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Azione revocatoria: la cessione del bene tra coniugi

Un creditore ha ottenuto con successo un’azione revocatoria contro un trasferimento immobiliare effettuato da un debitore a sua moglie durante la loro separazione. La Corte di Cassazione ha confermato che il credito, derivante da un contratto del 2005, era anteriore al trasferimento. L’atto è stato considerato gratuito in assenza di prova contraria e pregiudizievole per il creditore, poiché i restanti beni del debitore erano gravati da ipoteca.

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Azione Revocatoria: La Cessione di un Immobile tra Coniugi Sotto la Lente della Cassazione

L’azione revocatoria è uno strumento fondamentale a tutela del creditore, che consente di rendere inefficaci gli atti con cui un debitore si spoglia dei propri beni per sottrarli alla garanzia patrimoniale. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce su alcuni aspetti cruciali di questo istituto, in particolare quando l’atto di disposizione avviene tra coniugi nel contesto di una separazione personale. Analizziamo la decisione per comprenderne i principi e le implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa: Un Credito Conteso e un Trasferimento Immobiliare

La vicenda trae origine da alcuni contratti preliminari stipulati nel 2005 per l’acquisto di immobili da costruire. A seguito di una controversia, una delle parti otteneva in tribunale il riconoscimento del proprio diritto di recesso e la condanna della controparte alla restituzione del doppio della caparra.

Tuttavia, nelle more del giudizio, il debitore, nell’ambito degli accordi di separazione con la moglie, le trasferiva la proprietà di un immobile. La creditrice, temendo che tale atto potesse pregiudicare la riscossione del proprio credito, avviava un’azione revocatoria. Il suo timore era fondato, in quanto gli altri beni del debitore risultavano gravati da ipoteca volontaria, rendendo più complessa un’eventuale esecuzione forzata.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello accoglievano la domanda della creditrice, ritenendo che il trasferimento immobiliare avesse effettivamente diminuito la garanzia patrimoniale del debitore. La moglie del debitore, divenuta terza proprietaria del bene, ricorreva quindi in Cassazione.

L’Azione Revocatoria e i Presupposti Contestati

Il ricorso in Cassazione si concentrava su tre punti fondamentali per l’applicazione dell’azione revocatoria:
1. Anteriorità del credito: La ricorrente sosteneva che il credito fosse sorto solo con la sentenza del 2017 che lo aveva accertato e, quindi, successivamente al trasferimento dell’immobile.
2. Natura dell’atto: Si contestava la natura gratuita del trasferimento, sostenendo che rientrasse negli accordi onerosi di separazione.
3. Insussistenza del pregiudizio: Si affermava che il debitore possedesse altri beni sufficienti a soddisfare il creditore.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo chiarimenti decisivi su ciascuno dei punti sollevati.

Quando Nasce il Credito ai Fini della Revocatoria?

La Corte ha ribadito un principio consolidato: nel caso di un credito derivante da un contratto, il momento rilevante per stabilire se esso sia anteriore all’atto di disposizione non è quello della sentenza che lo accerta, ma quello della stipula del contratto stesso. La sentenza ha una natura meramente dichiarativa. Pertanto, il credito della creditrice era sorto nel 2005 e, di conseguenza, era anteriore all’atto di trasferimento. La Corte ha inoltre ricordato che l’azione revocatoria è esperibile anche a tutela di un “credito litigioso”, ovvero un credito ancora sub iudice.

Trasferimento in Sede di Separazione: Atto Gratuito o Oneroso?

Un altro punto cruciale riguarda la natura dell’atto. La Cassazione ha precisato che i trasferimenti immobiliari nell’ambito di accordi di separazione possono essere sia onerosi che gratuiti. Tuttavia, spetta a chi ne invoca la natura onerosa (in questo caso, la moglie del debitore) dimostrare che il trasferimento costituiva il corrispettivo per un altro vantaggio o rinuncia. Poiché nel caso di specie tale prova non era stata fornita, l’atto è stato correttamente qualificato come gratuito. Questa qualificazione è fondamentale, perché per gli atti a titolo gratuito non è necessario dimostrare la cosiddetta participatio fraudis del terzo acquirente (cioè la sua consapevolezza del danno arrecato al creditore).

Il Pregiudizio per il Creditore e l’Azione Revocatoria

Infine, riguardo al presunto patrimonio residuo capiente del debitore, la Corte ha sottolineato che i giudici di merito avevano già accertato che gli altri beni erano gravati da ipoteca volontaria. La presenza di un’ipoteca, pur non impedendo in assoluto l’aggressione del bene, rende la soddisfazione del credito “più gravosa” e “difficilmente aggredibile”. Presupposto dell’azione revocatoria non è la totale compromissione della garanzia, ma anche solo un mutamento qualitativo o quantitativo del patrimonio del debitore che renda più incerta o difficile la riscossione del credito.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza alcuni principi cardine in materia di azione revocatoria:
– Il credito contrattuale si considera sorto alla data del contratto, non della sentenza che lo accerta.
– Un trasferimento immobiliare in sede di separazione, se non è provata la sua natura di corrispettivo, si presume gratuito ai fini della revocatoria.
– Il pregiudizio per il creditore sussiste anche quando l’atto di disposizione rende semplicemente più difficile e incerta la soddisfazione del credito, come nel caso in cui i beni residui siano gravati da ipoteca.

Per esercitare l’azione revocatoria, il credito deve essere accertato da una sentenza definitiva?
No, non è necessario. L’azione revocatoria può essere esperita anche a tutela di un credito litigioso, cioè un credito la cui esistenza è ancora oggetto di una causa. Il momento in cui sorge il credito, se di natura contrattuale, è quello della stipula del contratto.

Un trasferimento immobiliare avvenuto durante un accordo di separazione è sempre considerato un atto a titolo oneroso?
No. Un trasferimento immobiliare nell’ambito di una separazione può avere natura sia onerosa che gratuita. Spetta a chi invoca la natura onerosa (cioè che il trasferimento è stato il corrispettivo di un altro vantaggio) fornire la prova. In assenza di tale prova, l’atto può essere considerato a titolo gratuito.

L’azione revocatoria è ammissibile solo se il debitore non ha più alcun bene?
No. L’azione revocatoria è ammissibile anche quando l’atto di disposizione del debitore non azzera il suo patrimonio, ma rende semplicemente più difficile o gravosa la soddisfazione del credito. La presenza di ipoteche sugli altri beni del debitore, ad esempio, è stata ritenuta sufficiente a giustificare la revocatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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