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Conflitto di interessi: annullamento contratto immobiliare

La Corte di Cassazione conferma l’annullamento di un contratto di cessione immobiliare per conflitto di interessi. La vicenda riguarda una cooperativa che ha trasferito un immobile a un’altra società sulla base di una delibera votata da amministratori che erano anche soci della beneficiaria. La Corte chiarisce che si applica l’art. 1394 c.c. (rappresentanza) e non l’art. 2391 c.c. (societario) poiché la delibera era stata annullata in autotutela dal commissario liquidatore, privando il contratto della sua base autorizzativa.

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Conflitto di Interessi: La Cassazione Annulla la Cessione Immobiliare di una Cooperativa

Il conflitto di interessi è una delle problematiche più delicate nel diritto societario e contrattuale. Si verifica quando chi agisce in nome e per conto di un altro soggetto (come un amministratore per una società) si trova in una posizione in cui il proprio interesse personale, o quello di un terzo a lui legato, contrasta con quello della società rappresentata. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su come gestire le conseguenze di tali situazioni, in particolare riguardo all’annullamento di un contratto immobiliare stipulato sulla base di una delibera viziata.

I Fatti del Caso: Una Cessione Sospetta

La vicenda riguarda due società cooperative. La prima cooperativa, in procinto di essere commissariata, deliberava la cessione di un edificio a una seconda cooperativa, costituitasi da poco. L’operazione veniva presentata come una transazione: in cambio dell’immobile, la seconda cooperativa e i suoi soci rinunciavano a presunti crediti vantati verso la prima.

L’elemento cruciale era che due amministratrici della prima cooperativa, il cui voto era stato decisivo per approvare la cessione, erano al tempo stesso socie della seconda cooperativa, diretta beneficiaria dell’operazione. Pochi giorni dopo la delibera, veniva nominato un commissario straordinario per la gestione della prima cooperativa. Nonostante ciò, l’ex presidente stipulava l’atto pubblico di trasferimento. Successivamente, il commissario, esercitando il proprio potere di autotutela, annullava la delibera del consiglio di amministrazione per palese conflitto di interessi.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Nullità all’Annullabilità

La prima cooperativa, rappresentata dal commissario, avviava una causa per ottenere la restituzione dell’immobile.
– Il Tribunale di primo grado dichiarava nullo il contratto, ma per motivi legati a presunte irregolarità urbanistiche.
– La Corte d’Appello, invece, riformava la sentenza. Pur escludendo la nullità per vizi urbanistici, annullava il contratto ai sensi dell’art. 1394 c.c., ravvisando un evidente conflitto di interessi. Secondo i giudici, le due amministratrici avevano tratto un vantaggio indebito a danno della società che rappresentavano, vantaggio peraltro riconoscibile dalla società acquirente, dato che le stesse erano sue socie e presenti alla stipula.

La Decisione della Cassazione sul conflitto di interessi

La seconda cooperativa ricorreva in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse sbagliato norma. A loro avviso, si sarebbe dovuto applicare l’art. 2391 c.c. (norma specifica per il conflitto di interessi degli amministratori di società), che richiede la preventiva impugnazione giudiziale della delibera del CdA entro 90 giorni, cosa che non era avvenuta. La Cassazione ha respinto questa tesi.

La Distinzione Cruciale: Art. 1394 c.c. vs. Art. 2391 c.c.

La Corte Suprema ha chiarito che, sebbene l’art. 2391 c.c. sia la norma di riferimento per le delibere societarie viziate da conflitto di interessi, il caso in esame presentava una peculiarità decisiva.

Il Ruolo Decisivo dell’Annullamento in Autotutela

Il punto focale della decisione è che la delibera del CdA, che autorizzava la cessione, era stata annullata in via amministrativa (in autotutela) dal commissario straordinario. Questo atto ha rimosso retroattivamente la base giuridica su cui poggiava il contratto. Di conseguenza, al momento della stipula, l’ex presidente aveva agito sulla base di una delibera non più valida ed efficace.

Le Motivazioni

La Cassazione ha motivato la sua decisione spiegando che l’annullamento in autotutela della delibera da parte del commissario ha prodotto effetti analoghi a un annullamento giudiziale. Senza una valida delibera di autorizzazione, il contratto non ricade più nella disciplina speciale dell’art. 2391 c.c., ma torna nell’ambito della norma generale sulla rappresentanza in conflitto di interessi, ovvero l’art. 1394 c.c. Quest’ultimo consente di annullare direttamente il contratto concluso dal rappresentante in conflitto, a condizione che il conflitto fosse conosciuto o riconoscibile dal terzo contraente. In questo caso, la riconoscibilità era palese, dato che le amministratrici erano socie della controparte e intervenute all’atto.

Le Conclusioni

Questa sentenza stabilisce un principio importante: quando un contratto è stipulato in esecuzione di una delibera consiliare viziata da conflitto di interessi, la sua validità è strettamente legata a quella della delibera stessa. Se la delibera viene meno, perché annullata giudizialmente o, come in questo caso, in via di autotutela da un organo competente, il contratto diventa direttamente annullabile ai sensi della disciplina generale sulla rappresentanza (art. 1394 c.c.). Ciò rafforza la tutela della società rappresentata, impedendo che atti dannosi, frutto di un palese conflitto di interessi, possano consolidarsi solo perché non si è impugnata la delibera nei brevi termini previsti dalla legge societaria.

Quando un contratto stipulato da una società è annullabile per conflitto di interessi?
Un contratto è annullabile se il rappresentante della società che lo ha concluso si trovava in una situazione di conflitto tra il proprio interesse (o quello di un terzo) e quello della società, e se tale conflitto era conosciuto o riconoscibile dalla controparte contrattuale.

Qual è la differenza tra l’art. 1394 c.c. e l’art. 2391 c.c. nel conflitto di interessi degli amministratori?
L’art. 2391 c.c. è una norma speciale per le società e subordina l’annullamento del contratto al preventivo annullamento della delibera consiliare che lo ha autorizzato. L’art. 1394 c.c. è la norma generale sulla rappresentanza e permette di annullare direttamente il contratto. La Cassazione ha chiarito che se la delibera viene meno (perché annullata, anche in autotutela), si applica la norma generale dell’art. 1394 c.c.

Che effetto ha sul contratto l’annullamento in autotutela della delibera del CdA che lo autorizza?
L’annullamento in autotutela della delibera, avendo efficacia retroattiva, priva il contratto della sua base autorizzativa. Di conseguenza, il contratto risulta concluso da un rappresentante senza una valida ed efficace autorizzazione dell’organo societario, rendendolo direttamente impugnabile per conflitto di interessi ai sensi dell’art. 1394 c.c.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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