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Foro del consumatore: una società semplice è consumatore?

Una società semplice ha avviato un’azione legale contro una società di mediazione immobiliare. Quest’ultima ha contestato la competenza del tribunale adito, indicando una clausola contrattuale che stabiliva un foro diverso. La Corte di Cassazione ha stabilito che una società semplice non può essere qualificata come consumatore, pertanto non si applica il Foro del consumatore e deve essere rispettato il foro concordato nel contratto.

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Foro del consumatore: una società semplice è un consumatore?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5287/2025, ha affrontato una questione cruciale in materia di competenza territoriale: una società semplice può essere considerata un ‘consumatore’ e beneficiare del relativo Foro del consumatore? Questa pronuncia chiarisce i confini soggettivi della tutela consumeristica, offrendo importanti spunti per imprese e professionisti. L’analisi si concentra sulla natura giuridica della società semplice e sulla sua impossibilità di rientrare nella definizione legislativa di consumatore.

I Fatti di Causa

Una società semplice citava in giudizio una società a responsabilità limitata, operante nella mediazione immobiliare, dinanzi al Tribunale di Sassari. L’obiettivo era far accertare l’insussistenza di un debito relativo a provvigioni di mediazione, richieste sulla base di una scrittura privata. La società di mediazione, costituendosi in giudizio, sollevava un’eccezione di incompetenza territoriale. Sosteneva che, in base a una clausola del contratto, il foro esclusivo per qualsiasi controversia fosse il Tribunale di Milano.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso in Cassazione

Il Tribunale di Sassari accoglieva l’eccezione, dichiarando la propria incompetenza. Il giudice di merito osservava che la società semplice non poteva essere qualificata come ‘consumatore’, poiché non agiva per scopi estranei all’attività imprenditoriale. Di conseguenza, doveva trovare applicazione la clausola contrattuale che indicava il Tribunale di Milano come foro competente. Avverso questa decisione, la società semplice proponeva ricorso per regolamento di competenza alla Corte di Cassazione, sostenendo che la controparte non avesse adeguatamente contestato la sua qualità di consumatore e che, in ogni caso, una società semplice composta da familiari per la gestione di un immobile dovesse rientrare nella tutela consumeristica.

L’Analisi della Cassazione sul Foro del consumatore

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la competenza del Tribunale di Milano. Il cuore della decisione risiede nella rigida interpretazione della nozione di consumatore. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: la qualifica di consumatore, secondo il D.Lgs. 206/2005 (Codice del Consumo), è riservata esclusivamente alla ‘persona fisica’ che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta. Una società, anche se di persone come la società semplice e priva di personalità giuridica, non è una persona fisica. Pertanto, non può beneficiare delle tutele specifiche previste per i consumatori, incluso il Foro del consumatore.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha specificato che la clausola contrattuale in questione era chiara nel designare il foro di Milano come esclusivo, prevedendo un’eccezione per il foro del consumatore solo ‘ove applicabile’. Poiché la società semplice non è un consumatore, tale eccezione non poteva operare. I giudici hanno inoltre sottolineato che l’oggetto sociale della ricorrente, ovvero la ‘gestione di immobili’, evoca innegabilmente un’attività d’impresa, anche se svolta in forma semplice. La stipula di un contratto di mediazione per la vendita di un immobile rientra a pieno titolo in questa attività. Di conseguenza, l’atto non era stato compiuto per scopi ‘estranei’ all’attività professionale. La decisione si fonda quindi su una base solida e letterale della normativa, escludendo qualsiasi estensione analogica della tutela consumeristica a soggetti diversi dalle persone fisiche.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione rafforza un orientamento restrittivo sulla figura del consumatore. La pronuncia chiarisce che le società, indipendentemente dalla loro struttura o dal numero di soci, non possono invocare il Foro del consumatore. Questa regola si applica anche alle società semplici, pure se costituite per la gestione di beni personali o familiari. L’implicazione pratica è chiara: qualsiasi entità giuridica che stipula un contratto deve prestare la massima attenzione alle clausole sulla competenza territoriale, poiché queste saranno vincolanti e non potranno essere derogate in base alla normativa a tutela dei consumatori.

Una società semplice può essere considerata un ‘consumatore’ ai fini della legge?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la qualifica di consumatore è riservata esclusivamente alle persone fisiche che agiscono per scopi estranei alla loro attività professionale o imprenditoriale. Una società semplice, non essendo una persona fisica, non rientra in questa definizione.

Cosa succede se un contratto prevede un foro competente specifico ma menziona anche il foro del consumatore?
La clausola sul foro del consumatore si applica solo se una delle parti è effettivamente un consumatore (‘ove applicabile’). Se nessuna delle parti può essere qualificata come tale, come nel caso di due società, prevale il foro convenzionale specificato nel contratto.

La natura dell’attività di una società semplice (es. gestione di una villa di famiglia) può influire sulla sua qualifica di consumatore?
No, secondo la Corte, anche se l’attività è limitata alla gestione di un bene familiare, la società agisce comunque nell’ambito del proprio oggetto sociale, che in questo caso era la ‘gestione di immobili’. Tale attività è considerata di natura imprenditoriale o professionale, escludendo la possibilità di agire come consumatore per scopi ‘estranei’ a essa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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