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Cessione del contratto: la clausola arbitrale segue?

La Corte di Cassazione ha stabilito che in caso di cessione del contratto, anche la clausola compromissoria per la risoluzione delle controversie viene trasferita al nuovo contraente. La vicenda riguarda la cessione di un contratto derivato (IRS), il cui accordo quadro originario prevedeva l’arbitrato. Nonostante la società cessionaria avesse stipulato un nuovo accordo con la banca, privo di tale clausola, la Suprema Corte ha ritenuto valido l’arbitrato, confermando l’inscindibilità tra il contratto derivato e il suo accordo quadro originario. Il ricorso della banca è stato dichiarato inammissibile.

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Cessione del Contratto e Clausola Arbitrale: La Cassazione Fa Chiarezza

La cessione del contratto è un’operazione frequente nel mondo degli affari, ma solleva questioni complesse, specialmente quando sono in gioco contratti finanziari e clausole procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale: quando un contratto viene ceduto, che fine fa la clausola compromissoria, ovvero l’accordo di risolvere le liti tramite arbitrato? La risposta della Suprema Corte è netta: la clausola segue il contratto.

I Fatti del Caso: Una Complessa Operazione Finanziaria

La vicenda trae origine da un contratto derivato di tipo Interest Rate Swap (IRS) stipulato nel 2008 tra un istituto di credito e una prima società. Questo IRS era disciplinato da un accordo-quadro che conteneva una clausola compromissoria, la quale prevedeva di devolvere ogni controversia a un collegio arbitrale.

Successivamente, nel 2009, la prima società cedeva il contratto IRS a una seconda società. Contestualmente alla cessione del contratto, questa nuova società stipulava con la banca un nuovo accordo-quadro, questa volta privo della clausola arbitrale e che rimetteva le eventuali controversie alla giurisdizione del tribunale ordinario.

Quando la seconda società ha avviato un procedimento arbitrale per far dichiarare la nullità del contratto IRS, la banca si è opposta, sostenendo il difetto di giurisdizione degli arbitri. Secondo l’istituto di credito, il rapporto doveva essere regolato dal nuovo accordo-quadro del 2009, che non prevedeva l’arbitrato.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

Sia il collegio arbitrale prima, sia la Corte d’Appello poi, hanno respinto la tesi della banca. I giudici di merito hanno ravvisato un “legame inscindibile” tra il contratto IRS del 2008 e il suo accordo-quadro originario. Di conseguenza, la cessione del contratto IRS ha comportato anche il trasferimento implicito dell’accordo-quadro che lo regolava, inclusa la clausola compromissoria.

L’istituto di credito ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:

1. La violazione delle norme a tutela degli investitori, poiché si applicava a un soggetto un contratto-quadro (quello del 2008) che non aveva mai sottoscritto.
2. L’errata applicazione delle norme sulla cessione del contratto, sostenendo che il trasferimento di una clausola compromissoria richiederebbe un consenso esplicito di tutte le parti coinvolte, che in questo caso mancava.

Le motivazioni della Suprema Corte sulla cessione del contratto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della banca inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Le motivazioni sono di natura sia procedurale che sostanziale.

Dal punto di vista procedurale, la Corte ha ritenuto che il ricorso fosse formulato in modo generico e mirasse a ottenere un riesame dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità. La valutazione del “legame inscindibile” tra l’IRS e l’accordo-quadro del 2008 è un accertamento di fatto, compiuto correttamente dalla Corte d’Appello e non sindacabile in Cassazione.

Nel merito, la Suprema Corte ha implicitamente ribadito un principio fondamentale dell’istituto della cessione del contratto (art. 1406 c.c.): con essa si trasferisce l’intera posizione contrattuale del cedente, comprensiva di tutti i diritti e gli obblighi, principali e accessori. Tra questi rientrano anche le clausole di natura procedurale, come la clausola compromissoria, che definiscono le modalità di risoluzione delle controversie. Salvo un diverso e specifico accordo tra le parti, la clausola arbitrale “viaggia” insieme al contratto a cui accede.

I giudici hanno inoltre precisato che il nuovo accordo-quadro del 2009 era destinato a regolare solo i “futuri rapporti” tra la banca e la nuova società, senza avere efficacia retroattiva o modificativa sul contratto IRS già in essere e appena trasferito.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici per le imprese e gli operatori finanziari. La decisione chiarisce che la cessione del contratto comporta un subentro totale nella posizione del cedente, comprese le clausole che possono sembrare accessorie, come quelle sulla gestione del contenzioso. Pertanto, chi subentra in un contratto (il cessionario) deve condurre una due diligence attenta non solo sugli aspetti economici e sostanziali, ma anche su quelli procedurali. Se le parti intendono derogare a questo principio generale e, ad esempio, escludere la validità di una clausola arbitrale preesistente, devono prevederlo espressamente in un accordo scritto e chiaro. In assenza di una pattuizione contraria, la clausola compromissoria rimane valida ed efficace anche nei confronti del nuovo contraente.

Quando un contratto viene ceduto a un’altra società, la clausola arbitrale contenuta nell’accordo originario si trasferisce automaticamente?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la cessione del contratto comporta il trasferimento dell’intera posizione contrattuale, incluse le clausole procedurali come quella compromissoria, a meno che non sia diversamente ed espressamente pattuito dalle parti.

La firma di un nuovo contratto-quadro tra le nuove parti annulla la clausola arbitrale del contratto originario ceduto?
Non necessariamente. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che il nuovo accordo fosse destinato a regolare solo i “futuri rapporti” e non a modificare la disciplina del contratto IRS già esistente e trasferito, che rimaneva quindi legato al suo accordo-quadro originario e alla relativa clausola arbitrale.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della banca inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché la banca, invece di denunciare specifiche violazioni di legge, ha tentato di ottenere un nuovo esame dei fatti (come il legame tra i contratti), attività non consentita nel giudizio di legittimità. Inoltre, i motivi del ricorso sono stati ritenuti formulati in modo generico e confuso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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