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Cessione contenzioso bancario: i rapporti estinti

Una società in amministrazione straordinaria ha citato in giudizio una banca, successivamente posta in liquidazione coatta amministrativa. Le attività e passività della banca sono state trasferite a un grande gruppo bancario. La questione centrale era se la causa, relativa a un rapporto contrattuale già concluso, fosse inclusa nel trasferimento. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni precedenti, ha stabilito che la cessione del contenzioso bancario non comprende le liti su rapporti estinti. La motivazione si basa sull’interpretazione degli accordi di cessione, che escludevano le passività non funzionali alla continuità dell’impresa acquirente. Di conseguenza, quest’ultima è stata ritenuta priva di legittimazione passiva.

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Cessione del Contenzioso Bancario: La Sorte dei Rapporti Estinti

Nel complesso scenario dei salvataggi bancari, una delle questioni più delicate riguarda il destino dei rapporti giuridici preesistenti. In particolare, quando un’azienda bancaria viene ceduta, quali debiti e quali cause legali passano al nuovo acquirente? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, offre un chiarimento fondamentale sul tema della cessione del contenzioso bancario, specificando che le controversie relative a rapporti già estinti al momento della cessione non vengono trasferite alla banca cessionaria.

I Fatti di Causa: Una Controversia Eredità

La vicenda trae origine da un’azione legale intentata da una società in amministrazione straordinaria contro un istituto di credito per la revoca di alcune rimesse su un conto corrente. Durante il procedimento, la banca convenuta veniva posta in Liquidazione Coatta Amministrativa (L.C.A.) e, nel quadro di un’operazione di salvataggio normata da un decreto-legge, cedeva un ramo d’azienda a un primario gruppo bancario. La società attrice sosteneva che, con la cessione, anche la sua causa dovesse proseguire contro la banca acquirente. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, tuttavia, avevano dichiarato il difetto di legittimazione passiva della banca cessionaria, ritenendo che quel debito non fosse mai entrato nel perimetro della cessione.

La Cessione del Contenzioso Bancario e la Decisione della Cassazione

La questione giunta dinanzi alla Suprema Corte era se il rapporto giuridico oggetto della causa, essendo un “rapporto estinto” (il conto corrente era già stato chiuso), fosse stato trasferito alla banca acquirente o fosse rimasto in capo alla banca originaria in liquidazione. La Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso e stabilendo un principio di diritto di notevole importanza.

L’Interpretazione del Contratto di Cessione

Il punto centrale dell’analisi della Corte è l’interpretazione combinata della normativa speciale (D.L. 99/2017) e degli accordi contrattuali stipulati tra le parti. Il decreto-legge, qualificato come “norma-provvedimento”, ha demandato ai contratti di cessione il compito di definire l’esatto perimetro delle attività e passività trasferite. Gli accordi stipulati, e in particolare un successivo “Accordo Ricognitivo”, avevano espressamente escluso dalla cessione il contenzioso relativo a “rapporti estinti”. Pertanto, la volontà delle parti è stata ritenuta decisiva per delimitare l’oggetto del trasferimento.

Il Criterio della Funzionalità all’Impresa

La Corte ha sottolineato che, per essere incluse nella cessione, le passività dovevano derivare da “rapporti inerenti e funzionali all’esercizio dell’impresa bancaria” della cessionaria. Un rapporto già estinto, per sua natura, non è funzionale alla prosecuzione dell’attività d’impresa, poiché non ha più alcuna attinenza con la gestione corrente o futura della clientela. La pendenza di una lite non è un criterio sufficiente, da solo, a determinare il trasferimento del debito, se il rapporto sottostante ha già cessato di esistere.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su un’articolata argomentazione. In primo luogo, ha riconosciuto che il decreto-legge del 2017 ha conferito alle parti contrattuali (i commissari liquidatori e la banca acquirente) il potere di determinare l’oggetto della cessione, stabilendo solo alcuni limiti inderogabili. In secondo luogo, l’interpretazione delle clausole contrattuali ha rivelato una chiara volontà di escludere le passività derivanti da rapporti già conclusi, come specificato nell’Accordo Ricognitivo. Questo accordo, successivo alla cessione, è stato considerato un elemento interpretativo fondamentale del comportamento delle parti. Infine, è stato valorizzato il principio di funzionalità: le passività trasferite dovevano essere quelle legate all’attività bancaria che l’acquirente avrebbe continuato a svolgere. Una causa su un conto corrente chiuso non rientra in questa categoria, rimanendo quindi una passività della banca originaria in liquidazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un importante orientamento giurisprudenziale con significative implicazioni pratiche. Per chi ha un contenzioso in corso con una banca successivamente coinvolta in operazioni di cessione, diventa essenziale analizzare nel dettaglio i contratti di trasferimento. La sentenza chiarisce che la semplice pendenza di una causa non garantisce il subentro della banca acquirente. I creditori devono quindi accertare con precisione se il loro rapporto rientri tra quelli ceduti o se, essendo “estinto”, la loro controparte rimanga l’ente originario in liquidazione. Agire contro il soggetto sbagliato comporta il rischio di una declaratoria di difetto di legittimazione passiva, con conseguente spreco di tempo e risorse.

Quando avviene la cessione di un’azienda bancaria, tutte le cause pendenti vengono trasferite al nuovo acquirente?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che non tutte le cause pendenti vengono trasferite. La trasferibilità dipende dai termini specifici del contratto di cessione e dalla natura del rapporto giuridico sottostante.

Che cosa si intende per “rapporto estinto” in questo contesto e perché è importante?
Per “rapporto estinto” si intende un rapporto contrattuale, come un conto corrente, che è già stato chiuso prima della data di cessione dell’azienda. È un fattore cruciale perché la sentenza stabilisce che le controversie relative a tali rapporti non sono considerate funzionali all’esercizio della nuova impresa bancaria e, pertanto, sono escluse dalla cessione.

Contro chi deve agire un creditore se la sua causa riguarda un rapporto estinto con la banca cedente?
Il creditore deve agire contro la banca originaria, che si trova in procedura di liquidazione coatta amministrativa. La banca cessionaria (acquirente) non ha legittimazione passiva per rispondere di tali debiti, poiché non sono stati inclusi nel perimetro della cessione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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