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Fideiussione Sismabonus: stop all’escussione

Un’ordinanza cautelare del Tribunale di Venezia affronta il tema della fideiussione Sismabonus in un contratto preliminare di compravendita. A seguito di una modifica normativa che ha ridotto il beneficio fiscale, la parte acquirente ha tentato di escutere le fideiussioni rilasciate dalla società costruttrice. Quest’ultima ha richiesto e ottenuto un provvedimento d’urgenza per bloccare l’incasso. Il giudice ha ritenuto che la modifica di legge non fosse imputabile al costruttore, valorizzando le sue proposte conciliative e ravvisando il rischio di un danno grave e irreparabile (periculum in mora). La decisione sospende l’escussione in attesa del giudizio di merito.

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Fideiussione Sismabonus: Quando il Giudice Può Bloccare l’Escussione della Garanzia

L’acquisto di immobili in costruzione spesso si intreccia con complessi meccanismi di garanzia e incentivi fiscali. Un recente caso esaminato dal Tribunale di Venezia mette in luce cosa accade quando una fideiussione Sismabonus diventa oggetto di contesa a causa di un’imprevista modifica legislativa. Con un’ordinanza cautelare, il giudice ha bloccato l’escussione della garanzia, fornendo importanti chiarimenti sui principi di buona fede e sull’imputabilità dell’inadempimento contrattuale.

I Fatti di Causa

Una società costruttrice (promittente venditrice) stipulava due contratti preliminari per la vendita di appartamenti in costruzione a un’altra società (promissaria acquirente). Elemento cruciale dell’accordo era la possibilità per l’acquirente di beneficiare del cosiddetto ‘Sismabonus acquisti’, un significativo credito d’imposta. A garanzia delle caparre versate, la società venditrice rilasciava quattro polizze fideiussorie per un valore totale di 248.000 euro.

Tuttavia, verso la fine del 2024, una nuova legge finanziaria modificava in peius la normativa sul Sismabonus, riducendo l’entità del beneficio fiscale. Di fronte a questa novità, la società acquirente comunicava la risoluzione dei contratti per inadempimento della venditrice, accusandola di non poter più garantire il vantaggio fiscale pattutito, e si preparava a escutere le fideiussioni.

La società costruttrice, ritenendo la modifica normativa una causa di forza maggiore non a lei imputabile, e avendo proposto soluzioni alternative per mitigare il danno all’acquirente (come farsi carico di una parte del bonus perso), agiva in via d’urgenza ex art. 700 c.p.c. per ottenere un ordine inibitorio che impedisse alla controparte di incassare le garanzie.

La Controversia sulla Fideiussione Sismabonus

La questione centrale ruotava attorno all’interpretazione dell’inadempimento. L’acquirente sosteneva che la mancata fruizione del Sismabonus nell’importo originario costituisse un inadempimento contrattuale grave da parte del venditore, legittimando la risoluzione e l’escussione della garanzia.

Il costruttore, invece, argomentava che l’evento scatenante – una modifica di legge – era imprevedibile e fuori dal suo controllo. Pertanto, non poteva essergli addebitata alcuna colpa. Anzi, le sue proposte di rinegoziazione del prezzo dimostravano un comportamento improntato alla buona fede, principio cardine nell’esecuzione dei contratti.

Le Difese delle Parti

L’acquirente, inoltre, sollevava eccezioni preliminari, tra cui l’incompetenza territoriale del Tribunale adito. La società costruttrice, dal canto suo, insisteva sulla correttezza del proprio operato e sul grave e irreparabile pregiudizio che avrebbe subito dall’incasso delle fideiussioni, che avrebbe minato la sua stabilità finanziaria.

Le Motivazioni della Decisione

Il Giudice, dopo aver respinto le eccezioni preliminari, ha accolto la domanda cautelare della società costruttrice, ordinando alla società acquirente di non procedere all’escussione delle fideiussioni. La decisione si fonda su due pilastri fondamentali della tutela cautelare: il fumus boni iuris e il periculum in mora.

La Sussistenza del Fumus Boni Iuris

Il Tribunale ha ritenuto che, a un primo esame, le ragioni del costruttore apparissero fondate. La ‘situazione patologica’ creatasi, ovvero la riduzione del bonus, non era addebitabile alla società venditrice. Il giudice ha specificato che una sopravvenienza normativa di rango legislativo non può essere considerata una circostanza imputabile al contraente. Inoltre, sono state valorizzate le proposte conciliative avanzate dal costruttore, considerate un tentativo di adempiere secondo buona fede agli obblighi contrattuali, nonostante le mutate condizioni.

Il Riconoscimento del Periculum in Mora

Il giudice ha ravvisato anche la sussistenza di un pericolo imminente e irreparabile per la società ricorrente. L’escussione delle garanzie avrebbe comportato un esborso finanziario immediato e significativo, potenzialmente dannoso per la stabilità dell’impresa. Al contrario, la società acquirente risultava già tutelata, poiché l’impedimento all’incasso non eliminava la garanzia, ma ne sospendeva solo l’efficacia in attesa della definizione del giudizio di merito. Il pericolo per il costruttore era quindi concreto e attuale, mentre quello per l’acquirente era meno pressante.

Le Conclusioni

L’ordinanza del Tribunale di Venezia offre uno spunto di riflessione cruciale per gli operatori del settore immobiliare. Dimostra che, anche in presenza di garanzie a prima richiesta, il loro incasso non è automatico e può essere bloccato dal giudice se l’escussione appare abusiva o contraria a buona fede. Il provvedimento sottolinea che una modifica normativa imprevedibile può essere considerata una giusta causa che esonera il debitore dall’imputabilità dell’inadempimento, soprattutto se quest’ultimo si dimostra collaborativo nel cercare soluzioni alternative. Questa decisione riafferma la centralità del principio di buona fede nell’esecuzione dei contratti, che impone a entrambe le parti di comportarsi con correttezza, anche di fronte a eventi imprevisti che alterano l’equilibrio originario dell’accordo.

Una modifica di legge che riduce un bonus fiscale (come il Sismabonus) è una colpa del costruttore?
No, secondo l’ordinanza in esame, una sopravvenienza normativa di rango legislativo non è una circostanza imputabile alla società costruttrice, in quanto evento non prevedibile né controllabile da quest’ultima.

È possibile bloccare l’incasso di una fideiussione in un contratto preliminare?
Sì, è possibile ottenere un provvedimento d’urgenza (ordine inibitorio) che impedisca l’escussione di una fideiussione se si dimostrano due condizioni: la probabile fondatezza del proprio diritto (fumus boni iuris) e il rischio di subire un danno grave e irreparabile nel tempo necessario a definire la causa (periculum in mora).

Cosa valuta il giudice per concedere un ordine inibitorio in casi come questo?
Il giudice valuta la non imputabilità dell’inadempimento (in questo caso, dovuto a una modifica di legge), il comportamento secondo buona fede della parte che chiede la tutela (ad esempio, l’aver proposto soluzioni conciliative) e il bilanciamento degli interessi, verificando che il danno per chi subirebbe l’escussione sia più grave e immediato rispetto a quello di chi non può incassare la garanzia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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