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Fusione per incorporazione e debiti pregressi

La Corte di Cassazione chiarisce che una banca, a seguito di una fusione per incorporazione, eredita tutti i debiti della società incorporata, inclusi quelli derivanti da azioni revocatorie. La responsabilità sorge dall’atto di fusione, che determina una successione universale, e non da precedenti contratti di cessione di partecipazioni che non coinvolgevano direttamente la società poi incorporata. La fusione per incorporazione è l’evento giuridico determinante per il trasferimento delle passività.

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Fusione per incorporazione: l’erede dei debiti della società incorporata

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nel diritto societario e bancario: la responsabilità per i debiti pregressi a seguito di una fusione per incorporazione. La questione centrale era se una società incorporante potesse sottrarsi a una passività della società incorporata, sostenendo che tale debito fosse stato escluso da un precedente e complesso contratto di cessione d’azienda a cui l’incorporata non aveva preso parte. La risposta della Corte è stata netta, individuando nella fusione l’evento chiave che determina la successione universale nei debiti.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’azione del curatore fallimentare di una società di costruzioni. Il curatore aveva citato in giudizio un istituto di credito locale (“Banca Beta”) per ottenere la revoca di un contratto di cessione di credito, stipulato prima della dichiarazione di fallimento. L’obiettivo era recuperare la somma ceduta, ritenendo l’operazione dannosa per i creditori.

Mentre la causa era in corso, si sono verificati due eventi societari significativi:
1. Un grande gruppo bancario (“Banca Alfa”) ha acquisito un “insieme aggregato” di attività e passività da due banche venete in crisi, le quali detenevano il pacchetto di maggioranza di Banca Beta.
2. Successivamente, Banca Alfa ha realizzato una fusione per incorporazione, assorbendo completamente Banca Beta.

Divenuta parte del processo a seguito della fusione, Banca Alfa si è difesa sostenendo di non essere tenuta a rispondere del debito, in quanto escluso dal perimetro della precedente cessione d’azienda con le banche venete.

L’Analisi della Corte: la fusione per incorporazione come evento decisivo

La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha rigettato il ricorso di Banca Alfa. Il ragionamento dei giudici supremi si è concentrato sulla distinzione fondamentale tra i due eventi societari.

Il contratto di cessione del 2017 tra Banca Alfa e le banche venete in liquidazione non riguardava direttamente Banca Beta. Quest’ultima, fino al momento della fusione, era rimasta un soggetto giuridico autonomo e distinto, con un proprio patrimonio, propri diritti e propri obblighi. Il contratto di cessione aveva trasferito a Banca Alfa solo le partecipazioni (le quote societarie) che le banche venete detenevano in Banca Beta, non le singole attività e passività della controllata.

L’evento giuridico che ha determinato il trasferimento della responsabilità è stata la successiva fusione per incorporazione del 2019. Questo tipo di operazione, per sua natura, comporta una successione a titolo universale. L’incorporante, Banca Alfa, subentra ipso iure (cioè per effetto diretto della legge) in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, che facevano capo alla società incorporata, Banca Beta.

La distinzione tra cessione di partecipazioni e fusione

La Corte ha sottolineato che cedere le quote di una società e fonderla sono due operazioni con effetti giuridici completamente diversi. La cessione delle partecipazioni cambia solo la proprietà della società, che continua a esistere come entità separata. La fusione per incorporazione, invece, provoca l’estinzione della società incorporata e il trasferimento totale del suo patrimonio giuridico a quella incorporante.

Le Motivazioni

La ratio decidendi della sentenza è chiara: la responsabilità di Banca Alfa non deriva dal contratto di cessione d’azienda del 2017, ma esclusivamente dalla fusione per incorporazione avvenuta nel 2019. Gli argomenti di Banca Alfa, incentrati sull’interpretazione del contratto di cessione e delle norme speciali che lo regolavano, sono stati ritenuti inconferenti. L’appellante, secondo la Corte, non ha colto né contestato il nucleo della decisione dei giudici di merito, ovvero che la fonte della sua obbligazione risiedeva unicamente nell’atto di fusione.

Poiché Banca Beta era pienamente responsabile per il debito oggetto dell’azione revocatoria al momento della fusione, tale responsabilità si è automaticamente trasferita, per legge, a Banca Alfa nel momento in cui l’ha incorporata. Le clausole di esclusione di passività, contenute in un contratto precedente a cui Banca Beta era estranea, non potevano in alcun modo impedire questo effetto successorio universale.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto societario: chi incorpora un’altra società ne eredita l’intero patrimonio, nel bene e nel male. La fusione per incorporazione non consente di selezionare quali attività mantenere e quali passività scartare. Le imprese che pianificano operazioni di M&A (Mergers and Acquisitions) devono condurre una due diligence estremamente accurata sulla società target, poiché l’atto di fusione comporterà l’assunzione di tutte le sue passività, anche quelle potenziali o derivanti da contenziosi in corso. Tentare di schermarsi tramite complessi accordi precedenti, che non coinvolgono direttamente l’entità poi incorporata, si rivela una strategia inefficace di fronte alla natura universale degli effetti della fusione.

Una società che ne incorpora un’altra eredita automaticamente tutti i suoi debiti?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la fusione per incorporazione comporta una successione a titolo universale. L’incorporante subentra per legge (ipso iure) in tutte le passività, i debiti e gli obblighi della società incorporata, senza eccezioni.

È possibile escludere specifici debiti o contenziosi in un’operazione di fusione per incorporazione?
La sentenza chiarisce che la fusione trasferisce l’intero patrimonio giuridico. Eventuali accordi precedenti volti a escludere determinate passività, stipulati tra l’incorporante e terzi (come l’ex controllante della società incorporata), non sono opponibili ai creditori della società che viene assorbita, poiché quest’ultima non era parte di tali accordi.

Qual è la differenza cruciale tra cedere le quote di una società e fonderla per incorporazione?
Cedere le quote (partecipazioni) cambia solo il proprietario della società, che rimane un’entità legale separata con i propri debiti e crediti. La fusione per incorporazione, invece, estingue la società incorporata e trasferisce la totalità dei suoi rapporti giuridici all’incorporante, che ne diventa l’unico successore legale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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