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Fideiussione confidi minore: valida anche per debiti fiscali

L’Agenzia delle Entrate ha impugnato con successo la decisione di un tribunale che aveva negato l’ammissione di un credito al passivo di un fallimento. Il credito era garantito da una fideiussione emessa da un consorzio di garanzia fidi. La Corte di Cassazione, citando una precedente sentenza delle Sezioni Unite, ha stabilito che la fideiussione confidi minore non è nulla se prestata per crediti non bancari. Di conseguenza, ha annullato la decisione del tribunale e ha rinviato il caso per un nuovo esame.

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Fideiussione Confidi Minore: La Cassazione ne Afferma la Validità per i Debiti non Bancari

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande rilevanza per il mondo delle garanzie e del credito: la validità della fideiussione confidi minore. La pronuncia chiarisce che le garanzie prestate da questi soggetti per debiti non bancari, inclusi quelli di natura fiscale, non sono automaticamente nulle. Questa decisione, basata su un precedente orientamento delle Sezioni Unite, segna un punto fermo e offre importanti spunti di riflessione per creditori e intermediari.

I Fatti di Causa: una Garanzia Contestata

Il caso trae origine dalla richiesta dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agente della Riscossione di essere ammessi al passivo del fallimento di una società cooperativa di garanzia fidi. Il credito si fondava su un contratto di fideiussione stipulato nel 2009, con cui la cooperativa (poi fallita) aveva garantito i debiti fiscali di alcuni suoi soci.

Il giudice delegato al fallimento, e successivamente il Tribunale in sede di opposizione, avevano respinto la domanda, ritenendo la polizza fideiussoria invalida. Secondo i giudici di merito, la cooperativa, in quanto “confidi minore”, non possedeva i requisiti di legge per rilasciare garanzie a favore di obbligazioni tributarie.

La Decisione del Tribunale e le sue Motivazioni

Il Tribunale aveva basato la sua decisione su un’interpretazione restrittiva della normativa all’epoca vigente (in particolare l’art. 3 bis del D.Lgs. n. 462/1997 e gli artt. 106 e 107 del Testo Unico Bancario). A suo avviso, la facoltà di rilasciare garanzie in ambito fiscale era riservata esclusivamente ai confidi iscritti in entrambi gli elenchi previsti dagli articoli 106 e 107 T.U.B., escludendo di fatto i cosiddetti “confidi minori”.

Questa interpretazione mirava a tutelare l’affidabilità del sistema, limitando la possibilità di prestare garanzie per debiti fiscali solo a soggetti con requisiti più stringenti e sottoposti a una vigilanza più rigorosa. La decisione del Tribunale trovava ulteriore supporto nella successiva cancellazione della società dall’elenco degli intermediari finanziari, disposta anche a causa dell’illecita emissione di fideiussioni a favore di amministrazioni pubbliche.

Il Ricorso in Cassazione e la validità della fideiussione confidi minore

L’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la violazione e la falsa applicazione delle norme citate dal Tribunale. Il punto centrale del ricorso era dimostrare che l’attività di rilascio di fideiussioni non è un’attività riservata per legge solo a determinati soggetti autorizzati, e che, pertanto, il contratto non poteva essere considerato nullo per violazione di una norma imperativa.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, basando la sua decisione su un principio di diritto già affermato dalle sue Sezioni Unite con la sentenza n. 8472 del 2022.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite avevano stabilito che “la fideiussione prestata da un cd. confidi minore (…) nell’interesse di un proprio associato a garanzia di un credito derivante da un contratto non bancario, non è nulla per violazione di norma imperativa”. La Corte ha spiegato che la nullità non è prevista testualmente dalla legge, né può essere desunta indirettamente.

L’attività di garanzia collettiva dei fidi svolta dai confidi minori è finalizzata a favorire il finanziamento da parte di banche e altri operatori finanziari, ma questo non significa che sia loro precluso il rilascio di fideiussioni per altre tipologie di obbligazioni. Il rilascio di garanzie, infatti, non è un’attività riservata per legge agli intermediari finanziari autorizzati ai sensi dell’art. 107 T.U.B. Può essere legittimamente svolta anche da società cooperative, purché tale attività sia coerente con il loro oggetto sociale.

Di conseguenza, la Cassazione ha cassato il decreto del Tribunale, stabilendo che i giudici di merito dovranno riesaminare la vicenda processuale alla luce di questo principio, adeguando la loro decisione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale. Si chiarisce che l’ambito di operatività dei confidi minori non è limitato alle sole garanzie per finanziamenti bancari. La validità di una fideiussione confidi minore deve essere valutata in base alle regole generali del diritto dei contratti e alla coerenza con l’oggetto sociale del garante, senza che possa essere dichiarata automaticamente nulla per il solo fatto che il garante non sia un intermediario finanziario vigilato ai sensi dell’art. 107 T.U.B. La decisione impone al giudice del rinvio di rivalutare l’ammissione al passivo del credito dell’Agenzia delle Entrate, applicando il corretto principio di diritto.

Una fideiussione prestata da un “confidi minore” a garanzia di un debito non bancario è nulla?
No. Secondo la Corte di Cassazione, richiamando una sentenza delle Sezioni Unite, tale fideiussione non è nulla per violazione di norma imperativa, in quanto il rilascio di garanzie non è un’attività riservata esclusivamente a soggetti autorizzati come gli intermediari finanziari vigilati.

Perché il Tribunale aveva inizialmente ritenuto invalida la polizza fideiussoria?
Il Tribunale riteneva che la normativa dell’epoca riservasse la facoltà di prestare garanzie per obbligazioni tributarie solo ai confidi iscritti contemporaneamente in entrambi gli elenchi di cui agli artt. 106 e 107 del Testo Unico Bancario, escludendo quindi i “confidi minori” che non possedevano i requisiti più stringenti.

Qual è stato l’esito finale del ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. Ha cassato il decreto impugnato e ha rinviato la causa al Tribunale, in diversa composizione, affinché decida nuovamente la questione applicando il principio secondo cui la fideiussione prestata da un confidi minore per un debito non bancario non è affetta da nullità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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