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Adesione alle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio

Il giudice del merito non è tenuto a giustificare le ragioni della propria adesione alle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio.

Pubblicato il 29 October 2022 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE DI ROMA
SEZIONE LAVORO – PRIMO GRADO 3^

IL GIUDICE, Dott., quale giudice del lavoro, all’udienza del 21.10.2022 ha pronunciato la seguente

SENTENZA n. 8633/2022 pubblicata il 21/10/2022

nella causa iscritta al n. 16480/2021 R.G e vertente

TRA

XXX, (parte ricorrente).

E

INPS (resistente).

FATTO E DIRITTO

Con ricorso iscritto ai sensi dell’art. 445 bis, comma 6, c.p.c. il 17.6.2021 XXX ha convenuto in giudizio l’Inps chiedendo al giudice del lavoro di Roma di accertare che era invalida al 100% ed era in possesso del requisito sanitario di cui all’art. 3 comma 3, l. n. 104/92 sin dalla domanda amministrativa del 25.9.2019, ovvero con la diversa decorrenza stabilita dal giudice, con vittoria di spese, diritti ed onorari.

L’Inps si è costituito chiedendo di dichiarare improponibile e/o inammissibile e comunque di respingere il ricorso, con vittoria di spese.

E’ stato acquisito il fascicolo relativo all’accertamento tecnico preventivo.

Disposta ed espletata ctu medico-legale la causa è stata infine decisa.

*****

Risulta dagli atti che la ricorrente ha proposto ricorso per accertamento tecnico preventivo ai sensi dell’art. 445 bis c.p.c. e che il consulente tecnico nominato dal giudice ha ritenuto insussistente il requisito sanitario dell’handicap grave richiesto in questa sede.

Il presente ricorso è stato proposto tempestivamente ai sensi del comma 6 dell’art. 445 bis c.p.c.

In effetti, l’artt. 445 bis c.p.c. prevede espressamente (commi 4 e 6): “Il giudice, terminate le operazioni di consulenza, con decreto comunicato alle parti, fissa un termine perentorio non superiore a trenta giorni, entro il quale le medesime devono dichiarare, con atto scritto depositato in cancelleria, se intendono contestare le conclusioni del consulente tecnico dell’ufficio….. Nei casi di mancato accordo la parte che abbia dichiarato di contestare le conclusioni del consulente tecnico dell’ufficio deve depositare, presso il giudice di cui al comma primo, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla formulazione della dichiarazione di dissenso, il ricorso introduttivo del giudizio, specificando, a pena di inammissibilità, i motivi della contestazione”.La sentenza che definisce il giudizio previsto dal comma precedente è inappellabile”.

Nel caso di specie, nonostante la contestazione sollevata dall’Inps, dalla documentazione in atti risulta sia la dichiarazione di dissenso nel termine fissato dal 4° comma, sia il rispetto del successivo termine perentorio di 30 giorni di cui al 6° comma, decorrente appunto dalla formulazione della dichiarazione di dissenso.

E risulta anche che la stessa ricorrente ha sollevato “idonee e specifiche contestazioni”alle risultanze peritali.

Tutto ciò premesso, il giudicante rileva che il dott. Cunego, nominato da questo giudice, ha accertato invece, con adeguata ed esauriente motivazione, priva di vizi logici, che la ricorrente è invalida al 100% e si trova, sin dalla domanda amministrativa del 25.9.2019 nelle condizioni previste dall’art. 3,comma 3, della legge 104/92.

Le conclusioni formulate dal C.T.U. nell’elaborato peritale, tratte dall’esame della documentazione allegata agli atti e da accurati accertamenti diagnostici condotti con retti criteri tecnici ed iter logico ineccepibile, non possono che essere condivise da quest’Ufficio: esse infatti si presentano complete precise e persuasive, oltre che non infirmate da specifiche e serie contestazioni.

Dovendosi ricordare comunque che il giudice del merito non è nemmeno tenuto a giustificare diffusamente le ragioni della propria adesione alle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio, ove, come nel caso di specie, manchino contrarie argomentazioni delle parti o esse non siano realmente specifiche, potendo, in tal caso, limitarsi a riconoscere quelle conclusioni come giustificate dalle indagini svolte dall’esperto e dalle spiegazioni contenute nella relativa relazione (così, tra le altre, Cass. n. 22713 del 6.11.2015).

Alla luce delle esposte considerazioni e di quanto risulta dall’elaborato peritale il ricorso merita accoglimento,.

Stante le diverse valutazioni espresse dai consulenti le spese processuali relative all’accertamento tecnico preventivo possono essere compensate integralmente.

Le spese dell’opposizione devono essere invece integralmente poste a carico dell’Inps.

Le spese di ctu devono essere a loro volta poste integralmente a carico dell’Inps.

P.Q.M.

dichiara che la ricorrente è invalida al 100% e si trova nelle condizioni di cui all’art. 3,comma 3, della l. n. 104/92 sin dalla domanda amministrativa del 25.9.2019;

compensa le spese della prima fase e condanna l’Inps a rifondere alla parte ricorrente le spese dell’opposizione, liquidate in € 2700,00,oltre spese generali (15%) iva e cpa, da distrarsi;

pone integralmente a carico dell’Inps le spese di ctu, liquidate con separato decreto.

Roma lì 21.10.2022 Il Giudice

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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