LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Denuncia vizi immobile: quando scatta il termine?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20678/2025, chiarisce un punto cruciale sulla denuncia vizi immobile. Il termine di un anno per la denuncia dei gravi difetti di costruzione, previsto dall’art. 1669 c.c., decorre dal momento in cui il committente acquisisce una consapevolezza sufficientemente seria della gravità dei vizi e della loro possibile causa, anche senza una perizia tecnica formale. Nel caso di specie, i committenti avevano perso il diritto ad agire perché avevano atteso troppo tempo da quando un geometra di loro fiducia aveva constatato i difetti, rendendo tardiva la successiva azione legale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Denuncia Vizi Immobile: Quando Inizia a Decorrere il Termine? L’Analisi della Cassazione

L’acquisto di un immobile rappresenta un passo fondamentale, ma cosa succede quando emergono gravi difetti di costruzione? La legge tutela l’acquirente, ma è essenziale agire tempestivamente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale riguardo la denuncia vizi immobile, chiarendo da quale preciso momento inizi a decorrere il termine per far valere i propri diritti. Comprendere questa regola è cruciale per non rischiare di perdere la garanzia per gravi difetti prevista dall’articolo 1669 del Codice Civile.

I Fatti di Causa

Due coniugi avevano acquistato un fabbricato che, a distanza di qualche anno dalla costruzione, presentava gravi difetti. Avevano quindi citato in giudizio sia l’impresa costruttrice sia il geometra che aveva curato la progettazione e la direzione dei lavori, chiedendo la condanna all’eliminazione dei vizi o, in alternativa, il risarcimento dei danni.

In primo grado, il Tribunale aveva dato ragione ai coniugi, condannando i convenuti al pagamento di una somma considerevole. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione. Il giudice di secondo grado ha accolto l’eccezione di decadenza e prescrizione sollevata dal costruttore e dal progettista. La Corte ha ritenuto decisiva la testimonianza di un geometra che, su incarico degli stessi acquirenti, aveva effettuato un sopralluogo nell’estate del 2001, accertando la presenza e la natura dei vizi. Secondo la Corte d’Appello, da quel momento i proprietari avevano acquisito una “piena consapevolezza” della gravità dei problemi, facendo scattare i termini di legge. La successiva citazione, notificata solo nel 2004, era quindi da considerarsi tardiva.

I coniugi, non accettando la decisione, hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la denuncia vizi immobile

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dei proprietari, confermando la sentenza della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire e consolidare i principi che regolano la decorrenza dei termini per l’azione di responsabilità per gravi difetti costruttivi.

Il punto centrale della controversia era stabilire il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio del termine di un anno per la denuncia dei vizi, come previsto dall’art. 1669 c.c. I ricorrenti sostenevano che tale termine dovesse decorrere solo dal momento in cui avevano ricevuto una relazione tecnica di parte, nel maggio 2003, che quantificava la gravità dei difetti e ne individuava le cause. La Cassazione ha respinto questa interpretazione.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che il termine per la denuncia non inizia a decorrere necessariamente o automaticamente solo dopo l’esito di una perizia tecnica formale. Il termine scatta, invece, dal giorno in cui il committente (l’acquirente) consegue un apprezzabile grado di conoscenza oggettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera. Non sono sufficienti semplici sospetti, ma non è nemmeno richiesta la certezza assoluta e scientifica che solo una perizia può fornire.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la “piena consapevolezza” fosse stata raggiunta già nell’estate del 2001. In quel momento, un tecnico di fiducia dei proprietari aveva effettuato un sopralluogo, constatando la natura dei vizi. Sebbene non fosse stata redatta una relazione scritta, i vizi erano stati immediatamente contestati verbalmente agli appellanti. Questo, secondo la Cassazione, dimostrava che i committenti avevano già percepito, almeno soggettivamente, la gravità della situazione. Tale percezione era sufficiente a far scattare il dies a quo per la denuncia.

La Corte ha specificato che attendere gli esiti di una successiva Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) o di una perizia di parte non sposta in avanti il termine, qualora i difetti siano di immediata percezione nella loro entità e nelle loro possibili cause. La denuncia stessa dei vizi, anche in forma orale, implica un’ammissione di averli scoperti, consolidando il momento da cui far decorrere la prescrizione.

Infine, la Corte ha respinto anche il motivo con cui i ricorrenti lamentavano il mancato esame dell’impegno, assunto dal geometra, a eliminare i vizi. Tale impegno, secondo i ricorrenti, avrebbe dato vita a una nuova obbligazione, svincolata dai brevi termini dell’art. 1669 c.c. e soggetta alla prescrizione ordinaria decennale. La Cassazione ha ritenuto il motivo infondato in quanto una tale domanda non era stata formulata in modo autonomo e distinto nell’atto di citazione originale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: in caso di gravi difetti in un immobile, la tempestività è tutto. L’acquirente non può attendere di avere in mano una perizia giurata per agire. Il termine di un anno per la denuncia dei vizi inizia a decorrere dal momento in cui si ha una conoscenza seria e concreta del problema, della sua gravità e della sua probabile origine. Consultare un tecnico di fiducia è un passo fondamentale, ma dal momento in cui questo esperto conferma la serietà dei difetti, anche solo verbalmente, il tempo per agire legalmente inizia a scorrere inesorabilmente. Ignorare questo principio può comportare la perdita definitiva del diritto al risarcimento, come accaduto ai protagonisti di questa vicenda.

Da quale momento esatto inizia a decorrere il termine per la denuncia dei gravi vizi di un immobile?
Il termine di un anno per la denuncia, previsto dall’art. 1669 c.c., inizia a decorrere dal giorno in cui il committente acquisisce un apprezzabile grado di conoscenza oggettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera, non essendo sufficienti semplici sospetti.

È sempre necessario attendere una perizia tecnica (CTU) per avere la “piena conoscenza” dei difetti e far partire i termini?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il termine può essere postergato all’esito di accertamenti tecnici solo se necessari per comprendere la gravità dei vizi. Se il problema è di immediata percezione nella sua serietà, la conoscenza si considera acquisita anche senza una perizia formale, come ad esempio a seguito di un sopralluogo di un tecnico di fiducia.

Il riconoscimento dei vizi da parte del costruttore e il suo impegno a ripararli creano una nuova obbligazione con un termine di prescrizione più lungo?
In teoria, il riconoscimento dei vizi può dar vita a una nuova obbligazione, soggetta alla prescrizione ordinaria decennale e svincolata dai brevi termini di decadenza e prescrizione dell’art. 1669 c.c. Tuttavia, affinché il giudice possa valutarla, è necessario che tale pretesa sia stata formulata come una domanda autonoma e distinta sin dall’atto di citazione iniziale, cosa che nel caso di specie non era avvenuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati