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Doveri gravanti sul gestore di portafoglio titoli

1712 c. c. (comunicazione dell’eseguito mandato), troverebbe solo un assai vago riferimento nella natura degli affari o negli usi. Se, dunque, a causa di detta violazione il cliente abbia subito un danno, il suo diritto a pretenderne il risarcimento è esercitabile fin quando non sia estinto per prescrizione.

Pubblicato il 15 May 2014 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Se pure per certi aspetti avvicinabile al mandato, la prestazione del servizio d’investimento consistente nella gestione individuale di portafogli ha regole sue proprie – essenzialmente dettate dall’esigenza di fornire all’investitore un surplus di tutela, che si esprime anche nell’imposizione della forma scritta sin dalla stipulazione del contratto – con le quali risulterebbe sistematicamente poco coerente ipotizzare un generale principio di approvazione tacita dei rendiconti periodici non contestati in un termine la cui durata, secondo la disposizione dell’art. 1712 c.c. (comunicazione dell’eseguito mandato), troverebbe solo un assai vago riferimento nella natura degli affari o negli usi.

Tanto meno, poi, l’esistenza di un meccanismo legale di decadenza dipendente dalla mancata contestazione tempestiva dei rendiconti periodici di gestione inviati al cliente può essere desunta da esigenze generali del sistema.

La necessità per il gestore di portafogli di poter fare affidamento su un quadro di scelte d’investimento ben stabilizzato nel tempo non è argomento sufficiente a far postulare, a carico del cliente, una decadenza non prevista in modo esplicito né univoco dal legislatore, anche perché altro è la stabilità delle scelte di gestione operate, pur se di per sé sempre relativamente opinabili, altro è l’eventuale violazione dei doveri gravanti sul gestore nell’adempimento degli obblighi che egli è tenuto a rispettare nell’interesse del cliente.

La circostanza che sia mancata la rilevazione immediata di una siffatta violazione non implica, ovviamente, che il gestore possa legittimamente perseverare in essa, trattandosi di un fatto patologico che nulla ha a che fare con la durata nel tempo di strategie d’investimento fisiologicamente sviluppate.

Se, dunque, a causa di detta violazione il cliente abbia subito un danno, il suo diritto a pretenderne il risarcimento è esercitabile fin quando non sia estinto per prescrizione.

Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza 24 febbraio 2014, n. 4393

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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