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Clausola penale leasing: quando è valida e non eccessiva

Una società di leasing ha terminato un contratto di leasing immobiliare per inadempimento. La curatela fallimentare della società utilizzatrice ha citato in giudizio la concedente per ottenere la riduzione della clausola penale. La Corte di Cassazione ha confermato la validità della clausola penale leasing, ritenendola non manifestamente eccessiva in quanto bilanciava il diritto della concedente al risarcimento con il diritto dell’utilizzatore a ricevere il valore del bene restituito.

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Clausola Penale Leasing: La Cassazione Stabilisce i Criteri di Validità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 26518 del 2024, offre importanti chiarimenti sulla validità e i limiti della clausola penale leasing. La decisione affronta il caso di un contratto di leasing immobiliare risolto per inadempimento dell’utilizzatore, analizzando fino a che punto una penale pattuita tra le parti possa discostarsi dalla disciplina legale senza diventare manifestamente eccessiva. La pronuncia ribadisce l’importanza dell’autonomia contrattuale, pur all’interno dei confini dell’equità.

I Fatti di Causa

Una società immobiliare stipulava un contratto di leasing per un capannone industriale con una nota società concedente. Il contratto, come prassi, includeva una clausola penale (articolo 12) che regolava le conseguenze dell’inadempimento dell’utilizzatore. Tale clausola prevedeva che, in caso di risoluzione, la concedente avrebbe avuto diritto a trattenere i canoni già versati e a esigere quelli futuri e il prezzo dell’opzione finale di acquisto. A titolo di contrappeso, l’utilizzatore avrebbe avuto diritto a ricevere il ricavato netto della vendita dell’immobile, di cui si sarebbe occupata la stessa concedente.

Nel 2011, a seguito del mancato pagamento di alcuni canoni, la concedente risolveva il contratto. L’anno successivo, la società utilizzatrice veniva dichiarata fallita. Nel 2015, la curatela fallimentare agiva in giudizio contro la società di leasing, chiedendo la riduzione della penale ai sensi dell’art. 1526 del codice civile, ritenendola sproporzionata, e la restituzione dei canoni versati, detratto un equo compenso.

Mentre il Tribunale rigettava la domanda, la Corte d’Appello, pur confermando la decisione, cambiava motivazione. Affermava l’applicabilità dell’art. 1526 c.c. ma riteneva la clausola penale non manifestamente eccessiva e quindi valida. La curatela ricorreva così in Cassazione.

L’Analisi della Corte sulla validità della clausola penale leasing

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione dei giudici d’appello. Il cuore della pronuncia risiede nel bilanciamento tra l’autonomia delle parti nel definire contrattualmente le conseguenze dell’inadempimento e il potere del giudice di correggere eventuali abusi.

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’art. 1526 c.c., applicabile ai contratti di leasing traslativo risolti prima della L. n. 124/2017, non è una norma inderogabile al punto da impedire alle parti di pattuire una clausola penale leasing. Le parti sono libere di predeterminare l’entità del risarcimento, anche discostandosi dal meccanismo standard previsto dalla legge.

Il ruolo del giudice non è quello di annullare la clausola, ma di verificare se essa sia “manifestamente eccessiva” (art. 1384 c.c.). Questa valutazione deve essere fatta in concreto, tenendo conto dell’equilibrio contrattuale disegnato dalle parti. In questo caso, la clausola è stata ritenuta equa perché non creava un ingiustificato arricchimento per la concedente.

La Penale e l’Equilibrio Contrattuale

Il ricorrente sosteneva che la penale fosse iniqua perché garantiva alla concedente un vantaggio simile a quello che avrebbe ottenuto con il pieno adempimento (interesse positivo), mentre la risoluzione dovrebbe risarcire solo l’interesse negativo (le spese sostenute e le occasioni perse). La Corte ha respinto questa visione, chiarendo che le parti possono derogare a questa distinzione. L’elemento cruciale è che l’accordo sia equo. Nel caso specifico, l’equilibrio era garantito dal fatto che, a fronte del diritto della concedente di trattenere i canoni, sussisteva l’obbligo di restituire all’utilizzatore il valore del bene venduto. Questo meccanismo, secondo la Corte, assicura che l’utilizzatore riceva il corrispettivo del finanziamento ottenuto, evitando una sanzione sproporzionata.

La Vendita del Bene e l’Arbitrio della Concedente

Un altro motivo di ricorso riguardava la presunta nullità della clausola, che avrebbe rimesso la vendita del bene all’arbitrio della concedente. Anche questa censura è stata respinta. Il contratto, infatti, prevedeva un meccanismo di garanzia: la concedente doveva informare l’utilizzatore del prezzo di vendita, e quest’ultimo aveva il diritto di opporsi e di trovare un acquirente alternativo. Non si trattava, quindi, di una decisione unilaterale e incontrollata. Inoltre, spettava all’utilizzatore dimostrare un’eventuale condotta negligente o abusiva della concedente nelle operazioni di vendita, prova che non è stata fornita.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano sulla primazia dell’autonomia contrattuale, temperata dal controllo giudiziale sull’equità. La sentenza chiarisce che una clausola penale leasing è legittima anche se mira a risarcire l’interesse positivo, purché l’assetto complessivo degli interessi non risulti manifestamente sproporzionato a danno dell’inadempiente. La valutazione non deve guardare solo a ciò che la concedente trattiene, ma anche a ciò che restituisce. La restituzione del valore del bene, ottenuto tramite la sua ricollocazione sul mercato, è l’elemento che riequilibra la posizione delle parti e rende la penale conforme ai principi del nostro ordinamento. La decisione è quindi un’applicazione del principio secondo cui il potere del giudice di ridurre la penale è un rimedio eccezionale, da attivare solo in presenza di uno squilibrio evidente e non per riscrivere i termini di un accordo liberamente pattuito.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione offre una guida preziosa per operatori del diritto e imprese. Per le società di leasing, conferma la possibilità di strutturare clausole penali efficaci che predeterminino il danno in caso di inadempimento, a patto che siano formulate in modo equilibrato. Per gli utilizzatori, ribadisce che la tutela contro penali eccessive esiste ed è concreta, ma non può essere invocata per sottrarsi alle conseguenze di un inadempimento quando il contratto prevede meccanismi di riequilibrio, come la restituzione del valore del bene. La chiave di volta rimane la trasparenza e l’equità dell’accordo contrattuale nel suo complesso.

Una clausola penale in un contratto di leasing può prevedere un risarcimento diverso da quello dell’art. 1526 del codice civile?
Sì, le parti possono stabilire una clausola penale che predetermina il danno in modo diverso da quanto previsto dall’art. 1526 c.c. Tale clausola è valida a condizione che non sia “manifestamente eccessiva”. Il giudice può ridurla ad equità, ma non annullarla solo perché si discosta dalla norma.

Come si valuta se una clausola penale leasing è “manifestamente eccessiva”?
La valutazione viene fatta in concreto. La Corte ha ritenuto non eccessiva la clausola in esame perché, a fronte del diritto della concedente di trattenere i canoni pagati e futuri, prevedeva il diritto dell’utilizzatore di ricevere il ricavato della vendita del bene. Questo equilibrio tra le prestazioni impedisce un ingiustificato arricchimento della concedente.

Se la mia controparte non chiede espressamente l’applicazione della clausola penale, il giudice può comunque valutarla?
Sì. Nel caso esaminato, è stata la parte ricorrente (l’utilizzatore) a chiedere al giudice di valutare la clausola per ridurla. Avendo introdotto l’argomento nel giudizio, il giudice era tenuto a esaminarla, anche in assenza di una specifica richiesta di applicazione da parte della concedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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