garante paga pur sapendo dell’abuso, potrebbe perdere il diritto di rivalsa verso il debitore, ma conserva pienamente il diritto di agire contro il beneficiario che ha incassato indebitamente le somme.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla necessità di bilanciare l’esigenza di celerità e certezza dei traffici commerciali, garantita dal meccanismo della garanzia autonoma, con il principio generale di buona fede e correttezza nell’esecuzione dei contratti (artt. 1175 e 1375 c.c.). Consentire al beneficiario di incassare somme non dovute, solo perché il garante non era immediatamente a conoscenza dell’estinzione del debito, costituirebbe un abuso del diritto.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che l’interpretazione del contratto di garanzia deve essere rigorosa. Nel caso specifico, la garanzia era chiaramente collegata all’obbligazione di pagare i canoni di locazione. Qualsiasi estensione della sua copertura a una generica ‘redditività dell’operazione’ avrebbe richiesto una previsione espressa, che nel contratto mancava.

le conclusioni

Questa ordinanza consolida l’orientamento giurisprudenziale che pone un freno all’uso distorto della garanzia autonoma. Il messaggio è chiaro: la garanzia a prima richiesta è uno strumento di tutela, non un meccanismo per ottenere arricchimenti ingiustificati. Il garante ha il diritto e il dovere di opporsi a richieste abusive e, se ha già pagato, può agire per la restituzione, focalizzando l’attenzione sul comportamento fraudolento del beneficiario, vero fulcro della controversia.

Quando un garante può legittimamente rifiutarsi di pagare una garanzia autonoma?
Il garante può rifiutare il pagamento sollevando l’eccezione di dolo (‘exceptio doli’) quando la richiesta del beneficiario è palesemente abusiva o fraudolenta. Ciò si verifica, ad esempio, quando l’obbligazione principale garantita (come il pagamento di canoni di locazione) è venuta meno o si è estinta.

Se il garante ha già pagato, può chiedere la restituzione delle somme?
Sì. Se si accerta che l’escussione della garanzia è stata abusiva perché il credito sottostante era inesistente, il garante può agire direttamente contro il beneficiario per ottenere la restituzione di quanto pagato (azione di ripetizione dell’indebito, art. 2033 c.c.).

La conoscenza dell’abuso da parte del garante al momento del pagamento influisce sul suo diritto alla restituzione?
No, non sul diritto di agire contro il beneficiario. La Corte ha chiarito che il diritto alla restituzione si fonda sul comportamento fraudolento del beneficiario che ha incassato somme non dovute. La consapevolezza del garante rileva solo nei rapporti interni con il debitore principale, potendo precludere al garante l’azione di rivalsa nei suoi confronti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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