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Foro convenzionale esclusivo: la Cassazione chiarisce

Una società creditrice si oppone alla decisione di un Tribunale che si era dichiarato incompetente a favore di un altro foro indicato in un contratto. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la clausola che designa un foro competente, per essere considerata un foro convenzionale esclusivo, deve contenere un’espressione di volontà chiara e inequivocabile, come l’uso dell’aggettivo ‘esclusivo’. In mancanza di ciò, il foro indicato si aggiunge a quelli previsti dalla legge, come quello del domicilio del creditore per le obbligazioni di pagamento.

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Foro Convenzionale Esclusivo: La Chiarezza nel Contratto è Sovrana

Nell’ambito della contrattualistica commerciale, la scelta del tribunale competente a decidere le eventuali controversie è un elemento di cruciale importanza. Spesso le parti inseriscono una clausola specifica, detta di ‘foro convenzionale’. Ma quando questa scelta esclude tutti gli altri tribunali previsti dalla legge? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui requisiti necessari per definire un foro convenzionale esclusivo, sottolineando l’importanza di una volontà inequivocabile. Analizziamo insieme il caso e le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Tutto ha inizio quando una società S.r.l. in liquidazione ottiene un decreto ingiuntivo per circa 43.000 euro nei confronti di un’azienda ospedaliera S.r.l. per il mancato pagamento di alcune fatture. L’azienda debitrice si oppone al decreto, non contestando nel merito il debito, ma sollevando una questione di procedura: sostiene che il Tribunale di Roma, adito dalla creditrice, sia territorialmente incompetente.

A fondamento della sua difesa, l’azienda debitrice invoca una clausola del contratto d’appalto che recita: “per la risoluzione di tutte le controversie non risolvibili in corso d’opera o ad avvenuta ultimazione delle opere il Foro competente è quello di Tivoli”. Il Tribunale di Roma accoglie l’eccezione, dichiara nullo il decreto ingiuntivo e si dichiara incompetente. La società creditrice, non accettando la decisione, propone ricorso per regolamento di competenza direttamente in Cassazione.

La Questione Giuridica: Foro Alternativo o Esclusivo?

Il cuore della controversia ruota attorno all’interpretazione della clausola contrattuale. La società creditrice sostiene che la clausola non stabilisce un foro convenzionale esclusivo, ma semplicemente un foro aggiuntivo rispetto a quelli previsti dal codice di procedura civile. Mancando l’aggettivo ‘esclusivo’ o un’altra espressione equivalente, la scelta del Foro di Tivoli sarebbe facoltativa. Di conseguenza, resterebbe valida la competenza del Tribunale di Roma, in quanto luogo dove doveva essere eseguita l’obbligazione di pagamento (il domicilio della società creditrice), secondo l’art. 20 c.p.c.

Di contro, l’azienda debitrice, supportata dalla decisione del primo giudice, ritiene che l’espressione “per la risoluzione di tutte le controversie” sia sufficiente a manifestare la volontà delle parti di radicare ogni possibile lite esclusivamente presso il Tribunale di Tivoli.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul foro convenzionale esclusivo

La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della società creditrice, ribaltando la decisione del Tribunale di Roma e affermando principi consolidati in materia. I giudici supremi chiariscono che la designazione di un foro convenzionale esclusivo richiede una manifestazione di volontà inequivocabile delle parti. Questa volontà deve emergere chiaramente dal testo del contratto, ad esempio attraverso l’uso esplicito dell’aggettivo ‘esclusivo’ o di altre formule che non lascino spazio a interpretazioni.

La Corte specifica che l’espressione “tutte le controversie”, valorizzata dal primo giudice, non è di per sé sufficiente a fondare il carattere di esclusività. Tale formulazione è infatti compatibile con la volontà di aggiungere un’opzione in più (il Foro di Tivoli) a quelle già previste dalla legge, senza per questo eliminarle.

Poiché la clausola non era esclusiva, la Corte ha verificato la sussistenza della competenza del Tribunale di Roma in base ai criteri legali. Trattandosi di un’obbligazione di pagamento di una somma di denaro, si applica il cosiddetto forum destinatae solutionis, ovvero il foro del luogo dove l’obbligazione deve essere adempiuta. Salvo diverso accordo, tale luogo coincide con il domicilio del creditore al momento della scadenza. Essendo la società creditrice domiciliata a Roma, la competenza del Tribunale di Roma è stata correttamente individuata.

Conclusioni

La decisione della Cassazione offre un’importante lezione pratica per chi redige contratti: la chiarezza è fondamentale. Per stabilire un foro convenzionale esclusivo e derogare alle norme generali sulla competenza territoriale, non basta indicare un tribunale. È indispensabile che la volontà delle parti di escludere ogni altro foro competente sia espressa in modo chiaro, diretto e inequivocabile. Il modo più sicuro per farlo è utilizzare la parola ‘esclusivamente’ o una formula simile. In assenza di tale chiarezza, la clausola verrà interpretata come istitutiva di un foro facoltativo, che si affianca e non sostituisce quelli previsti dalla legge, lasciando alla parte che agisce in giudizio una più ampia possibilità di scelta.

Come si stabilisce un foro convenzionale esclusivo in un contratto?
Per stabilire un foro convenzionale esclusivo, la clausola contrattuale deve contenere una manifestazione di volontà inequivocabile delle parti, come l’utilizzo esplicito dell’aggettivo ‘esclusivo’ o di altre espressioni che dimostrino chiaramente l’intenzione di escludere ogni altro foro previsto dalla legge.

L’uso della frase “per tutte le controversie” è sufficiente a rendere un foro esclusivo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questa espressione non è, da sola, sufficiente a fondare il carattere di esclusività del foro indicato, poiché è compatibile con la volontà di aggiungere un’opzione facoltativa ai fori legali già esistenti.

Se la clausola sul foro non è esclusiva, quale tribunale è competente per una richiesta di pagamento?
Se la clausola non è esclusiva, si applicano i criteri generali del codice di procedura civile. Per le obbligazioni di pagamento di una somma di denaro, uno dei fori competenti è quello del domicilio del creditore al momento della scadenza del debito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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