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Fondo Garanzia TFR: serve il titolo contro i soci

Una lavoratrice chiede il pagamento del TFR al Fondo Garanzia TFR dell’INPS, dato che la sua ex società datrice di lavoro è stata cancellata. La Cassazione ha stabilito che, anche se la società è estinta e non più fallibile, la lavoratrice deve prima ottenere un accertamento giudiziale del credito nei confronti dei soci, quali successori della società, prima di poter agire contro l’INPS. L’accertamento del credito è un requisito imprescindibile.

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Fondo Garanzia TFR e società estinta: la Cassazione impone l’azione contro i soci

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2397/2025, affronta un tema cruciale per la tutela dei lavoratori: le condizioni di accesso al Fondo Garanzia TFR quando il datore di lavoro è una società di capitali cancellata dal registro delle imprese. La pronuncia chiarisce che il lavoratore non può agire direttamente contro l’INPS, ma deve prima ottenere un accertamento giudiziale del proprio credito nei confronti dei soci della società estinta.

I Fatti del Caso: TFR non pagato da una società cancellata

Una lavoratrice, dopo la cessazione del suo rapporto di lavoro, non riceveva il pagamento del TFR, pari a oltre 27.000 euro, da parte della società sua ex datrice di lavoro. La società veniva posta in liquidazione nel 2015 e successivamente cancellata dal registro delle imprese nel marzo 2016, diventando di fatto estinta.

Nonostante un accordo sindacale e un decreto ingiuntivo, il credito rimaneva insoddisfatto e le procedure esecutive si rivelavano infruttuose. Poiché era trascorso più di un anno dalla cancellazione, la società non era più soggetta a fallimento. Di conseguenza, la lavoratrice si rivolgeva al Fondo di Garanzia gestito dall’INPS per ottenere il pagamento del suo TFR. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello le davano ragione, ritenendo che l’insolvenza fosse stata sufficientemente provata.

La posizione dell’INPS e l’accesso al Fondo Garanzia TFR

L’INPS presentava ricorso in Cassazione, sostenendo un principio fondamentale: per accedere alla tutela del Fondo, è necessario che il credito del lavoratore sia stato preventivamente accertato con un titolo giudiziale nei confronti del debitore. Secondo l’Istituto, la notifica di un decreto ingiuntivo a una società già estinta era da considerarsi nulla, rendendo il lavoratore privo del titolo necessario. L’unica via corretta, secondo l’INPS, sarebbe stata quella di agire contro i soci, quali successori legali dei debiti della società cancellata.

La questione giuridica

Il quesito posto alla Suprema Corte era se, in caso di datore di lavoro non più fallibile perché estinto da oltre un anno, il lavoratore potesse provare l’insolvenza e il suo credito direttamente nel giudizio contro l’INPS, oppure se fosse obbligato a procurarsi un titolo esecutivo nei confronti dei soci della società estinta.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’INPS, ribaltando le decisioni dei giudici di merito e stabilendo un principio di diritto di notevole importanza. I giudici hanno chiarito che l’intervento del Fondo di Garanzia si basa su presupposti rigorosi, tra cui l’accertamento dell’esistenza e della misura del credito. Questo accertamento ha una funzione costitutiva del diritto alla prestazione previdenziale.

L’INPS, in qualità di gestore del Fondo, è un soggetto terzo rispetto al rapporto di lavoro originario. Pertanto, non può contestare il merito del credito del lavoratore. Proprio per questo, la legge esige che il credito sia certificato da un provvedimento giurisdizionale ottenuto contro il datore di lavoro o, in caso di estinzione di quest’ultimo, contro i suoi successori.

La Corte ha specificato che l’estinzione della società non impedisce al creditore di agire. I soci, infatti, succedono nei debiti sociali non soddisfatti, sebbene rispondano solo nei limiti di quanto percepito dal bilancio finale di liquidazione (responsabilità intra vires). L’azione contro i soci è quindi non solo possibile ma necessaria per formare quel titolo giudiziale che costituisce il presupposto indispensabile per la domanda al Fondo di Garanzia. Non è possibile, quindi, un accertamento del credito in via incidentale (incidenter tantum) nel giudizio contro l’INPS.

Conclusioni

La sentenza stabilisce che il lavoratore di una società cancellata dal registro delle imprese deve intraprendere un’azione legale contro i soci per ottenere un accertamento giudiziale del proprio credito TFR. Solo dopo aver ottenuto tale titolo, e dimostrata l’infruttuosità dell’esecuzione forzata, potrà presentare domanda al Fondo di Garanzia dell’INPS. Questa decisione rafforza la natura dell’obbligazione del Fondo come sussidiaria e basata su presupposti legali certi, garantendo che le risorse pubbliche siano erogate solo a fronte di crediti accertati in modo inoppugnabile nelle sedi competenti.

Se un’azienda viene cancellata dal registro delle imprese, posso chiedere subito il TFR al Fondo di Garanzia dell’INPS?
No. Secondo la sentenza, prima di rivolgersi al Fondo di Garanzia, è necessario ottenere un accertamento giudiziale del credito nei confronti dei soci della società estinta, che ne sono i successori legali.

Perché devo ottenere un accertamento del credito contro i soci e non posso farlo direttamente nella causa contro l’INPS?
Perché l’INPS è un soggetto terzo rispetto al rapporto di lavoro e non ha gli strumenti per contestare l’esistenza o l’ammontare del tuo credito. La legge richiede che il credito sia accertato in un giudizio contro il debitore (o i suoi successori, cioè i soci), in modo che l’INPS possa erogare la prestazione sulla base di un diritto già certificato da un giudice.

L’azione contro i soci è sempre utile, anche se non hanno ricevuto nulla dalla liquidazione della società?
Sì, ai fini dell’accesso al Fondo di Garanzia. Anche se l’azione esecutiva contro i soci risultasse infruttuosa (perché non hanno ricevuto attivi dalla liquidazione), l’aver ottenuto un titolo esecutivo contro di loro e aver tentato l’esecuzione è il presupposto richiesto dalla legge per poter poi presentare la domanda al Fondo e dimostrare l’insolvenza del datore di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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