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Eccezioni opponibili al factor: il caso Cassazione

Un’impresa committente ha sospeso il pagamento a una società di factoring a causa dell’inadempimento del creditore originale, che non aveva fornito una polizza assicurativa decennale obbligatoria. La Corte di Cassazione ha confermato che si tratta di una delle eccezioni opponibili al factor, in quanto legata alla corretta esecuzione del contratto originario e quindi all’esigibilità del credito. La sentenza chiarisce inoltre le regole sui pagamenti ai subappaltatori quando l’appaltatore entra in amministrazione straordinaria.

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Eccezioni Opponibili al Factor: La Cassazione Chiarisce i Limiti

Nel mondo del commercio, il factoring è uno strumento fondamentale per le imprese che necessitano di liquidità. Tuttavia, la cessione del credito non cancella i diritti del debitore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: le eccezioni opponibili al factor includono quelle relative all’inesatto adempimento del contratto originale. Questa decisione offre importanti chiarimenti sui rapporti tra debitore ceduto, creditore cedente e società di factoring, specialmente quando sorgono complicazioni come l’inadempimento contrattuale e procedure concorsuali.

I Fatti del Caso: Una Cessione di Credito Complicata

Il caso ha origine da un contratto di appalto per opere edili. La società appaltatrice (cedente), dopo aver ceduto il proprio credito per il saldo dei lavori a una società di factoring (cessionaria), non adempiva a un obbligo contrattuale fondamentale: la stipula di una polizza indennitaria decennale a garanzia della buona esecuzione dei lavori. Di conseguenza, l’impresa committente (debitore ceduto) si rifiutava di pagare la fattura di saldo al factor, sollevando un’eccezione di inadempimento. A complicare ulteriormente il quadro, la società appaltatrice veniva ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione al debitore ceduto, ritenendo legittima la sospensione del pagamento. La società di factoring ricorreva quindi in Cassazione, sostenendo che l’eccezione non le fosse opponibile.

Le Eccezioni Opponibili al Factor e l’Inadempimento Contrattuale

Il cuore della controversia risiede nella natura delle eccezioni opponibili al factor. La società ricorrente sosteneva che l’obbligo di stipulare la polizza fosse sorto dopo la cessione del credito e che, quindi, non potesse essere usato come scudo per non pagare. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha rigettato questa tesi.

I giudici hanno chiarito che, nel contratto di factoring, il debitore ceduto mantiene il diritto di opporre al factor tutte le eccezioni che avrebbe potuto opporre al creditore originale. Si distinguono due categorie di eccezioni:

1. Eccezioni relative al rapporto originario: Riguardano la validità, l’esistenza e la corretta esecuzione del contratto da cui nasce il credito. Queste sono sempre opponibili al factor, perché la cessione non può peggiorare la posizione del debitore.
2. Eccezioni relative a fatti estintivi o modificativi: Riguardano eventi successivi che modificano o estinguono il debito (es. pagamento, compensazione). Queste sono opponibili solo se anteriori alla notifica della cessione.

Nel caso specifico, la mancata stipula della polizza è stata qualificata come un inesatto adempimento del contratto di appalto. Non è un fatto estintivo, ma un’inadempienza che incide sull’esigibilità del credito. Pertanto, rientra a pieno titolo tra le eccezioni che il debitore può sollevare contro il factor.

Il Ruolo dell’Amministrazione Straordinaria

Un altro punto affrontato dalla Corte riguarda la questione dei pagamenti dovuti ai subappaltatori. Il debitore ceduto aveva operato delle trattenute anche per questa ragione. La Cassazione ha precisato che, una volta intervenuta l’ammissione dell’appaltatore all’amministrazione straordinaria, le regole cambiano.

In condizioni normali, il committente può sospendere i pagamenti per tutelare i subappaltatori. Tuttavia, con l’apertura di una procedura concorsuale, prevale il principio della par condicio creditorum. I subappaltatori diventano creditori concorsuali come tutti gli altri e devono essere soddisfatti secondo le regole della procedura, senza poter beneficiare di pagamenti diretti o trattenute a loro favore. Di conseguenza, la sospensione dell’intero pagamento da parte del committente è stata ritenuta legittima proprio in virtù dell’apertura della procedura concorsuale a carico dell’appaltatore.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di un consolidato orientamento giurisprudenziale. L’eccezione basata sull’inadempimento del cedente non è un fatto modificativo del credito, ma attiene alla sua stessa esigibilità ex contractu. La cessione del credito non altera la struttura del rapporto obbligatorio originario; pertanto, il debitore ha diritto di far valere il mancato rispetto delle clausole contrattuali, come quella sulla polizza, anche nei confronti del nuovo creditore. Il fatto che il termine per la stipula della polizza fosse successivo alla cessione è irrilevante, poiché l’obbligo era già previsto nel contratto originario. Per quanto riguarda le altre trattenute, la motivazione risiede nell’applicazione della normativa speciale in materia concorsuale, che congela le posizioni creditorie e impone il rispetto della parità di trattamento tra creditori, rendendo inapplicabili i meccanismi di tutela specifici previsti per i subappaltatori in condizioni ordinarie.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza la posizione del debitore ceduto nei contratti di factoring, confermando che egli non perde le difese legate al corretto adempimento del contratto principale. Per le società di factoring, ciò sottolinea l’importanza di una due diligence approfondita non solo sulla solvibilità del debitore, ma anche sulla solidità e l’affidabilità del creditore cedente e sulla corretta esecuzione dei contratti da cui originano i crediti acquistati. La decisione serve come un chiaro promemoria: il credito ceduto porta con sé tutte le vulnerabilità del rapporto originario.

Un debitore può rifiutarsi di pagare il factor se il creditore originale non ha rispettato il contratto?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il debitore ceduto può opporre al factor l’eccezione di inadempimento del creditore originale (cedente), se tale inadempimento riguarda obblighi previsti nel contratto da cui nasce il credito. Nel caso specifico, la mancata stipula di una polizza assicurativa obbligatoria ha reso il credito inesigibile.

Quali tipi di eccezioni può sollevare il debitore ceduto contro il factor?
Il debitore ceduto può sempre opporre le eccezioni che riguardano la validità, l’esistenza e la corretta esecuzione del contratto originario (come l’inadempimento). Può opporre eccezioni basate su fatti estintivi o modificativi del credito (come un pagamento o una compensazione) solo se questi si sono verificati prima di aver ricevuto la notifica della cessione del credito.

Cosa succede se l’impresa appaltatrice entra in amministrazione straordinaria dopo aver ceduto il credito?
Quando l’impresa cedente entra in una procedura concorsuale come l’amministrazione straordinaria, si applicano le regole specifiche di tale procedura. Il principio della par condicio creditorum (parità di trattamento dei creditori) prevale. Ciò significa che i meccanismi di tutela per i subappaltatori (come la sospensione dei pagamenti da parte del committente per pagarli direttamente) non operano più, e i subappaltatori diventano creditori da soddisfare nell’ambito della procedura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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