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Diritto del Lavoro

Emendatio Libelli: modifica domanda in corso di causa
La Corte di Cassazione chiarisce la differenza tra 'emendatio libelli' e 'mutatio libelli'. Nel caso specifico, una lavoratrice aveva inizialmente chiesto l'accantonamento del TFR. A seguito della cessazione del rapporto di lavoro in corso di causa, ha modificato la domanda chiedendone il pagamento diretto. La Corte ha stabilito che questa non è una modifica inammissibile della domanda, ma un semplice adeguamento ('emendatio libelli') ai fatti sopravvenuti, confermando la condanna dell'azienda al pagamento.
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Datore di lavoro di fatto: chi è il vero responsabile?
La Corte di Cassazione conferma la condanna solidale di un imprenditore, riconosciuto come datore di lavoro di fatto, e della società formalmente datrice di lavoro. La sentenza chiarisce che la responsabilità deriva dall'esercizio effettivo del potere direttivo e organizzativo, a prescindere dalle intestazioni formali. L'imprenditore aveva gestito direttamente il rapporto, emettendo anche assegni a proprio nome, rendendolo pienamente responsabile per le differenze retributive dovute alla lavoratrice. Viene così ribadito il principio della prevalenza della sostanza sulla forma nell'identificazione del vero datore di lavoro.
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Collaboratore autonomo: quando non c’è subordinazione
Un professionista che reclutava consulenti finanziari per una banca ha agito in giudizio sostenendo di essere un lavoratore subordinato. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha respinto il ricorso, stabilendo che il rapporto era correttamente qualificato come quello di un collaboratore autonomo. La Corte ha chiarito che, in assenza di controllo e potere direttivo da parte del committente, il rapporto non può essere considerato subordinato. Inoltre, ha precisato che l'attività di mero reclutamento non richiede l'iscrizione all'albo dei consulenti finanziari.
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Danno comunitario docenti: sì al risarcimento
La Corte di Cassazione ha stabilito che i docenti civili impiegati per anni dal Ministero della Difesa con contratti a termine illegittimamente rinnovati hanno diritto al risarcimento del danno. Sulla base del diritto dell'Unione Europea, la Corte ha annullato la decisione d'appello che negava il risarcimento, affermando il principio del cosiddetto "danno comunitario docenti" anche per il personale delle scuole militari, e rinviando il caso per la quantificazione dell'indennizzo.
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Gestione Separata INPS: Obbligo per Avvocati
La Corte di Cassazione ha stabilito che un avvocato è tenuto a iscriversi alla Gestione Separata INPS se esercita la professione in modo abituale, anche se il reddito prodotto è inferiore a 5.000 euro annui. La Corte ha chiarito che tale soglia di reddito è rilevante solo per il lavoro autonomo occasionale e non per l'attività professionale abituale. Inoltre, è stato precisato che il termine di prescrizione per i contributi decorre dalla scadenza del versamento, annullando la decisione della Corte d'Appello che aveva erroneamente ritenuto il credito prescritto e l'obbligo di iscrizione insussistente.
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Fondo Garanzia TFR: l’originale del titolo non serve
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16776/2024, ha stabilito che l'INPS non può rifiutare il pagamento del TFR a carico del Fondo Garanzia TFR solo perché il lavoratore non ha consegnato l'originale del titolo esecutivo contro il datore di lavoro insolvente. Secondo la Corte, una copia del titolo è sufficiente, a meno che l'ente non ne contesti formalmente la conformità. La richiesta dell'originale è stata ritenuta irragionevole e non necessaria, neanche per la successiva azione di surroga dell'INPS verso il datore di lavoro.
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Onere della prova: Cassazione su restituzione somme
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso degli eredi di un lavoratore, condannati a restituire una somma percepita dal loro dante causa. La Corte ribadisce che la valutazione circa l'assolvimento dell'onere della prova, basata anche su presunzioni, è di competenza esclusiva del giudice di merito e non può essere oggetto di una nuova valutazione in sede di legittimità, a meno che non si denunci un'errata assegnazione di tale onere.
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Gestione Separata: obblighi per avvocati e sanzioni
La Corte di Cassazione ha stabilito che un avvocato iscritto all'albo è tenuto all'iscrizione alla Gestione Separata previdenziale, anche con redditi inferiori a 5.000 euro, poiché l'iscrizione all'albo presume l'abitualità dell'esercizio professionale. Tuttavia, la Corte ha annullato le sanzioni per la mancata iscrizione relativa a periodi antecedenti a un chiarimento normativo, in virtù di una sentenza della Corte Costituzionale che ha tutelato il legittimo affidamento del professionista.
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Recesso per giusta causa agente: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la legittimità del recesso per giusta causa agente di commercio a fronte del mancato pagamento di provvigioni e, soprattutto, dei contributi previdenziali da parte della società preponente. L'ordinanza chiarisce che anche un singolo inadempimento, se inserito in un contesto più ampio di mancanze, può minare il rapporto fiduciario e giustificare la risoluzione immediata del contratto.
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Calcolo TFR: indennità estero, la Cassazione decide
La Corte di Cassazione interviene sul caso di un ex dipendente di banca riguardo al calcolo TFR per il periodo di lavoro svolto all'estero. La Corte cassa con rinvio la sentenza di secondo grado, accogliendo un motivo di ricorso della banca per difetto di motivazione e un motivo del lavoratore sull'inclusione del 'contributo alloggio' nella base di calcolo TFR. Viene ribadita la distinzione tra base imponibile fiscale e previdenziale per i redditi esteri.
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Inquadramento superiore: quando è negato al lavoratore
Un lavoratore del settore ferroviario, inquadrato nel livello C, ha richiesto il riconoscimento dell'inquadramento superiore (livello B) sostenendo che le sue mansioni di 'traghettatore' fossero equivalenti. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, respingendo il ricorso. La motivazione principale si fonda sulla netta differenza di responsabilità tra le mansioni svolte dal lavoratore (movimentazione di convogli vuoti in ambito locale) e quelle previste per il livello superiore, che implicano la conduzione di treni con passeggeri o merci sull'intera rete nazionale. L'assenza di un grado di responsabilità più elevato è stata determinante per negare l'inquadramento superiore.
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Lavoro subordinato: la prova della subordinazione
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che negava la qualificazione di un rapporto di lavoro subordinato per una gestrice di un'attività turistica. In assenza di prove concrete sull'esercizio del potere direttivo e di controllo da parte del titolare, come orari fissi o direttive specifiche, il rapporto è stato considerato di collaborazione autonoma. La Suprema Corte ribadisce che la valutazione dei fatti spetta ai giudici di merito e non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è adeguata.
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Tempo di viaggio: quando è orario di lavoro retribuito
La Cassazione stabilisce che il tempo di viaggio dei tecnici dal deposito aziendale al primo cliente rientra nell'orario di lavoro retribuito. Una clausola contrattuale che introduce una franchigia non retribuita è nulla e il giudice deve quantificare il dovuto anche se la prova dell'esatto ammontare non è fornita dal lavoratore.
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Prescrizione ratei pensione: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16768/2024, ha chiarito le regole di applicazione della prescrizione ratei pensione in caso di cambio normativo. Il caso riguardava la richiesta di arretrati di una pensione di reversibilità, dove si scontravano il vecchio termine decennale e il nuovo termine quinquennale introdotto nel 2011. La Corte ha stabilito che la Corte d'Appello ha errato nel non applicare correttamente l'art. 252 disp. att. c.p.c., il quale prevede che il nuovo termine più breve decorre dall'entrata in vigore della nuova legge, ma senza superare la durata complessiva del termine precedente. La sentenza è stata cassata con rinvio.
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Mansioni superiori: la Cassazione fa chiarezza
Un autista soccorritore di un ente pubblico ha rivendicato le differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16766/2024, ha accolto il ricorso, cassando la decisione del Tribunale. I giudici hanno chiarito la distinzione fondamentale tra la domanda di superiore inquadramento (preclusa nel pubblico impiego) e quella per il pagamento delle differenze retributive per le mansioni superiori effettivamente svolte, che invece è un diritto del lavoratore. La causa è stata rinviata al Tribunale per una nuova valutazione basata sul cosiddetto "giudizio trifasico".
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Atto di appello: i requisiti di ammissibilità
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di inammissibilità di un atto di appello in una causa di lavoro. La Corte ha chiarito che, per essere valido, l'atto di appello non richiede formule sacramentali o un 'progetto alternativo di sentenza', ma deve individuare chiaramente le parti della sentenza contestate e fornire specifiche argomentazioni critiche, senza essere una mera ripetizione delle difese di primo grado. La valutazione della Corte d'Appello, che aveva ritenuto l'atto confuso e generico, è stata giudicata non coerente con i principi di diritto.
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Atto di appello: i requisiti di ammissibilità
Un lavoratore si è visto dichiarare inammissibile l'appello per presunti vizi formali. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo i requisiti di ammissibilità dell'atto di appello. La Suprema Corte ha specificato che non sono richieste formule sacramentali, ma è essenziale individuare chiaramente i punti contestati della sentenza di primo grado e fornire argomentazioni specifiche per confutarli, garantendo così il diritto di difesa.
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Ripetibilità somme indebite: l’errore palese nel calcolo
La Corte di Cassazione ha stabilito che la ripetibilità somme indebite versate a titolo di pensione è legittima quando l'errore di calcolo è palese e riconoscibile. In questo caso, la clamorosa discrepanza tra l'ultima retribuzione e l'importo della pensione escludeva la buona fede del pensionato, il quale aveva omesso di segnalare l'anomalia, approfittando dell'errore. La Corte ha quindi rigettato il ricorso del pensionato, confermando l'obbligo di restituzione.
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Interruzione prescrizione raccomandata: la Cassazione
Un ente previdenziale ha richiesto la restituzione di indennità di disoccupazione non dovute. Il debitore sosteneva la prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha affermato che per l'interruzione prescrizione raccomandata è sufficiente la prova della spedizione per far scattare la presunzione di conoscenza in capo al destinatario. Spetta a quest'ultimo dimostrare di non aver potuto ricevere l'atto senza sua colpa. La sentenza è stata annullata con rinvio.
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Fondo di Garanzia INPS: No TFR se il lavoro continua
La Cassazione ha stabilito che il Fondo di Garanzia INPS non è tenuto a pagare il TFR se, al momento del fallimento del datore di lavoro originario, il rapporto di lavoro prosegue con una nuova società. Un accordo sindacale che lascia il TFR in capo al cedente non è opponibile all'INPS.
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