LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Amministratore senza delega: responsabilità e doveri

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 24239/2025, ha rigettato il ricorso di un ex amministratore senza delega di un istituto di credito, sanzionato dall’autorità di vigilanza. La Corte ha confermato che la responsabilità dell’amministratore non esecutivo non è attenuata dall’assenza di deleghe operative. Egli ha un preciso dovere di agire informato e di vigilare attivamente sulla gestione, la cui violazione comporta responsabilità personale. È stata inoltre esclusa l’applicazione del principio del ‘favor rei’ per questo tipo di sanzioni amministrative.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

L’Amministratore senza delega: un ruolo non solo di facciata

Qual è la reale portata della responsabilità di un amministratore senza delega all’interno di una società, specialmente in un settore delicato come quello bancario? Spesso si tende a pensare che l’assenza di poteri operativi diretti possa schermare da conseguenze legali in caso di irregolarità gestionali. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il ruolo di consigliere non è mai passivo. La Suprema Corte ha chiarito che anche l’amministratore non esecutivo ha un preciso e inderogabile dovere di vigilanza attiva, la cui omissione può portare a sanzioni pecuniarie significative.

Il caso: la sanzione dell’autorità di vigilanza

Il caso esaminato trae origine da una sanzione pecuniaria di 140.000 euro (poi ridotta in appello a 120.000 euro) inflitta dall’autorità di vigilanza finanziaria a un componente del Consiglio di Amministrazione di un importante istituto di credito. Le contestazioni erano numerose e gravi, riguardando un arco temporale in cui il consigliere era in carica. Le violazioni includevano:

* Mancata adozione di procedure adeguate per la valutazione delle operazioni finanziarie dei clienti.
* Comportamenti irregolari nei trasferimenti di azioni della banca tra privati e nei finanziamenti concessi per il loro acquisto.
* Carenze procedurali nella gestione degli ordini dei clienti.
* Irregolarità nelle procedure di determinazione del prezzo delle azioni della banca stessa.

L’amministratore sanzionato ha impugnato la decisione, portando il caso fino in Cassazione e sollevando diverse questioni, tra cui la sua posizione di amministratore senza delega, che a suo dire avrebbe dovuto limitarne la responsabilità.

La responsabilità dell’amministratore senza delega secondo la Corte

Il cuore della pronuncia della Cassazione risiede nella definizione dei doveri dell’amministratore senza delega. I giudici hanno respinto categoricamente la tesi difensiva secondo cui la responsabilità dovesse essere circoscritta solo in presenza di specifici ‘segnali di allarme’.

La Corte ha affermato che i consiglieri non esecutivi, in particolare nel settore bancario, sono tenuti a un dovere di ‘agire informati’. Questo obbligo non si esaurisce nell’analisi dei documenti portati alla loro attenzione, ma implica un ruolo proattivo. Essi devono:

1. Possedere e mantenere una conoscenza adeguata e costante del business aziendale.
2. Contribuire attivamente a un governo efficace dei rischi in tutte le aree della banca.
3. Esercitare una funzione di monitoraggio costante sulle scelte compiute dagli organi esecutivi.

Questo dovere, sancito dal Codice Civile (artt. 2381 e 2392), rende l’amministratore non esecutivo solidalmente responsabile se non interviene per impedire il compimento di atti dannosi o per attenuarne le conseguenze, quando avrebbe potuto e dovuto rilevarli usando la diligenza richiesta dalla carica.

L’inapplicabilità del principio del ‘Favor Rei’

Un altro motivo di ricorso si basava sulla richiesta di applicare il principio del favor rei, ovvero la legge successiva più favorevole, introdotta con il D.Lgs. 72/2015. Il ricorrente sosteneva che le sanzioni amministrative in questione avessero una natura ‘sostanzialmente penale’ e dovessero quindi beneficiare di tale principio.

Sanzioni amministrative vs. sanzioni penali

La Cassazione ha rigettato anche questa tesi, confermando il suo orientamento consolidato. Le sanzioni previste dall’art. 190 del Testo Unico della Finanza (T.U.F.) non sono equiparabili, per tipologia e severità, a quelle di natura penale come quelle per l’abuso di mercato (art. 187-bis T.U.F.). Di conseguenza, non godono delle stesse garanzie, inclusa la retroattività della lex mitior. Per queste violazioni vige il principio tempus regit actum: si applica la legge in vigore al momento della commissione dell’illecito.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una visione rigorosa del governo societario. La responsabilità di un amministratore senza delega non è meramente formale, ma sostanziale. La sua inerzia è colpevole quando, usando la professionalità e la diligenza richieste dal suo ruolo, avrebbe potuto percepire le criticità gestionali e attivarsi. Il dovere di vigilanza è quindi un obbligo di condotta attiva, che non può essere delegato o subordinato alle segnalazioni provenienti dal management esecutivo. L’amministratore deve essere il garante della correttezza gestionale, utilizzando tutti i poteri a sua disposizione, come la richiesta di informazioni e la convocazione del consiglio. La Corte ha sottolineato che la disciplina transitoria del D.Lgs. 72/2015 esclude esplicitamente l’applicazione retroattiva delle nuove, e in alcuni casi più miti, disposizioni sanzionatorie per le violazioni commesse in precedenza, rendendo infondata la doglianza del ricorrente sul favor rei.

Le conclusioni

La sentenza consolida un principio di estrema importanza per la corporate governance: essere amministratore senza delega non significa essere un mero spettatore. La carica comporta doveri precisi e una responsabilità personale e solidale per l’andamento della società. Questa pronuncia è un monito per tutti i componenti dei consigli di amministrazione a non sottovalutare il proprio ruolo di vigilanza, che deve essere esercitato con costanza, diligenza e proattività per evitare di incorrere in pesanti sanzioni, anche per condotte operative realizzate da altri.

Un amministratore senza delega è responsabile per le violazioni operative di una banca?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, è solidalmente responsabile se viene meno al suo dovere di agire informato e di vigilare attivamente sulla gestione, non intervenendo per impedire atti illeciti o limitarne le conseguenze dannose.

Alle sanzioni amministrative dell’autorità di vigilanza si applica sempre il principio della legge più favorevole (favor rei)?
No. La Corte ha stabilito che per le violazioni sanzionate ai sensi dell’art. 190 T.U.F., che non hanno natura ‘sostanzialmente penale’, si applica la legge in vigore al momento della violazione (tempus regit actum), escludendo la retroattività della legge più favorevole.

Cosa deve fare un amministratore senza delega per adempiere correttamente al suo dovere di vigilanza?
Deve mantenere una conoscenza costante e adeguata del business, contribuire a un efficace governo dei rischi, monitorare attivamente le scelte degli organi esecutivi e, se necessario, attivarsi per richiedere informazioni o la convocazione del consiglio di amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati